fbpx

Cari amici, vi nomino Cavalieri Elementali! L’esordio fantasy dei dilemmi generazionali

13 Febbraio 2022
1729 Visualizzazioni

La passione per il genere fantasy è una caratteristica millennial?

Decisamente, sì. Più gotico, meno gotico, più impegnato a disegnare un mondo magico stile Harry Potter, più intento a essere metafora come il Signore degli anelli o come Trono di Spade.

Una generazione cresciuta con queste figure metafisiche ed eroiche è stata certamente oggetto di analisi massmediologiche. Spesso a vanvera. E se partissimo invece da dove uno cresce? Quali luoghi dell’infanzia plasmano le sue fantasie e la sua capacità di costruire mondi?

Quel bisogno incomprimibile in fin dei conti è stato dei poeti, dei grandi paesaggisti, perfino di certi politici utopistici o, all’opposto, di movimenti nostalgici di società ben governate da audaci combattenti.

La verità non sta da nessuna parte, perché qui contano solo la fantasia e la tecnicalità da storyteller. E aggiungiamo noi, nascere e crescere in un luogo dove la natura e gli elementi parlano, anche se devi tenere le orecchie bene aperte.

Più o meno è questo il kit che ha avuto in dono Daniele Alvisi, 42 anni da Bondeno (tra Bologna e Ferrara) e un sogno nel cassetto. Che da qualche settimana è diventato un libro e da quel cassetto è uscito. I cavalieri elementali è una bella saga con tutti gli ingredienti di lame, cavalli, acquitrini, guerre (quando erano sostenibili) e territori e donne da difendere o da conquistare. E in sottofondo l’importanza definitiva dell’amicizia, che a tutto dà un senso.

È scritto bene, è avvincente, è chiaro. Non ha nulla da invidiare alla letteratura fantasy che, anche se d’autore, è spesso ingiustamente snobbata da intellettuali nostrani. Chissà poi perché.

Daniele Alvisi è orgogliosamente operaio del Consorzio di bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo, un ente che sa di passato e di ingegneria idraulica del territorio. Riporta all’immagine del dissodare terre, renderle domestiche senza rovinare gli elementi. Appunto, gli elementi.

Quanto contano gli elementi nella tua scrittura? Quanto conta confrontarsi con le nebbie e l’umidità che hanno ispirato anche l’epica dei Nibelunghi?

Molto. Distanze e orizzonti e corsi d’acqua come quelli padani non sono sempre stati pianura sconfinata e bonificata, ma anche boschi e vita selvatica a contatto con insediamenti civili. L’acqua è l’elemento chiave perché plasma, crea e distrugge e credo che dalle mie parti lo abbia fatto spesso anche con le persone.

Quindi facci capire: tu sei andato da tua moglie Margherita e le hai detto: “Senti un po’ qui, io ho delle storie che mi ballano in testa, mi bastano per scriverci un libro”.

Più o meno è andata così. Ma lei mi sfotteva, sosteneva che con tutto quello che avevo da fare e con le piccole Celeste e Camilla non sarei certo riuscito a trovare l’energia per scrivere un libro.

Invece?

Invece ho semplicemente smesso di dormire. Di giorno al lavoro, di notte al pc. Ho raccolto la sua sfida e devo ringraziarla per avermela lanciata. Perché non mi sono più fermato.

Terre nere, troll, città sotterranee, cavalieri senza macchia. Chi c’è, fuor di metafora, dentro I Cavalieri elementali? E qual è il messaggio applicabile alla vita dei comuni mortali del 2022?

I veri cavalieri sono i miei amici. Mentre ne scrivevo volevo fargli sapere quanto fossi grato di questo dono formidabile che è la loro fratellanza.

E qual è stato il terreno di osservazione che ti ha permesso di scriverne con precisione i comportamenti e la psicologia.

Gli amici sono portatori di valori condivisi, depositari di memoria, sostegno e pungolo in caso di bisogno. Se alla fine questa dinamica si esprime su un campo di calcetto invece che durante una giostra cavalleresca il messaggio rimane lo stesso. E universale. Il genere fantasy ti consente di usare tutto quello che vuoi, patrimoni di immaginario senza alcun limite. È divertente, rilassante, ti fa staccare la spina e non sei costretto a seguire un racconto ingabbiato in immagini preconfezionate come in tv.

Ti aspetti una telefonata da qualche produttore di serie tv?

Io sono molto contento così, dei complimenti di chi ha letto I Cavalieri Elementali e mi dice che gli ho fatto provare un’emozione. È naturale che poi, quando una storia è condivisa, e quindi diventa di tutti, non sia più solo io a decidere che strada farle prendere.

Acquista il libro

Leggi anche:

Pandemia e profezia: meglio la filosofia

Trono di Spade: ma ci sono più zerbini o cavalieri?