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Intervista ai Millennial che fanno figli ai tempi del Covid19. Follia?

21 Ottobre 2020
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Abbiamo intervistato due coppie di Millennial che hanno da poco avuto un figlio. Ci siamo chiesti com’è per dei genitori della nostra generazione fare un figlio e crescerlo in dei tempi così particolari. Quali sono le aspettative e le paure che li affliggono?

 

Sara ha 27 anni e Marco 38, il figlio Simone è nato in piena emergenza Covid a marzo 2020
Giulia ha 22 anni e Leonardo 26, il figlio Emanuele è nato a ottobre 2019

 

Un bambino nel 2020 in 3 parole?

 

Sara: ansia, pazienza e mascherine.

Marco: complicato, bellissimo e fattibile.

Leonardo: un-casino-pazzesco

 

Dite la verità, siete tra i Millennial che hanno fatto un figlio solo per non sentirsi più chiedere dai parenti a natale: “quando ce lo fate un bel bambino?”

 

Sara: non facevo un natale con parenti da 10 anni, la gravidanza è stata la giusta scusa per farmi “riacciuffare” dai parenti.

 

Leonardo: no no ?

 

Gioia della vita mia o macchina distruggi sonno e mangia capezzoli?

 

Sara: macchina distruggi tutto! Poi sorride e ti sciogli.

Marco, Giulia e Leonardo: gioia della vita!

 

Di figli ne sono stati fatti tanti nei secoli ma durante il Covid-19 la situazione è particolare, anche economicamente. Come pensate sarebbe stato avere e crescere un figlio prima del Covid?

 

Sara: a parte qualche accortezza in più durante le visite mediche, è troppo piccolo per notare differenze sostanziali. Noi siamo stati fortunati dal lato economico perché quando si è scatenata l’emergenza stavamo vivendo una situazione che non è stata scalfita più di tanto

Marco: ho già avuto un figlio 12 anni fa e non noto differenze. Forse sarebbe diverso se paragonassimo la situazione attuale a quella di 30 anni fa, quando l’economia nazionale era più florida.

 

Giulia: con amore e pazienza prima e dopo il Covid.

 

E dopo?

 

Sara: purtroppo viviamo già una situazione incerta dal punto di vista lavorativo da prima del Covid-19. Sembrava stessimo viaggiando verso una ripresa, ora ci sarà sicuramente una regressione.

Marco: sarà sicuramente più complicato a livello economico.

 

Non avete paura di crescere questo vostro bambino nel mondo post-Covid?

 

Sara: ho sempre avuto paura di crescere un bambino in questo mondo, Covid o meno. Mi sono anche chiesta più volte se sia giusto o meno mettere al mondo nuove vite in una situazione “precaria” come quella italiana e in una società che a mio parere degenera sempre di più dal punto di vista umano. Il Coronavirus è davvero l’ultimo dei problemi.

Marco: no, non ho paura. Ci sappiamo adattare.”

 

Giulia: sì, questo sì.

Leonardo: paura per il mondo e le persone fuori di testa là fuori, per il Covid no.

Vi giuro che il bambino di Giulia quando ho fatto questa domanda ha sussultato.

 

Riuscite a vedere il bicchiere mezzo pieno, quali sono le opportunità per lui?

 

Sara: le opportunità delle generazioni future sono tutte da creare. Purtroppo (o per fortuna) non stiamo lasciando la strada spianata a questi nostri figli e, complici le calamità come questa pandemia, i giovani del futuro si devono reinventare per vivere una realtà più stabile.

Marco: l’economia si rialzerà come è sempre successo e anche lui avrà le sue opportunità. Basta saperle cogliere e non abbattersi.

 

Com’è stato avere un figlio appena nato (o in grembo) durante il Covid? Paura per lui?

 

Sara: un figlio, come si suol dire, ti stravolge completamente le abitudini. Quelle poche che avrei potuto continuare a gustarmi le ha stravolte il Covid. Stare chiusa in casa per una come me che ama le passeggiate e l’aria aperta è avvilente. Farlo con un essere che devi imparare a conoscere e che manifesta ogni minimo disagio con urla e disperazione ti disintegra! Paura no, non ci siamo esposti a rischio.

Marco: il lato positivo c’è stato dato che, non potendo lavorare ho potuto godermelo. Più che paura un po’ di confusione per visite mediche e tutte le cose di routine che vanno fatte nei primi mesi. Nessuno sapeva darci indicazioni su come muoversi. Ci siamo sentiti un po’ spaesati.

 

Un aneddoto particolare che vi è successo in questi mesi? Appena nato hanno lavato vostro figlio nell’Amuchina?

 

Sara: Simone ha fatto l’ecografia anche a 5mesi, da un privato quando invece è consigliabile farla entro i 2. Nessun ambulatorio lo voleva visitare, prenotavamo la visita e ce la annullavano sistematicamente qualche giorno dopo. Una volta ci hanno fatto anche arrivare all’ospedale (30 min di macchina), girare 4 reparti perché nessuno sapeva dove dovevamo andare per poi rimandarci a casa.

