Sanremo 2023: ecco come i millennial capiscono che stanno invecchiando. Ed ecco perché va boicottato.
Quando gli autori di Sanremo mettono giù gli ingredienti della torta della nonna, sono sempre molto ligi: al di là delle sceneggiate costruite, del mix alto/basso, dei monologhi conformisti ad uso di poltrona reclinabile con telecomando, soppesano le dosi di persuasione occulta per ogni generazione e sottogenerazione.
Quello che ti fa il pippone moralista, quello che canta senza sapere che abbiamo già avuto non dico David Bowie ma, nel nostro piccolo Renatone Zero (ma che piace tanto ai ggiovani), la finta giornalista cattiva orgogliosa del suo seno piccolo e il comico che magari è davvero politicamente scorretto, ma deve calarsi nella macchietta del politicamente scorretto perché i politicamente corretti si sentano a posto con la coscienza e con l’ipocrita imperativo di far parlare tutti.
Come al circo una volta: sei un nano, ti paghiamo per fare il nano e non rompere i cojoni. A punteggiare il tutto gli eternamente giovani, gli highlander del boomerismo come Morandi Fiorello Benigni, una spruzzata di Albano, due gocce di Ranieri n°5.
Millennial d’Italia, come ci siamo ridotti?
Ora, che un paese sia in balia per una settimana di un geometra passato alla maturità con 36 e poi miracolato dalla radio e poi da tutto quel pubblico che ha bisogno di facce pulite garantite al limone, è quantomeno indicativo dello stato da allevamento avicunicolo della platea tv italiana.
Che un Paese anziano si faccia dare lezioni di educazione civica da un cantante che non è mai andato oltre la terza media e che, per carità, è anche geniale nel suo raccontare le ansie millennial, ma quando fa politica dimostra di sapere meno dello 0,1 per cento della storia degli ultimi 50 anni. Dimostra che anche i millennial sono invecchiati e stanno invecchiando malissimo.
La generazione di Instagram si prepara quindi al salto di piattaforma. Hanno già avuto tutto dagli hashtag e adesso che l’algoritmo di Meta non funziona più si parano il culo con la cara vecchia tv generalista. Gli over 60 li salveranno dal declino, i tè con i biscottini televisivi di Venier&Co e di Palazzo Toffanin li aspettano a braccia aperte. La Ferragni dice che l’hanno insultata e le hanno dato della troia, che le donne possono farcela qualsiasi corpo abbiano. Brava, applausi.
Aveva bisogno di togliersi il sassolino dalla scarpa contro l’ex Riccardo Pozzoli? Eh vabbé, le vendettine, si sa, sono tipiche dei vecchietti rancorosi. A volte avere vinto su tutto e vedere fluire fiumi di denaro sul proprio conto non basta. E il problema diventa salvaguardare un’autobiografia perfetta.
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