La nuova tendenza millennial è prepararsi all’apocalisse, ovvero il survivalismo
L’epidemia sta finendo? Speriamo il meglio? Sì ma prepariamoci al peggio.
Il pericolo è ovunque, vichinghi alla casa bianca, draghi nei parlamenti, l’anno mille è qui. Il cambiamento climatico, la peste nera del covid, le cavallette, tutto fa preannunciare il disastro. Se la fine è vicina forse bisogna prepararsi e ciò alimenta l’industria multimilionaria della preparazione ai disastri.
Certo siamo pieni di assicurazioni sull’auto, assicurazione incendio, smartwatch che ti dice come stai tutti strumenti fortuitamente inutile contro un meteorite o gli alieni.
Chi sono i Prepper del survivalismo?
C’è chi si prepara adeguatamente, con formazione sul campo e kit di sopravvivenza. Si chiamano “Prepper”, pronti a tutto.
Qualche mese fa degli amici in Brunei mi hanno contattato perché stavano aprendo un centro per vendere corsi di sopravvivenza nella giungla del Borneo. Sì, è proprio una tendenza mondiale.
Un mercato che va oltre il “manuale di sopravvivenza” o un kit di cerotti, c’è bisogno di tanta, tanta, pratica per sopravvivere nella giungla là fuori se il mondo finisce.
Vendite? Survaival kit? +400%. Bunker? +300% Ricerche su Pinterest per “bushcraft campaign” +1069% (in un solo anno*)
Ecco un’altra parola: “Bushcraft” = abilità necessarie per vivere nella natura. Sulla Treccani tra i sinonimi c’è Bear Grills.
La fine è vicina?
L’aumento delle catastrofi naturali ed epidemie hanno acceso un mercato che era fermo dalla guerra fredda. Secondo le ricerche continuerà anche a crescere nei prossimi 10 anni, in tutto il mondo. Sì, perché questa è tutt’altro che “un’americanata”.
In Italia, il survivalismo è diventato una disciplina sempre più seria con circa 300 survivalisti professionisti, 3mila amatori e decine di migliaia di “frequentatori”, ovvero tutte quelle persone che negli anni hanno seguito i corsi organizzati (Fonte: Corriere della Sera).
A spendere per salvarsi la pelle non sono i millennial però, è soprattutto la gen X con le loro giovani famiglie. I millennial per ora devono occuparsi di sopravvivere all’apocalisse delle loro vite e con gli stipendi da fame non serve certo un corso di sopravvivenza.
Noi viviamo come in How I met your mother ma sotto sotto ci prepariamo a The walking dead?
Millennial, siamo cresciuti con i video di Bear Grills, quindi non demordete. In caso di apocalisse ricordate che le cose andranno peggio, dovremo iniziare a bere la nostra urina, come lui.
*Bloomberg: dati riferiti agli Stati Uniti. N.B. in America un cittadino su 5 crede in una prossima apocalisse.
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