La Carta di Mercatore ovvero la fine delle Ere Generazionali
Appare curioso come il rapporto tra noi e il Tempo sia estremamente rivelatore di come siamo, di che carattere abbiamo: un cinquantenne ottimista potrebbe definirsi prossimo all’immortalità (Cristopher Lambert, aiutaci tu), al tempo stesso uno Z erede degli Emo forse lo vede “prossimo alla morte”.
L’occasione di spostare radicalmente il punto di vista di ognuno di noi in merito al Tempo mi è arrivata oggi, quando mi sono reso conto di dover fare gli auguri di compleanno ad un’amica. Così ho inventato questa supercazzola:
“Le Signore, come gli alberi, non hanno età, ma solo qualche esperienza in più. Celebriamo questo, le tue ultime esperienze.”
Più tardi mi sono convinto che se tutti festeggiassimo non 365 giorni in più sulle spalle, ma le esperienze gratificanti accumulate in quell’intervallo di tempo, ci vedremmo non come “Generazione Boomer”, “GenX”, “Millennial”, “Z”, “etc”, ma solo come una sola e semplice “Generazione feel good” o come cavolo vorreste chiamarla.
Un ragazzino e suo nonno potrebbero azzerare la distanza cronologica e avere la stessa età emozionale. Come il cartografo Gerardo Mercatore ha spostato gli equilibri geopolitici con un punto di vista alternativo del mappamondo, così io mi sono rotto i coglioni di essere etichettato in base a quando sono nato. Preferisco esserlo per quello che ho vissuto: è la fine delle ere generazionali.