Perché votare sì? Tra le parole più cercate sul web non c’è sempre il Coronavirus

17 Gennaio 2021
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Dalla bio di Maradona a come fare un pollaio: la classifica delle parole più cercate su Google non è così prevedibile come pensavamo

Le parole più cercate nel 2020 su Google in Italia compongono un misto di questioni esistenziali e how to casalingo. Lo spiega un video ben fatto ma ovviamente retorico e molto influenzato dalla recente storia americana.

Questo ci riporta inevitabilmente a chiederci quanto i Big tech siano ormai avvezzi alla manipolazione spudorata, quanto trattino davvero gli utenti come consumatori influenzabili grazie a una comunicazione emotiva, da spot pubblicitario.

Ma concentriamoci sulle ricerche del 2020:

Parole: vince Coronavirus. Ma davvero? Inevitabile, visto che il virus monopolizza la nostra attenzione da un anno. Strano però che non appaia tra le prime 10 parole Covid-19, mentre ci sono molti termini che riguardano la scuola a distanza, come Weschool e Classroom. Che dimostrano come ormai l’inglese di internet si sia imposto anche nella tradizionalissima scuola italiana.

Persone: Alex Zanardi. L’ansia di buone notizie per il pilota e paraatleta più combattente del mondo ha superato l’interesse per tutte le persone che hanno raggiunto una certa fama grazie al coronavirus. Nessun virologo nei primi dieci nomi. Giuseppe Conte al quinto posto.

Addii: il primo nome è Diego Armando Maradona. Anche in questo caso nei primi 10 nessuna vittima (che si sappia) di Coronavirus. Che i personaggi famosi morti di Covid non fossero abbastanza popolari? Sta di fatto che Luis Sepulveda, morto per il virus il 16 aprile non è tra i più cercati. E dire che i millennial sono cresciuti con la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

Come fare: stravince “il pane in casa“. Del resto il pane è l’alimento base e il desiderio di autarchia casalinga scoppiato durante i lockdown spiega la ricerca. Ma in questa sezione abbiamo cercato anche parole per affrontare emergenza e sopravvivenza: mascherine antivirus, tampone e perfino Amuchina, una parola per il tutto della categoria igienizzante mani.

Cosa significa: pandemia. Il termine era davvero poco usato prima della sua tangibile esistenza. Tuttavia questa sezione ci fornisce due spunti. Il primo che gli utenti non rispettano più la formula corretta della domanda in italiano (che cosa, non cosa). Il secondo è che il gergo leguleio-scientifico usato da Giuseppe Conte non è mai stato accessibile ai più. Quindi tra i significati oscuri sono stati cercati: MES, DPCM, congiunti, tutti e tre nei primi cinque.

Fai da te (persona): Amuchina. Questa sezione fa il paio con il come fare e dunque ritroviamo Amuchina, ma al primo posto, per la gioia dell’azienda produttrice, l’ACRAF di Amelia (Roma). Peccato che sia impossibile riprodurla in casa, un po’ come la Coca Cola. in compenso nei primi cinque troviamo altri quattro termini molto femminili: maschera capelli, scrub, tinta capelli, ceretta.

Fai da te (in casa): Pollaio. Purtroppo non è un termine metaforico. Nel senso che si poteva sperare che l’allegro popolo italiano cercasse di fare un po’ di pollaio in famiglia. No. Abbiamo tentato di fare veri e propri pollai. Con le galline, il becchime, tutto. Ma sapete una cosa? Abbiamo cercato anche barbecue, zanzariera, incubatrice e compostiera, (tutti nei primi cinque). Chissà che cosa pensavamo di fare…

Perché?: vince Perché votare sì al referendum. Abbiamo votato, vi ricordate? Per la riduzione del numero dei parlamentari. Hanno vinto i sì. Il messaggio è per i politici, che forse fanno finta di niente sull’espressione referendaria di antipatia generalizzata che infetta tutto l’arco costituzionale. Bravi continuate così.

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