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Andiamo in piazza con le Sardine per farci un selfie: io c’ero!

11 Dicembre 2019
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Sardine libere che fanno gruppo e sconfiggono i grandi pesci. Per questo il movimento ha scelto di chiamarsi in questo modo, per evocare un’immagine di compattezza, di unione che fa la forza. Ma è davvero così?

Un’estensione dell’uno vale uno. Nell’immaginario collettivo è più facile che le sardine però evochino i pesciolini in scatola o sottolio che si trovano impilati al supermercato. C’era una canzone dei Radiohead a riguardo: Packed like sardines in a crush tin box. Andatevela a sentire, ascoltate quel suono quanto dice dei nostri tempi.

Il movimento è stato deriso da qualcuno fin dal primo giorno, per colpa del suo leader, ma lui non vuole essere chiamato così. Faccia da bravo ragazzo, il sospetto di una totale assenza di grinta, lo sbrodolamento di slogan e frasi vecchi come suo nonno. Nate in seno alla sinistra in un momento in cui il suo popolo cerca di riconoscersi in tutto tranne che nel partito (dall’anti-salvinismo, alla piazza gremita per la Segre… ma chi diavolo mai andrebbe in piazza con Renzi?) si sono dimostrate più una spina nel fianco che un aiuto. È bastato un tweet di apertura a Casa Pound, un autogol clamoroso, per scatenare l’ira degli stessi supporters. 

Forse è finita l’era dei movimenti, delle piazze. O forse sta finendo legata alla politica. Gli eventi di piazza si delineano sempre di più come eventi spettacolo, come i concerti o i festival, dove conta l’effetto Io c’ero. Esattamente come un concerto. Il gay pride! le giornate ecologiste! Selfie! Io c’ero.

Sono eventi liquidi, meno intricati, svincolati dalla programmaticità delle piazze legate ai partiti e a una vera militanza. Questo almeno a sinistra. Il poco tempo a disposizione non ci permette di distogliere troppo lo sguardo dai fatti nostri, abbiamo bisogno di partecipazioni spot, come degli status, dei post. Uno e via. Abbiamo bisogno di andare in piazza, di cantare Bella ciao, di evocare il passato in un rituale che ci fa sentire tutti giusti e buoni. Bella ciao nel 2019… Boh. E se dici qualcosa a riguardo sei di sicuro uno di destra, quindi un inferiore.

No gente, non ce la possiamo fare.

La politica è una fede al pari del calcio ormai. Non conta più niente per nessuno. Tutti la seguono ma nessuno la studia. Nessuno di voi sa di cosa abbiano parlato in Parlamento oggi, nessuno si è mai letto un disegno di legge o ascoltato un discorso di un parlamentare. Tutto quello che sapete lo apprendete dai titoli dei quotidiani sui siti internet o su Facebook. Davvero pochino, per farsi un’opinione solida, ma pare che buona parte degli utenti Facebook lo reputino più che sufficiente. Scrisse Lindo Ferretti: sono tempi bui e dobbiamo crearci ripari dallo scontento. Una frase che dice tutto.

Contenti voi, contenti tutti.