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Come sono cambiati i diritti degli animali con la generazione millennial

10 Dicembre 2021
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Oggi si celebra la Giornata internazionale dei diritti degli animali.

Quando si parla di diritti per gli animali, il punto principale su cui ci si focalizza è il loro benessere e non inteso esclusivamente fisico, ma anche psicologico. Il benessere animale è stato definito da Huges, nel 1976, come «uno stato di salute completo, sia fisico che mentale, in cui l’animale è in armonia con il suo ambiente». Dopo di lui nel 1986 è stato definito da Bromm come «il benessere di un organismo è il suo stato di relazione ai suoi tentativi di adattarsi all’ambiente».

Le cinque libertà per il benessere degli animali

Nel 1965 il Brambell Report elencò le cinque libertà necessarie a garantire il benessere animale, i cinque principii devono essere rispettati per tutti gli animali detenuti dall’uomo.
Il benessere animale viene descritto in maniera chiara e concisa dalle cinque libertà.

  1. Libertà dalla fame e dalla malnutrizione.
  2. Libertà di avere un ambiente fisico adeguato.
  3. Libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie.
  4. Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali tipiche della specie.
  5. Libertà dalla paura e dal disagio.

Il benessere è un’esigenza primaria per gli animali, come per noi l’acqua, e soltanto nella metà del ‘900 si è iniziato a capire l’importanza di tutelare gli animali, dall’abbandono, dal maltrattamento, interessandosi anche alla salvaguardia degli animali negli allevamenti, nei trasporti e regolamentando anche l’alimentazione.

Quali sono i diritti di cani, gatti e tutti gli altri?

Nel 1978 in sede Unesco viene proclamata la Dichiarazione dei diritti agli animali. La Dichiarazione, pur priva di valore sul piano giuridico-legislativo, ha ancora oggi un grande valore simbolico e ha dato un grosso input per le legislazioni nazionali.

«Ogni animale ha diritto al rispetto, alla considerazione, alle cure, alla protezione dell’uomo, l’uomo in quanto specie animale non può attribuirsi il diritto di sterminare gli animali o di sfruttarli, violando questo diritto, nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti ed atti crudeli». Grazie a questa dichiarazione nasce la giornata internazionale dei diritti degli animali.

Gli animali non sono cose

Un altro anno da ricordare è il 2008, con il Trattato di Lisbona, quando per la prima volta gli animali non furono più considerate “cose” ma esseri dotati di sensibilità, cioè “senzienti”.

In passato gli animali erano “tutelati” semplicemente da comune senso di pietà verso di loro che l’uomo provava nel vederli soffrire. Il maltrattamento non era punito in quanto tale ma perché percepibile da terzi che ne potevano essere turbati, quindi si tutelava il sentimento dell’uomo mentre l’animale era solo l’oggetto materiale su cui ricadeva l’azione del reo.

Ma grazie alla crescente evoluzione del pensiero in senso favorevole alla soggettività degli animali e dei doveri degli umani verso gli animali, nel 1990 la Corte di Cassazione ebbe una svolta nell’evoluzione della concezione degli animali andandosi a focalizzare sulla sensibilità e quindi sanciva che il reato di maltrattamento di animali è integrato non solo da comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà verso gli animali, ma anche dalla volontà di infierire su di essi senza giustificazione sulla sensibilità dell’animale procurandone dolore, quindi andava a tutelare gli animali in quanto autonomi esseri viventi dotati di sensibilità psicofisica e capaci di reagire agli stimoli di dolore.

I reati e le pene previste dalla legge

La legge n. 189 del 2004 andò a introdurre il codice penale apposito per i reati commessi contro gli animali: con questa legge il maltrattamento perde la semplice natura contravvenzionale per acquisire una natura di delitto con l’aggiunta di pena detentiva oltre quella pecuniaria. I contenuti di questa legge riguardano il maltrattamento, l’uccisione, organizzazione di spettacoli, manifestazioni vietate e combattimenti.

L’articolo 544 bis punisce con la reclusione da tre mesi a 18 mesi per crudeltà o senza necessità cagioni la morte di un animale che sia proprio o altrui. L’articolo 544 ter tratta di maltrattamenti di animali, in particolare condanno da tre mesi ad un anno con multa da 3mila a 15mila euro chiunque pratichi lesioni e crudeltà a un animale, che lo sottoponga a fatiche insopportabili per le sue caratteristiche etologiche e che somministri sostanze stupefacenti.

Articolo 544 quater riguarda le manifestazioni e gli spettacoli che comportino strazio per gli animali, la multa fa dai 3mila ai 15mila con una condanna da 4 mesi a due anni. L’articolo 544 quinquies tratta dei compatimenti tra animali con una detenzione da un anno a tre anni con la multa che va da 50mila a 160mila euro. L’articolo 727 riguarda l’abbandono degli animali, la pena arriva a un anno o con l’ammenda da mille a 10mila euro.

I cani e i gatti per la nostra generazione

È evidente come negli ultimi decenni si è sempre fatta più attenzione alle necessità degli animali. Basti pensare a tutte le associazioni che sono nate per la loro tutela, all’attenzione che si ha nei confronti del proprio animale domestico come se fosse un figlio, a come, se si pensa ai cani, hanno invaso le nostre vite. Oggi li puoi vedere al parco come al ristornate, posso stare con te al lavoro, possono “lavorare” come cani per la pet therapy. Il mondo è cambiato, o almeno la concezione e la coscienza delle persone (non di tutte) è cambiata, in meglio.

Spesso si ha la sensazione che siano solo un’aggiunta alla vita dell’uomo, delle comparse, ma non è così, sono essenziali e importanti quanto noi e come tali è loro diritto essere protetti e tutelati dalla legge proprio come noi. Dal punto di vista legale, si sono fatti passi avanti, ma c’è ancora molta strada per garantire agli animali pieni diritti e per tutelarli, per questo è importante ricordare la Giornata internazionale dei diritti degli animali, per poter migliorare le loro vite sempre di più ogni giorno.

Foto copertina Pixabay

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