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La nuda verità: che cos’è il naturismo e qual è il suo futuro

8 Giugno 2020
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L’estate si avvicina e non sarà di certo il Coronavirus a fermare i bollori, né climatici né umani. Su Facebook leggo di un evento naturista che si terrà a luglio in Calabria, presentato come il “Cap d’Agde italiano” e, considerato quello che ho letto e mi hanno raccontato di Cap d’Agde, il mio non è proprio entusiasmo.

Per chi non lo sapesse, si tratta di una cittadina nel sud della Francia, che ospita un villaggio naturista, conosciuto principalmente come meta scambista e luogo di libertinaggio.

Differenza tra nudismo e naturismo

Le persone col feticismo editoriale avranno notato la scelta di mettere in corsivo la parola naturista: c’è un motivo. Pensateci: che cos’è il naturismo? Il naturismo è un movimento che prevede la nudità nell’ottica di entrare a contatto con la natura (appunto) e soprattutto sensibilizza ai temi dell’ambientalismo. Pertanto chi lo pratica fa propri (o dovrebbe) concetti come il rispetto dell’ambiente, inteso come vegetazione, animali e persone.

Il nudismo invece è la pratica di non indossare alcun indumento e non ha alcuna una connotazione civile.

La storia di Cap d’Adge

Cap d’Agde è sorto come oasi naturista alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, praticamente quando i nostri genitori venivano alla luce, e nel decennio successivo si è trasformato, diventando quello che è oggi, senza che questo venga minimamente menzionato dal sito uffciale del turismo francese nel quale non viene fatto alcun riferimento a quello che l’ha resta meta internazionale di un certo tipo di turismo: Liberté, Égalité, Censuré.

Come ha raccontato Le Sex en Rose lo scorso anno nel proprio blog, dopo una vacanza andata non proprio alla grande: “A Cap d’Agde il libertinaggio non è una ricreazione lasciata al caso ma un’offerta turistica confezionata per un target di clientela ben preciso: scambisti (coppie etero) e singoli (uomini etero) che (a caro prezzo) beneficiano dell’apertura dei primi. Il pacchetto include trasgressione ed esibizionismo q.b.”

Naturismo in Italia?

In Italia non esiste nulla del genere, forse per fortuna. Se il sesso libero deve corrispondere esclusivamente alla sua celebrazione come atto trasgressivo e i luoghi in cui si pratica come esclusivi, allora ne faccio volentieri a meno. Il sesso è libero quando è normalizzato, vissuto come gesto quotidiano a prescindere da quanto, come, e con chi piaccia farlo. Monetizzare sulla libertà che viene concessa al sesso per me è una stronzata capitalista.

Sono assolutamente a favore del lavoro sessuale, qualunque esso sia e non critico il guadagno tratto dalla vendita di contenuti o prestazioni sessuali. Critico chi mi vuole vendere la libertà: “la Società ti censura? Non puoi esprimere liberamente il tuo esibizionismo? Fai sesso senza che nessuno possa vederti e interagire con te? Vieni da noi, dove puoi girare senza vesti e scopare con chi ti pare. Per farlo inaridiremo la tua carta di credito: that’s the price for freedom, baby!”

Vadano a cagare!

Che cosa ci insegnano i pride?

Sono necessarie oasi dissolute davvero libere, accessibili in termini economici e infrastrutturali, queer, ma – lasciatemelo dire – ben presto tutto questo cambierà. Le nuove generazioni sono stufe di questa etero-borghese conformità, lo si vede dalla partecipazione ai Pride.

È proprio dai Pride che dobbiamo imparare a essere persone sessualmente libere, sfacciate e disinibite, perché è una protesta gioiosa che riguarda la libertà di espressione. Solo facendo crollare le ridicole separazioni che mettono le persone etero da una parte e tutte quelle non etero dall’altra potremmo creare luoghi dove il sesso sia schietto.

Come evolverà il naturismo? Due scenari: uno catastrofista e l’altro entusiasmante

Da una parte vedo il rinsaldarsi di una comunità eterosessuale ricca e quindi raccolta (la maggior parte di noi ha le pezze al culo, diciamocelo, parliamo quindi di quattro gatti) che si barrica in luoghi elitari e costosi come Cap d’Agde, dove – se è vero che è possibile l’accesso anche a persone non ricche –  il costo della vita non è basso. Là continueranno ad accoppiarsi fra loro come se stessero facendo la cosa più pazzesca del mondo. Ma poi torneranno ai luoghi d’origine, dove la loro vita sessuale appare come sganciata dalla propria persona.

Nel mentre le persone senza un soldo ma pur sempre arrapate, si arrangeranno scopando in giro come hanno sempre fatto, assembrandosi a casa o in spazi organizzati per l’occasione in modo sovversivo.

Dall’altra parte è possibile che l’omo, la bi e la trans-fobia smettano di avere ragione d’essere, se non per un  nugolo di frustrati probabilmente aggressivi, e che tutte le persone si trovino a fare sesso nel medesimo posto.

Ci saranno anche in questo dei luoghi preposti, perché questo scenario non è utopistico al punto tale da immaginare che il sesso possa essere un’azione quotidiana possibile in qualunque situazione e condizione. Si tratterà di località naturiste per davvero, dove si entrerà in connessione con la natura, non solo perché si avranno le chiappe all’aria e si potrà assistere ad accoppiamenti qua e là senza che questi generino scalpore ma solo piacere e desiderio lussurioso.

Chi vorrà vi prenderà parte, chi non vorrà resterà a guardare, si chiederà il permesso, talvolta si resterà anche indifferenti, talmente sarà consueto vedere scene simili. Il sesso sarà così all’ordine del giorno, che queste oasi saranno pacifiche e ospiteranno persone serene, non ossessionate, perché il sesso potranno farlo come vogliono, senza timore di arrecare turbamento. Anche queste persone poi torneranno ai luoghi d’origine, ma senza nascondere ciò che hanno fatto, perché per loro il sesso non è un tabù, non è trasgressione, ma joie de vivre.

Tre ghetti di piacere

C’è inoltre un terzo scenario, in effetti più probabile: persone eterosessuali (tra cui omo-bi-transfobiche) danarose da una parte, persone omosessuali danarose in un’altra e tutte le persone spiantate ma pur sempre desideranti a prescindere dall’orientamento sessuale in un’altra ancora. Tutte loro a godersi il sesso libero come momento di svago, ma pur sempre avulso da una quotidianità che lo relega al proibito.

Si tratta di situazioni che non si realizzeranno nell’immediato, ma è adesso che bisogna porre le basi per un mondo nel quale il sesso, e di conseguenza la libertà di praticarlo, smettano di essere mistificati e sfruttati.

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