Per la serie “adolescenza e mitologia” Ragnarök di Netflix si propone di farvi dimenticare la mitologia greca a favore di quella norrena. Ma ci riesce davvero?
Si sa, il tema degli dei che abitano in mezzo agli uomini è davvero affascinante e la mitologia dei paesi scandinavi negli ultimi anni ha sbancato tra registi e sceneggiatori. Perciò Adam price ha pensato di unire ai temi adolescenziali anche quelli ambientali e trasporre parte del mito nella contemporaneità.
La serie Netflix, di sei episodi, è ambientata in Norvegia e si avvale di un cast totalmente norvegese.
Trama
Il protagonista della serie è Magne (David Stakston, il Magnus Fossbakken di SKAM Norvegia), un ragazzo problematico, affetto da disturbi dell’apprendimento.
La sua famiglia è stata segnata dalla morte prematura del padre, cui la madre reagisce tornando a Edda, il suo paese di origine. Lì magne e il fratello Laurits (Jonas Strand Gravli) iniziano a frequentare il liceo mentre Turid (Henriette Steenstrup) trova lavoro nelle industrie Jutul.
A scuola Magne conosce Isolde (Ylva Bjørkaas Thedin), ecologista convinta che qualcosa a Edda stia andando storto. Sarà proprio la scomparsa della ragazza, in seguito alle indagini svolte per comprendere la moria dei pesci nella regione e lo scioglimento del ghiacciaio a provocare in Magne un cambiamento che lo porterà a scoperte sconcertanti.
Cos’è il Ragnarök?
Il “Ragnarök” designa lo “scontro finale” tra dèi e giganti, che rischia di riproporsi nella piccola cittadina di Edda, il cui nome deriva esplicitamente da”Edda poetica” e “Edda in prosa”, contenenti le storie mitologiche riprese dalla serie.
Nella mitologia norrena infatti i giganti, deformi e anche poco intelligenti, rappresentano il caos e si oppongono agli dèi.
Per Magne però gli eventi associati al Ragnarök assumono anche un altro significato. In primo luogo, si scopre all’improvviso diverso. L’arrivo a Edda infatti provoca in lui dei cambiamenti fisici: è più forte, non ha più bisogno degli occhiali e i suoi sensi si affinano costantemente.
In secondo luogo, significa mettersi in contatto con una parte di sé di cui non ha memoria. Dovrà scontrarsi con degli avversari davvero temibili, che lo osteggiano già nella vita quotidiana, ovvero tutta la famiglia Jutul.
Tematiche e problematicità della serie
La serie utilizza il teen drama per inserire il tema ambientale e socio-politico. Infatti Edda è economicamente in mano alle industrie Jutul, il cui titolare e la famiglia governano di fatto anche la politica in tema di ecologia.
Questa narrazione è tristemente attuale e anche ben ideata ma si scontra con due grossi problemi.
Il primo è la scarsa caratterizzazione dei personaggi, sia dei comprimari, come Laurits, sia degli antagonisti.
Il secondo è costituito dai riferimenti mitologici. In sostanza Magne potrebbe essere il nuovo Thor, anzi è quasi scontato dato che comincia lanciando per chilometri un martello, e quindi i suoi avversari, ovvero il capo delle industrie Jutul, la moglie preside della scuola e i figli, Fjor e Sexa, dovrebbero essere i giganti (con tutti i pregi e difetti). Anche nel loro caso i tratti distintivi sono evidenziati con eccessiva enfasi: la violenza, il cacciare animali a mani nude, l’invasamento che dà luogo a orge.
Forse la regia avrebbe potuto lasciare maggiore ambiguità e il gusto dell’interpretazione allo spettatore ma ha preferito una via più diretta.
In generale Ragnarok serie tv soffre di una certa piattezza rappresentativa, ma si spera che la seconda stagione possa rimediare. Netflix ha infatti confermato l’uscita di nuove puntate, che arriveranno nel 2021.
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