fbpx

Pinocchio, l’inno alla vita di Guillermo del Toro

15 Dicembre 2022
909 Visualizzazioni

Pinocchio di Guillermo del Toro sbarca in streaming su Netflix con una storia che riesce a catturare proprio tutti. E noi vi diciamo che ne pensiamo.

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi è stata riproposta negli anni in tutte le salse, tra trasposizioni e live action. Il gioiellino di Del Toro riesce però a spiccare ed emergere su tutti, in tutti i campi.

Il nuovo film del premio Oscar del Toro non è il classico remake della favola pubblicata nel 1881 da Carlo Lorenzini, detto il Collodi. Il regista, a partire dal materiale originale e prendendo ispirazione dai personaggi, stravolge il racconto scrivendo una sceneggiatura degna di nota.

Le creature di del Toro

Il campionario di creature rispecchia pienamente lo stile del regista Del Toro, includendo due fate sorelle che sembrano uscite dalla mitologia greca, una scimmia di nome Spazzatura addestrata dal Conte Volpe, che prende il ruolo dell’originale Mangiafuoco, un gruppo di conigli scheletrici che regolano il passaggio nel mondo ultraterreno, e molto altro che non vi spoileriamo. Pinocchio risulta completamente opposto a tutti gli altri personaggi, che sembrano alienati, disegnati con occhi vuoti. Il protagonista, infatti, combatterà durante l’intero film contro la sua natura di burattino, cercando di evadere dagli stereotipi e dall’ingombrante conformismo della società.

Temi principali

Da quest’opera emerge una parabola ricca di significati e di spunti. Fin dai primi minuti la pellicola si dimostra cupa e triste nell’affrontare in modo aperto e disarmante il tema della morte. Geppetto è in lutto per la perdita del figlio Carlo in seguito a un bombardamento accidentale ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Siamo sotto la dittatura ferrea di Mussolini e proprio per questo vedremo un Pinocchio arruolato a causa di una sua peculiare dote: l’immortalità.

La non-morte di Pinocchio

Un’altra grande differenza rispetto all’originale: Pinocchio morirà svariate volte durante il film, per rinascere ancora e ancora. È grazie al confronto in un mondo sotterraneo con la Morte, doppiata da Tilda Swinton, che Pinocchio scoprirà la sua vera natura. Un tema forse non comprensibile appieno dai bambini, ma che sicuramente riesce a toccare nel profondo i più grandi, sopratutto grazie al modo in cui Pinocchio affronta questi misteri esistenziali.

In bilico tra dolore e gioia

Pinocchio, con le sue domande ingenue ma molto acute cerca di comprendere le dinamiche di un mondo in cui si percepisce paradossalmente il più vivo tra tutti. Geppetto, il podestà, il prete… tutti i personaggi apparentemente privi di vita, come fossero proprio loro i burattini.

Con la visione innocente e tipica di un bambino, Pinocchio è l’unico a ribellarsi per ricercare un cambiamento. Sarà proprio questa indagine costante sulla vita e sul senso dell’esistenza che lo porterà a porsi il quesito più importante dell’intero film: che senso ha vivere in eterno se le persone a noi care invecchiano e muoiono e non possiamo far nulla per salvarle? Ed è forse grazie a questa domanda che Pinocchio riesce nel suo intento di diventare un bambino, rinunciando, per il prossimo, a un dono che lo avrebbe visto vivere in eterno. Ma noi come Pinocchio ci chiediamo: a che pro?

In conclusione

Guillermo del Toro ci lascia una pellicola d’animazione in stop-motion di una rara bellezza, che riesce a tramandare la storia del burattino più conosciuto al mondo, donando ad essa un marcato carattere introspettivo.

 

Leggi anche: