Età dei matrimoni: in Italia mai sotto i 30 anni. I Millennial valdostani sono quelli che ci mettono più tempo a decidere.
Sarebbe interessante capire perché il matrimonio alla valdostana si celebra (in media) a 37 anni. Difficoltà a viaggiare tra le impervie valli? Sindrome dello stambecco del Gran Paradiso (paura delle corna)?
A parte gli scherzi, lo slittamento del matrimonio in avanti è un tema classico dei millennial. E non è colpa nostra, ovviamente. Sulla decisione pesano: precarietà lavorativa (altrimenti detta Bamboccismo dai politicanti boomer) e il tipico narcisimo dei millennial (vuoi non cacciare dentro l’ingrediente base?).
Il maschio emiliano tardivo
Il grafico sopra mostra l’età del matrimonio in tutte le regioni italiane con la suddivisione per regione e per sesso. Non sono considerate le unioni civili il cui numero, al 2018, è di 2371, con Milano e Torino che guidano la classifica.
Come si vede nel grafico la regione nella quale sia i maschi che le femmine si sposano più tardi è la Val d’Aosta. I primi aspettano fino a 37,2 anni e le seconde pronunciano il “sì” quando hanno, in media, 34,3 anni.
In Emilia Romagna si scende di quasi 1 anno, ma comunque si è ancora abbondantemente sopra i 30 anni: i maschi emiliano-romagnoli si sposano a 36,9 anni e le femmine a 33,5.
Al Veneto il record di precocità matrimoniale
Il punto impressionante è che in nessuna regione (o provincia autonoma) italiana ci si sposa prima dei 30 anni. Quella che vede l’età più bassa è la Campania dove i maschi si sposano a 33,2 anni mentre le femmine a 30,4. In generale, però, al Sud ci si sposa prima: prima della Campania c’è, infatti, la Sicilia preceduta dalla Calabria e dalla Puglia. La prima regione del Nord con l’età più bassa è il Veneto dove i maschi si sposano a 35,4 anni e le femmine a 32,3.
Numeri che danno ragione a coloro che ritengono che i ragazzi (si fa per dire) italiani escano molto tardi dalla casa dei genitori e per questo possano essere definiti “mammoni”. Secondo la Banca d’Italia la colpa dei matrimoni così tardivi può anche essere responsabilità dei genitori.
Via Truenumbers.it
I dati: (Fonte Istat 2016)
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