Perché la lezione dei Maestri artigiani può salvare l’Italia (e forse il mondo)

5 Ottobre 2022
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Vedere sfilare su un palco un ombrellaio, una ricamatrice, un macellaio. E scoprire che hanno in comune un ruolo fondamentale, quello di custodi dell’Identità e del Territorio.

Dalla pasticceria alla meccanica di precisione, un filo rosso unisce padri, figli, nonni, nipoti. Orgoglio immutato di un’Italia che tesse, incide, distilla, intaglia, fonde, intreccia, soffrigge, apparecchia, annusa, cuce, disegna, piega, ricama, coltiva e infine racconta con le proprie mani e la propria immaginazione la bellezza. Nonostante le difficoltà.

Quello stesso orgoglio che, alla cerimonia di consegna del Premio Maestro d’Arte e Mestiere, fa pronunciare la frase: «Non abbiamo il gas, ma abbiamo queste». Alberto Cavalli, direttore generale di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte mostra le mani sul palco del Teatro Litta di Milano. E fa una sintesi che vale anni di lavoro (a volte secoli). E che conta ancor di più se espressa da un manager che è raro esempio di come una profonda cultura umanistica possa diventare dirimente nella nostra economia del futuro.

I nuovi Mam premiati quest’anno erano tanti. Ma non è stato possibile per nessuno in platea lasciare l’evento in fretta e furia, perché ogni stralcio di storia raccontata su quel palco si è arricchita della presenza dei protagonisti stessi, in un avvincente alternarsi di mestieri antichi praticati da giovani illuminati e di innovazioni sposate anche da chi oggi potrebbe godersi la pensione in qualche rifugio ameno.

Passi in rassegna queste persone, osservi i loro volti, poco avvezzi ai palchi e alle falcate delle star aziendali. E all’improvviso il fatto che i Maestri provengano da storie culturali e professionali diverse perde completamente importanza: hanno tutti lo sguardo di chi ha avuto la fortuna ma soprattutto la perseveranza di inseguire la propria passione.

Nessun discorso pubblico da CEO rampante e brillante potrà mai comunicare questa particolare autorevolezza e quel carisma che deriva dal saper fare e saper insegnare.

Le mani protagoniste di Premi come Mam meriterebbero l’attenzione e le coccole di molti Ministeri di un governo ideale, dallo Sviluppo Economico all’Ambiente, dall’Istruzione ai Beni culturali, dal Lavoro alle Politiche Agricole, solo per citarne alcuni.

La speranza è che il messaggio arrivi sempre più forte e chiaro.

 

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