C’è nuova vita per gli advergames?

30 Maggio 2022
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La storia d’amore tra il mondo dell’advertising e del gaming non è nuova, i marketer la seguono con interesse già da un po’ di tempo. La loro unione ha un nome specifico, Advergames, e l’idea alla base è molto semplice: il settore attrae un gran numero di utenti, che interagiscono per ore con per uno schermo, perché non approfittarne?

Le aziende e i grandi marchi sfruttano l’alto potenziale di engagement dei giochi virtuali, sviluppando la loro versione ‘brandizzata’, appunto. I giochi sono solitamente gratuiti, vengono distribuiti online e sono compatibili con quasi tutti i sistemi operativi e piattaforme. I protagonisti delle avventure sono le mascotte dei brand o i prodotti stessi.

L’advergaming non va confuso con gli annunci che compaiono all’interno dei giochi (quelli si chiamano banner, e seguono le regole tradizionali del marketing), in questi mondi i marchi non sono secondari, ma costituiscono tutta l’essenza dell’esperienza gaming.

I vantaggi dell’Avergames

Il blog Cyberclick sottolinea alcuni dei vantaggi principali nello sviluppo degli advergames. Anzitutto offrono un’esperienza non invasiva: gli utenti scelgono volontariamente di interagire con il giochi, lo associano a un momento di pausa, positivo e divertente. Hanno una forte componente social, possono diventare virali in pochissimo tempo, raggiungendo facilmente un vasto pubblico.
Gli advergames sono facilmente customizzabili, i brand possono veramente sbizzarrirsi a creare nuovi mondi, linee narrative e attività. Infine, la quantità di dati rilasciata dall’interazione con i giochi è numerosa, le aziende possono facilmente tracciate quanto tempo passano gli utenti davanti allo schermo, quante volte effettuano l’accesso e l’ultima pagina che visitano prima di abbandonare.

C’è interesse per gli advergames? Secondo gamify, piattaforma che si occupa del mondo gaming, sì. Per le aziende è un buon momento per investire sullo sviluppo di giochi digitali, ricerche recenti hanno sfatato il binomio giochi-e-pubblico maschile; negli anni il settore è stato capace di attirare una grande varietà di pubblico, anche quello femminile. La pandemia ha dato un’ulteriore spinta, accorciando il divario demografico e rendendo molto più ‘pop’ la cultura dei giochi.

I migliori esempi di Advergames

Il settore dell’advergaming è stabile e sempre più promettente grazie all’aggiunta di un terzo ingrediente: il metaverso.
Lo shift progressivo verso il mondo digitale permetterà ai brand di sviluppare esperienze ancora più interattive. Un esempio è quello dell’azienda LEGO, la casa dello storico mattoncino è pronta a creare la sua versione personale di metaverso.

Nel frattempo, mentre aspettiamo i pionieri del futuro, possiamo fare un ripasso dando uno sguardo ai migliori esempi di advergames del passato. Chipotle Scarecrow, il gioco sviluppato dalla catena americana di ristoranti messicani, è stato indicato come uno dei migliori esempi nel settore, guadagnano una menzione sul New York Times e sul Time. Dagli anni 90 arriva invece la partnership tra Zool e Chupa Chups, in un momento di crisi la piattaforma decise di avviare una partnership con lo storico lecca lecca. Infine, sull’app store, è possibile trovare Doritos VR Battle, un action game che promuove in modo originale tutti i gusti delle patatine Doritos.

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