Un mito per una generazione senza miti
Ricordo perfettamente il giorno di quell’incidente.
Era metà settembre e da pochi giorni noi millennial avevamo vissuto in diretta tv la nostra Hiroshima. L’immagine di quegli aerei dirottati che si schiantavano contro le Torri Gemelle e la confusione su quello che sarebbe successo ci sbattevano dentro e rimbalzavano come le palline perennemente agonizzanti di un flipper.
I pensieri di guerra, forse mondiale, che fino ad allora per noi erano solo storia da libri di scuola o documentari in bianco e nero, prendevano forma e colore. In quel pastone di sensazioni, una gara di auto da corsa doveva essere una cosa inoffensiva. Ma così non è stato. Almeno per noi comuni mortali: perché, se è vero che Alex Zanardi uscì senza due gambe da quello schianto sfortunato, è altrettanto vero che da quel giorno è nato il suo mito.
Come una fenice risorta dalle sue ceneri. Zanardi si è trasformato in una leggenda per un’intera generazione di millennial costantemente alla ricerca di esempi da seguire. Di eroi da scimmiottare per un bene superiore, il nostro. Alex Zanardi con la sua attitudine incredibile si è guadagnato un posto nell’Olimpo di questa net generation. E lo ha fatto mantenendo un profilo basso, di sudore, sacrificio e lavoro.
Un profilo per molti versi diametralmente opposto a quello dell’impazienza che ci contraddistingue. Eppure non sono mai riuscito a trovare un trentenne o un ventenne che non ammiri quel ‘vecchietto’ che non molla mai. Quello che si è rialzato, ha ripreso in mano la vita e ha imparato a guidarla a massima velocità, come quando correva in Formula 1 e Cart. Poi ha trovato la via del paraciclismo per dimostrare che il cuore conta più che tutte le maledette avversità.
Sotto gli occhi dei millennial, Zanardi è diventato invincibile sulla handbike. Pluricampione olimpico e mondiale. Divertente e carismatico sui social, dal vivo e durante le gare a cui partecipa. Da quegli sguardi, che lo avevano visto spacciato quel giorno di settembre, quando per la testa giravano altre preoccupazioni, Alex ha cancellato il concetto di impossibile.
Vederlo di nuovo in ospedale per un altro grave incidente in bici è un duro colpo per tutti. Fa incazzare parecchio. Per noi millennial, però, abituati ad avere eroi e miti quanto meno discutibili, perdere Zanardi sarebbe come diventare orfani del nostro padre più pop. Un rischio che non vogliamo correre perché la strada è ancora lunga.