È possibile riportare in vita le vittime di crimini atroci? Chiedetelo all’intelligenza artificiale e a TikTok
Su TikTok le vittime di crimini orribili tornano in vita grazie all’Intelligenza Artificiale. Dall’ultimo caso di femminicidio di Giulia Tramontano, a casi più vecchi come quelli di Sarah Scazzi, Diana Pifferi, Elisa Claps, Gianluca De Nardo e tanti altri. I video sono tantissimi, così come i like e i commenti, ma sono molte le perplessità a riguardo: l’inquietudine è alta.
TikTok continua a lanciare nuovi trend e l’ultimo è forse uno dei più inquietanti sulla piattaforma. Grazie alla potenza dell’Intelligenza Artificiale, infatti, sono state “riportate in vita” numerose vittime di crimini orribili. Nei video, diventati virali e seguitissimi, i soggetti, sottoforma di avatar, raccontano le loro storie, aggiungendo anche dettagli macabri in merito alle loro scomparse.
Il profilo attualmente più gettonato è La storia vive, che vanta ben 54.7 mila follower e 721, 5 mila like: «E se la storia prendesse vita? Per non dimenticarli», recita la biografia del profilo social, con tanto di cartelle in evidenza, quali Personaggi Italiani e Omicidi.
Pensate che il primo video del profilo in questione è stato pubblicato il 17 maggio 2023 e in sole tre settimane ha raggiunto numeri straordinari. Se inizialmente il profilo utilizzava l’Intelligenza Artificiale per “fare parlare” personaggi famosi come Bruce Lee, Khaby Lame e la Regina Elisabetta, dopo pochissimi giorni la piega dell’account è cambiata, puntando a un racconto più oscuro, quello della morte violenta.
L’Intelligenza Artificiale racconta i casi di omicidio, femminicidio e infanticidio: i dettagli sono inquietanti
«Mio marito mi ha dato fuoco. Sono Giulia Tramontano e vorrei raccontarvi la mia storia, anche se sono solo un’ombra di ciò che ero». Questo è solo uno degli esempi di video postati dal canale, dove il racconto avviene in prima persona: gli avatar parlano attraverso una voce artificiale e parlano della loro vicenda, ante e post mortem. Una narrazione che ha dell’inquietante, soprattutto se si considera la gravità e la violenza con la quale molti di questi crimini sono stati commessi.
Ci sono donne vittime di femminicidio, ci sono bambini uccisi dalle mani della propria madre, ci sono giovani adolescenti uccisi per mano di altri giovani violenti (vedi Willy Monteiro), ma ci sono anche casi storici come quello dei fratelli Ciccio e Tore, o quello di Alfredino Rampi.
I deepfake realizzati dall’AI hanno lo scopo di mantenere vivo il ricordo di queste morti orribili e forse vogliono informare anche le giovani generazioni, ma l’aspetto lugubre resta e a non tutti piace.
Non solo vittime su TikTok: Intelligenza Artificiale e avatar anche di chi, quei crimini, li ha commessi
Oltre ai deepfake delle vittime, ce ne sono alcuni che hanno come protagonisti gli assassini e le assassine. Ci sono video di madri che raccontano di come hanno ucciso il figlio, di figli che hanno ucciso i genitori, di padri che hanno strangolato le figlie e così via, dentro una narrazione che non lascia da parte i dettagli, anche quelli più crudeli.
L’Intelligenza Artificiale si dimostra ancora una volta un’arma potentissima, ma in questo caso specifico la bilancia delle opinioni non sa bene da che parte pendere: c’è chi trova i video troppo estremi, immedesimandosi nei parenti di una delle vittime esposte e c’è chi, invece, pensa che siano stati progettati per innescare forti reazioni emotive. Il senso? Ottenere views e like, ovviamente (cosa per altro riuscita, ndr).
C’è una punta di gusto del macabro nel nuovo trend di TikTok: voyeurismo social e psicologia
Le persone sono curiose, le persone voglio vedere. La morte, così come l’amore, ha un effetto attrattivo nell’essere umano: il gusto per il macabro esiste da sempre e si è protratto nel corso del tempo, viaggiando di pari passo con la modernità. Pensate banalmente alle piccole realtà: quante volte è successo di scorgere “i curiosoni” a un funerale non per loro importante?
«Chi è morto?», «Che cosa è successo?», «Aspetta fammi cercare il video dove si vedono le immagini dell’omicidio» e così via. Potremmo definirla una sorta di voyeurismo della morte, in questo caso del crimine, per cui le persone tendono a volere sapere tutti i dettagli di un crimine violento e l’Intelligenza Artificiale ha proprio permesso questo.
Che cosa c’è che spinge le persone a volere sapere ogni dettaglio? Fa bene alla psiche? È sano che anche TikTok contribuisca a un impulso di per sé già attivo in ognuno di noi? Il dibattito resta aperto, ma questi video potrebbero avere vita breve…forse.