In libreria ora è disponibile “Storytelling d’impresa – la nuova guida definitiva verso lo storymaking” (Hoepli) di Andrea Fontana. Ci insegna a riconoscere gli storytelling e a crearne uno all’occorrenza.
Noi Millennial siamo protagonisti, come i singoli, come i popoli, come i marchi. In quanto tali siamo soggetti a delle dinamiche chiare e avendo un passato possiamo intuirne il futuro.
Se sappiamo che un fiume inizia in montagna sappiamo anche che finirà in mare pur senza vederlo. Questo è il “trucco” utilizzato da indovini di tutto il mondo e di tutte le epoche; analizzo segnali passati e presenti per delineare il futuro partendo da segni simili su persone simili. Se ti presenti tutto sporco di fuliggine a farti prevedere il futuro io dirò che morirai a 63 anni di tumore ai polmoni. Certo non ne ho la certezza, magari è la prima volta che pulisci un camino, una coincidenza, ma avendo avuto diversi casi prima di te posso approssimare il tuo futuro.
Questo è il lavoro di chi si occupa di cliodinamica, sì è una scienza vera.
Un esempio su tutti? I millennial si ammaleranno di più e vivranno di meno delle generazioni precedenti.
Storytelling d’impresa – la nuova guida definitiva verso lo storymaking, alla seconda edizione della Hoepli, ci spiega bene la differenza tra una storia, un racconto e una narrazione e perché è così importante averne una.
La storia è noiosa, è quella dei libri pieni di date, un racconto è quello di Biancaneve. La mia storia è questa: “sono nato il 26 agosto 1994”. Il mio personale racconto? “Sono nato in uno di quei giorni caldi, dove sono tutti in vacanza e nessuno verrà al mio compleanno negli anni a venire”.
Dobbiamo, se ci appassiona, saper narrare noi stessi quando non abbiamo un prodotto da vendere. Siamo infatti uno nessuno e centomila, siamo per gli altri il racconto che diamo di noi stessi. Riconoscere e conoscere il nostro pubblico è fondamentale per raccontare nel modo giusto. Nessuno andrebbe in un club di femministe a fare battute sessiste, le stesse battute in un bar di suprematisti bianchi che guardano partite di football potrebbero funzionare benissimo. La battuta è un racconto e vuole il giusto pubblico. Noi siamo poco più che una battuta nella storia dell’uomo, qualche parola che si sono scambiati i nostri genitori. Siamo figli dei racconti.
Sapersi raccontare non vuol dire “inventare balle”. Raccontarci o raccontare il nostro prodotto significa saperlo narrare voi siete un “pennello grande” o un “grande pennello”? Hitler era un uomo con una palla sola. Questa è una narrazione vera ma non è quella che è passata alla storia. La storia è piena di racconti veri ed interessanti mai accaduti come dice lo scrittore Tim O’Brien.
Anche le storie finte hanno un impatto reale, come i film di paura, con la storia che raccontiamo influenziamo le emozioni altrui. Pensiamoci, quando ci raccontiamo che emozioni vogliamo trasmettere agli altri?
Ogni volta che compriamo raccontiamo la nostra storia e la nostra identità, come degli eroi che in una favola scelgono le proprie armi. Attenti però a non perdervi nella vostra stessa storia e se volete evitarlo potete comprare questa guida sullo storytelling la trovate qui.
Andrea Fontana sul suo sito si definisce “uno che apre le tende” se volete avere la storia completa è sul suo sito, qui.