Non mi avevano detto che per affittare casa dovessi fare un provino. Anzi, tanti provini. Dopo diversi rinnovi di contratti brevi (transitorio, nel gergo tecnico degli immobiliaristi), è arrivato il momento di lasciare il mio piccolo nido veneziano. La ricerca della sostituta (la casa) è durata tre mesi abbondanti. Pensavo che fossi io a dover selezionare quella migliore per me e invece, ta-dan, ero io quella sotto esame.
Sì, direte voi, sarà mica una novità… Beh, sì, perché una situazione immobiliare drammatica come quella di Venezia non l’ho mai vista, né me l’hanno mai raccontata. Solo quella di Berlino forse è uguale o peggio.
Trovare casa in affitto a Venezia
La situazione è questa: le case sono quasi tutte destinate a uso turistico. I residenti? Beh si arrangino. O meglio, che lottino tra di loro per accaparrarsi una delle 10 case residenziali a disposizione sul mercato. E io ho lottato, fino alla fine, anzi sto ancora lottando, perché quando ti rilassi un attimo, è lì che arriva la sorpresa. E ci arriviamo. Ma prima della sorpresa finale, ci sono tanti step da affrontare. O meglio tanti possibili ostacoli.
Per esempio? Non mi hanno permesso di fissare la visita di una casa perché sono una libero-professionista. Neanche si sono presi il disturbo di chiedermi una dichiarazione dei redditi: «La proprietà non vuole libero-professionisti». Io lo chiamo razzismo.
Un’altra volta, sconfortata dalla situazione, ho chiamato per vedere una casa a uso turistico, e sono stata bandita dall’elenco delle persone che potevano accedere ai provini in presenza perché pretendevano che il mio cliente di Venezia mi facesse un contratto per provare che avevo ragione di vivere a Venezia. Quando basta una lettera.
Per la casa in affitto serve la firma dei genitori. A 36 anni?
Mi sono state chieste garanzie. E ci sta, solo che me le hanno chieste neanche ci fosse in ballo la loro vita. Dichiarazione dei redditi, perché non ho la busta paga, altra prova di entrata di soldi. E per finire, signore e signori, firma dei miei genitori a garanzia. A 36 anni.
Ora, i miei genitori possono anche firmare, ma non è normale. Solo in Italia si può pensare di chiedere a una donna di 36 anni la firma dei genitori a garanzia per un affitto di meno di mille euro al mese. Perché è questo il punto. Siamo così abituati a stipendi e compensi ridicoli, che pensiamo che siano normali.
I single non possono pagare l’affitto di casa?
A qualche amico hanno negato una casa perché è single «e non te la puoi permettere», prima ancora di chiedergli la dichiarazione dei redditi. E se fosse un manager che prende centinaia di migliaia di euro all’anno? E se fosse un milionario?
Quando sono andata a vedere una grande mi hanno detto: «Non si può fare subaffitto in questa casa». Ho risposto: «Non si può da nessuna parte, non in questa casa». Mi hanno risposto: «Il proprietario del bar sotto casa è mio amico e controlla». Grazie, arrivederci.
Hanno insinuato che non potessi pagarmi le bollette, di nuovo senza avere in mano dichiarazioni dei redditi o altro.
E alla fine…
Alcune case, semplicemente, non sono riuscita a vederle perché venivano immediatamente affittate, dopo poche ore che l’annuncio veniva pubblicato online. Mi hanno raccontato anche di truffe. E vi potrei raccontare anche dello stato di alcune case, ma per quello mi tengo un’altra puntata.
Alla fine una casa sono riuscita a trovarla, sono dovuta scendere a qualche compromesso, ma è molto carina e in una bella posizione. Ma al momento, a due settimane dalla fine del mio contratto e a una settimana dal trasloco delle mie cose, l’agenzia immobiliare si è accorta che al proprietario manca un documento necessario per preparare il contratto.
È come se, dopo tutti i provini superati, si scoprisse che il regista dello spettacolo non esiste.
Foto in copertina: Pixabay.com. Foto nel testo: CC
Leggi anche: