L’inferno esiste. Manualetto usa e brucia per il vostro futuro da dannati

15 Febbraio 2018
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Siamo una promessa di dannazione. L’inferno esiste. Io e te, insieme agli altri, fra un po’ ci andremo alla grande. Potresti ribattere con un liberatorio Mavaccitu, ed io potrei risponderti Ehnocivaitu: i nostri complimenti saranno soddisfatti. Ecco qualche consiglio per i futuri dannati: come comportarsi bene all’inferno?

Seguire per filo e per segno i Dieci Comandamenti è sfibrante. Capita prima o poi di diventare anime prave, e guai a te, guai a noi, guai a tutti.

Mia nonna era la donna più amorevole del pianeta, e bestemmiava ogni tre per due. Mi ha dato un’infinità di amore e bestemmie. È finita dritta dritta all’Inferno – perché l’inferno esiste – dove preparerà cappelletti in brodo di cappone, per l’eternità, almeno fino al giorno in cui Inferno e Paradiso svaniranno per lasciar spazio ad una nuova era del Giudizio, ed in quel caso lei sarà così giubilante da squillare il suo giubilo con una bella bestemmia, più colorita del solito, che eclisserà le trombe degli Angeli. E allora di nuovo giù nel suo nuovo Infernuccio, non c’è scampo. Cambierà pena, farà interminabili cappellacci di zucca con ragù. Divini. Ecco cosa si fa all’Inferno.

Visto che anche tu sarai spedito all’Inferno, potrebbe essere utile pensare a come organizzarti quando sarai là, sotto l’ascella di Satana.

Posso darti qualche suggerimento? Consideralo un Vaialdiavolo pieno di premure. Com’è l’inferno? Be’, una descrizione dell’inferno non è facile. Ti suggerisco di non badare ai lamenti degli altri dannati. I dannati sembrano fatti apposta per lamentarsi, ne hanno sempre una, e il caldo, e un forcone nel culo, e una pena, e un’antipatia tra di loro. Sempre a bisticciarsi, a spettegolare, quei disperati. Non farci caso, estraniati da loro, non servono a niente (nemmeno tu servi a qualcosa, ma i reprobi lamentosi molto meno di te), a costo di morire solo e triste, anzi di essere solo e triste, morto lo sei già.

E così, solo e triste, ti accorgi che l’inferno esiste eccome e, mentre i Dannati fanno gruppo nei piagnistei, i poveri Diavoletti sono messi come te. Quegli Angeli caduti con le ginocchia ancora sbucciate, fanno il loro sporco lavoro con dedizione, ma aspettano solamente che un Dannato gli rivolga la parola. Allora si inteneriscono. Cioè, ti massacrano comunque di frustate vergate sputi scudisciate e fiammate, però mostrano un po’ di quel che sono, ti rivelano le loro inquietudini con la consueta e mordace ironia del Diavolo. I Diavoli, se li sai prendere bene, fanno ghignare da morire.

Tra una cinghiata e l’altra, non dimenticare l’arte, quella salva anche un Dannato.

Fatti prestare un liuto, o un flauto, i Diavoli non possono rinunciare alla musica. Forse dovrai barattarlo con una gamba e un pezzo di intestino, ma ne vale la pena.

Mentre saltelli sulle braci, sperimenta nuovi passi di danza, osa nuove posizioni, fai il performer. Se sei bravo, un qualche pittore pazzo vivo e vegeto che sa che l’inferno esiste, fra un centinaio d’anni, ti ritrarrà in quella strana posizione che hai inventato tu.

Il bitume in cui sprofondi tra vapori nauseanti, nelle tue mani è creta! Modellalo a formare quello che ti pare, magari un fauno che abbraccia una Ninfa, i Diavoli apprezzeranno.

Umori e budella, tra te e tutti gli altri, non mancheranno di certo, e allora usali per fare un Pollock che più materico non si può.

Oppure, prendi una clavicola. È pieno di clavicole lì in giro. Se non ne trovi, strappati la tua. Affilala per bene su quella roccia in cui il sabato Satana ti sfonda il cranio per un suo giochetto perverso, affilala bene bene e poi accostala alla pozza di sangue e cervello, intingila, e scrivi una dannata poesia.

 

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