Storie di donne e uomini. Storie di ragazze e ragazzi. Di atleti.
Finalmente le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono iniziate ma nonostante l’anno di ritardo l’essenza della kermesse resta la stessa di sempre. Invariabile e imperturbabile nei secoli, nei millenni, se si pensa alla città di Olimpia: competizioni e medaglie alla cui base ci sono gli atleti, le persone.
In 24 ore, tra cerimonia d’inaugurazione e prime gare ufficiali, sono già emersi i racconti leggendari di chi in qualche modo ce l’ha fatta ad arrivare in Giappone. Anche se per pochi minuti di sudore, anche se, addirittura, per scegliere di rinunciare a combattere pur di assecondare un’idea, che sia propria o della bandiera che si rappresenta. Storie che incrociano quattro generazioni di atleti: gen Z (1997-2010), millennial (1981-1996), gen x (1965-1980) e perfino baby boomer (1945-1964).
L’atleta più giovane delle Olimpiadi: Hend Zaza, 12 anni
Ci sono i 24 minuti con la racchetta da ping pong in mano per la appena 12enne Hend Zaza. La giovanissima atleta siriana, la più precoce di questi Giochi, è stata eliminata dalla cinese austriaca Liu Jia. Dopo aver giocato a testa alta nell’appuntamento più importante, la 12enne, consapevole come solo una sportiva di quel livello può esserlo, ha sentenziato e suggerito al resto del mondo: «Il mio messaggio a tutti è: lottate per i vostri sogni».
E detto da lei, cresciuta tra le bombe in Siria, vale il doppio: «Negli ultimi cinque anni ho affrontato così tante sfide, soprattutto con la guerra in corso nel mio Paese, il rinvio e i finanziamenti per le Olimpiadi che non c’erano più. È stata molto dura, ma volevo lottare per il mio sogno. Il tennistavolo è la mia vita. A parte la scuola, ci gioco tutto il tempo, spero di diventare un giorno una campionessa del mondo o olimpica».
Fethi Nourine non gioca contro Israele
C’è Fethi Nourine che decide di non lottare nemmeno perché il sorteggio lo ha messo davanti a un atleta israeliano. Fethi, 30enne campione algerino di judo nella categoria 73 kg, ha detto no per un ideale. Giusto o errato che sia. Dopo il primo turno, il tabellone gli piazzava contro Tohar Butbul, colpevole di avere il passaporto dello Stato che da anni è in conflitto con il popolo palestinese.
«Non siamo stati fortunati con il sorteggio», ha detto l’allenatore del judoka africano: «Abbiamo un avversario israeliano ed è per questo che ci siamo dovuti ritirare. Abbiamo preso la decisione giusta». Da sempre lo sport è il riflesso della società, anche se c’è chi si ostina a delineare un confine netto.
Nonna Mary Hanna, l’atleta più anziana delle Olimpiadi
Quella di nonna Mary Hanna è un’altra storia da incorniciare. Con i suoi 66 anni è l’atleta più boomer di Tokyo. È alla sua sesta Olimpiade, sempre a cavallo, come da quando è nata e come da tradizione di famiglia.
«A casa mia, i cavalli erano la parte più importante della nostra vita, se non sapevi trattarli in pratica non mangiavi», ha detto. Di quest’ennesimo traguardo l’amazzone dice che «è stato come viaggiare sul filo del rasoio, ma sono estremamente orgogliosa di poter rappresentare una volta di più il mio Paese. Siamo un grande team». Anche se con il suo dressage non ha mai vinto una medaglia, in patria è giustamente venerata per la sua tremenda costanza e longevità.
Eddy Alvarez, dopo la medaglia invernale vuole una estiva
Eddy Alvarez, cubano statunitense di 31 anni, rischia di vincere una medaglia nel baseball. Sarebbe la sua prima volta nelle Olimpiadi estive, ma non la prima volta in assoluto. Il portabandiera americano ha infatti vinto un argento nei Giochi Olimpici invernali di Sochi (2014): con la staffetta dello short track (pattinaggio di velocità su ghiaccio). Insomma, saper fare tutto e bene.
«È un onore e un privilegio: sono sempre più l’esempio vivente di quel che l’American Dream rappresenta. La mia famiglia ha fatto enormi sacrifici per me, questo è per tutti un meraviglioso regalo. Sventolerò il vessillo a stelle e strisce con grande orgoglio. Mai avrei immaginato di arrivare a tanto». Queste, le parole di Eddy quando ha saputo che sarebbe stato il portabandiera degli Usa alla cerimonia inaugurale.
Vittorie, sconfitte e storie delle Olimpiadi
Vittorie, come quella della prima medaglia d’oro assegnata alla 21enne cinese, Yang Qian, con la carabina dai 10 metri. O come quella dell’italiano Vito Dell’Aquila (chi è) nel taekwondo 58 kg, primo sigillo tricolore. Vittorie, come quella dell’ecuadoriano Richard Carapaz in bicicletta: la sua prima bici arrivava da una discarica. Sconfitte, come quella del 32enne giapponese Kohei Uchimura, uscito a mani vuote nell’all-around della ginnastica dopo gli ori di Londra (2012) e di Rio De Janeiro (2016). Un brutto colpo per uno che vanta sette medaglie olimpiche e diciannove medaglie mondiali, anche se ancora avrà gare e tempo per rimediare. Gare e tempo che continueranno a regalare storie come quelle del primo giorno qui a Tokyo 2020, 21.
Foto copertina: Pixabay
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