Proprietari e manager della micro, piccola e media impresa italiana sono sotto assedio.
Problemi di conti, problemi amministrativi, problemi da pandemia. Ovunque problemi. Come si trasforma una PMI in una media company? E quando navigano sul web o sui social network sono circondati da soluzioni miracolose: pagine su pagine, consulenti su consulenti, esperti su esperti che propongono soluzioni di marketing miracolose. Lead qualificati a bizzeffe, posizionamenti sui motori di ricerca altissimi, parole magiche che creano svolte impossibili.
Con tutte le delusioni che arrivano inevitabilmente a chi decide di affidarsi alle scorciatoie.
I sedicenti esperti online sono spesso e volentieri i vecchi venditori di lozioni miracolose nelle fiere di inizi ‘900. La verità è che il successo di una azienda è strettamente collegato, al giorno d’oggi, alla memorabilità dell’offerta, del brand, delle persone che quell’azienda la fanno viaggiare. E dalla condivisione dei valori con il proprio pubblico.
Più facile a dirsi che a farsi: confusi dalla velocità delle trasformazioni umane e tecnologiche in atto, gli imprenditori sono spesso schiacciati tra il day by day e la necessità di una progettazione strategica di lungo respiro. In un mondo che cambia rapidamente. Molto rapidamente.
Ma che valore può dare un corso chiamato Editoria 4.0 a una piccola e media impresa?
Se ci fermiamo al titolo, poco o niente (aziende editoriali escluse). Eppure l’abbiamo fatto con una precisa idea in testa: non un corso fatto di trucchi e parole magiche, ma un nuovo modo di vedere la comunicazione, il marketing, il giornalismo che verrà, alimentato dalle nuove tecnologie e figlio di una visione esperta, costruita da anni di lavoro e preparazione dei formatori, in un progetto di crescita che mira a dare un quadro complessivo della comunicazione contemporanea.
Ed è lì il nodo centrale: la comunicazione è cambiata. Profondamente
Viviamo una realtà disintermediata, dove l’intera filiera della comunicazione si sta sbriciolando e ricomponendo, davanti ai nostri occhi. Sky mette a disposizione dei piccoli investitori pubblicitari locali la possibilità di andare in televisione con i loro spot a 500 euro, le piattaforme social da anni rendono le PMI autonome di fare promozioni profilate come solo 10 anni fa non potevamo immaginarci.
Eppure le delusioni sono spesso feroci e cocenti: soldi spesi in marketing che non rende, agenzie che bruciano budget senza aver consolidato strategie efficaci. Le PMI guardano alle multinazionali e pensano, dopo averlo assaggiato, che quel mondo non faccia per loro.
In un mondo dove la credibilità è persa, i brand prendono posizioni più nette dei partiti politici. Tutto cambia, dicevano Mercedes Sosa ed Eraclito: tutto sta cambiando, sempre; e, al contrario del pensiero comune, le PMI hanno praterie di opportunità da sfruttare.
Ciò che sta avvenendo a livello globale è la premessa di quello che si può fare a livello locale: pensiamo a RedBull, alla NBA, a Sony o a Disney. Love Brand che diventano media company, creano le loro piattaforme, promuovono i loro contenuti e usano gli spazi pubblicitari da essi generati per sé stessi e per gli altri.
Hanno pubblici coerenti con i propri valori, li raggiungono, comunicano, ascoltano i loro feedback. Propongono testi, video, contenuti di grandi giornalisti e video avvincenti, forse meglio del cinema.
Ma come orientarsi se si è piccoli?
Il corso Editoria 4.0 fornisce anche alle PMI una panoramica degli strumenti e delle pratiche necessarie per pensare il proprio brand come una media company, capace di alimentare i propri canali di marketing di contenuti adeguati al progresso tecnologico e capaci di entrare in una relazione profonda con il pubblico di riferimento.
Dal far scoprire al proprio responsabile marketing come scrivere per gli assistenti vocali, a come usare la pubblicità online in modo proficuo (e magari locale), il corso Editoria 4.0 mette a disposizione gli strumenti per agire rapidamente, senza rinunciare all’attenzione di cui necessita una strategia accorta ma ambiziosa.
Perché il mercato della comunicazione sta cambiando e ogni PMI è depositaria di una storia, dei propri contenuti, perché ha una relazione di valore con i propri clienti e spesso è amata sui propri territori.
Immaginarsi come un produttore di contenuti, per una piccola impresa locale è un passo notevole, ma permette di distinguersi dalla concorrenza, di smettere di pensare alla comunicazione e alla pubblicità come a una spesa senza ritorni, ma a un modo nuovo di essere legati al territorio e ai propri clienti.
Un percorso formativo che vuole offrire un punto di vista unico
Un punto di vista teorico per avere la mappa della trasformazione in atto, e un punto di vista estremamente pratico per navigare i mari mossi del cambiamento. Un percorso immaginato, progettato e realizzato da professionisti dell’editoria, della comunicazione e del marketing: professori universitari e imprenditori, direttori di giornali ed esperti di dominio tecnologico.
Unitelma Sapienza, USPI, Officine Millennial e 22HBG hanno unito le loro forze per sviluppare 65 ore di formazione operativa, composta da lezioni, approfondimenti, suggerimenti pratici e webinar di approfondimento.
Il corso fornisce poi una panoramica completa di cosa significhi essere produttori di contenuti ed editori nel 2021, sia sotto gli aspetti economici, amministrativi e normativi, con un importante focus su un argomento spinoso e importante come il GDPR.
L’evidenza ci ha detto in ogni modo quanto la formazione sia centrale non solo per la sopravvivenza delle PMI, ma per la loro prosperità: questo percorso atipico offre una visione di medio periodo, dove le imprese stesse diventano protagoniste della comunicazione e del marketing. Non più un gioco in difesa, ma a viso aperto, petto in fuori e voce ben udibile nel chiasso del contemporaneo.
Volete saperne di più? Contattateci o seguite il link che vi porterà al corso Editoria 4.0.
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