Ah, e la pediatra appena decretata la chiusura ha staccato tutti i telefoni rendendosi irraggiungibile per 2mesi… L’ha presa bene?

 

È stato come ve lo aspettavate?

 

Sara: io, da brava pessimista, cerco di pensare sempre all’ipotesi peggiore quindi per alcune cose mi ha sorpreso in positivo (mi aspettavo nottate peggiori). Ciò non mi ha salvato dal fatto di sentirmi impreparata e chiedermi se stessi sbagliando, cosa volesse, se quei pianti sono normali, se sta male, bene, mi odia e tutte le classiche paturnie da puerpera.

Marco: il mio primo figlio è stato un santo quindi non sapevo cosa aspettarmi da lui. Diciamo che un santo non è ma niente di tragico.

 

Giulia: il parto è andato benissimo grazie alle ostetriche, 3 ore di travaglio e un quarto d’ora di parto.

Leonardo: non sono svenuto quindi direi che è andata bene

 

Si parla della nostra generazione come di una delle più aperte, se a 13 anni vi dice: “sono gay, vegetariano, e il mio ragazzo è mussulmano” qual’è la vostra reazione?

 

Sara: mi importa che sia felice e consapevole di ciò che fa, che le persone di cui si circonda lo amino veramente e che sia abbastanza forte da sopportare la cattiveria e il giudizio degli altri. Tenterei di fargli cambiare idea solo se facesse del male a sé stesso. Basta che non diventi un ciclista, quei maledetti nemmeno in fila sanno camminare.

Marco: ma per forza tutto insieme? A parte gli scherzi, non sono nessuno per imporgli cosa essere, ho solo paura che le critiche di chi ancora ha la mente troppo chiusa possano fargli male. Anche se per uno chef… insomma avere un vegano in casa…

 

Giulia e Leonardo: Impossibile dirlo a priori. L’importante è che lui sia felice.

 

Sfatiamo un mito, battesimo sì o battesimo no? Perché?

 

Sara: battesimo no per il semplice motivo che trovo giusto crearsi una propria identità indipendentemente dalle imposizioni dei genitori.

Marco: non trovo che il battesimo sia qualcosa di negativo. Se si parla di scelte autonome allora è giusto che non si faccia.

 

Giulia: sì è tradizione.

Leonardo: la fede andrebbe scelta quando è in grado di farlo.

 

Asilo nido, parenti o babysitter nel futuro?

 

Sara: un giusto equilibrio tra nido e parenti. La famiglia, quando c’è amore, è la scuola migliore per imparare a gestire i sentimenti e il rispetto mentre il nido lo trovo fondamentale per imparare ad interagire con estranei e coetanei.

 

Giulia e Leonardo: Asilo dall’anno prossimo sì, per farlo entrare a contatto con gli altri bambini

 

Ne farete un altro?

 

Sara: sai quando dicono che si dimenticano i dolori del parto? Beh aspettiamo che l’amnesia faccia effetto perché per ora sto apposto così ?

Marco: una mezza idea c’è dai ma non prima di 2 anni.

 

Giulia: 4,5 anche 10

Questa è la faccia di Leonardo alla risposta di Giulia ?

 

Ok vostro figlio è cresciuto, un’evoluzione della GenZ (i 2000) se dovessi scegliere come vorresti diventasse tuo figlio? Ecco le opzioni:

 

– la versione maschile di una pallossissima Greta Tumberg;

– la versione maschile di Elisa Maino (famosa star su TikTok);

– Billie Eilish che si taglia le vene;

– una bimba di Giuseppe Conte.

 

Sara: se avessi saputo che le opzioni erano queste non avrei procreato ? comunque preferirei diventasse chi sente di essere realmente, non ciò che gli altri vogliono che sia, qualunque siano i suoi ideali e le sue propensioni.

Marco:tra i tutti Greta mi sembra la meno peggio, almeno sembra credere in qualcosa

Leonardo e Giulia: In realtà vorremmo crescerlo a nostra immagine, il più possibile almeno.

 

Consigli per Millennial che vogliono avere un figlio?

 

Sara: non ci sono consigli giusti, ogni storia è a sé. Quello che mi sento di dire è di mettersi in testa che un figlio è una persona, come lo siete voi, un essere che non vi appartiene come potrebbe appartenervi una macchina o un paio di scarpe. Il vostro compito è quello di rendere un individuo autonomo e in grado di stare al mondo sulle proprie gambe e dietro la propria testa. Un bravo genitore diventa inutile per un figlio.

Marco: molti lo fanno per sentirsi amati, alcuni lo fanno con troppa superficialità. Avere un figlio non è obbligatorio, valutate bene.

Leonardo e Giulia: I figli si facevano anche in tempo i guerra, se c’è la voglia le possibilità e le risorse si trovano.