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Masturmay ci ricorda che le ragazze Millennial hanno il diritto di essere arrapate

12 Maggio 2020
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Maggio è il mese della masturbazione e sui social impazza l’hashtag #masturmay: è tutto un fiorire di post di persone che raccontano come si masturbano, quali sex toys usano e preferiscono, quando hanno iniziato a masturbarsi, dove preferiscono farlo e via discorrendo. Si tratta principalmente di donne.

Che si tratti soprattutto di donne non è irrilevante, se consideriamo che la sessualità femminile e in particolare la masturbazione sono argomenti che – nonostante il boom di sex blogger degli ultimi anni – sono ancora un tabù.

La bolla delle sex blogger

Fintanto che ci si muove nella bolla delle sex blogger è tutto super wow: si parla di sesso in maniera disinvolta, disinibita, provocatoria, ironica, ma appena si mette il naso fuori, si prendono mazzate sui denti.

E io ne so qualcosa.

Il mio essere così a mio agio con la sessualità e soprattutto il fatto che ne parlo pubblicamente in modo sereno e disincantato, vengono visti dalla suddetta bolla come qualcosa di meraviglioso e mistico. Manco fossi la Madonna di Porn, ma fuori da quella stessa bolla mi rendono una puttana, con l’aggravante di essere femminista, una che scoperebbe con chiunque.

E il bello è che hanno ragione: io scoperei davvero con chiunque, se chiunque fosse degno di attirare la mia attenzione. Purtroppo di solito mi imbatto in persone così prive di qualsiasi appeal, che preferisco di gran lunga masturbarmi.

Che cos’è Masturmay?

E qui torniamo a #masturmay.

Non so come viviate l’onanismo e da quanto lo pratichiate, ma per me è fondamentale, anche se in adolescenza mi sono spesso chiesta se fossi anomala.

Se essere arrapata a metà degli anni ‘90 per una femmina non era sdoganato come lo è adesso (oddio, manco adesso lo è, ma almeno ci sono queste fottute bolle che danno un po’ di respiro), immaginate cosa significhi essere arrapata in un paesino di 10 mila abitanti dove le tue amiche sembrano essere passate dal limone alla scopata senza soluzione di continuità e tu, che hai una relazione stabile col tuo clitoride, non riesci a comprendere questo passaggio repentino e rosichi, perché – bello masturbarsi, eh – ma hai una voglia di ammucchiarti, che Dioniso lèvate proprio.

La dura vita di paese dell’arrapata

Non avevo mai detto a nessuno che mi masturbavo, invidiavo i miei amici che raccontavano le occasionali seghe in gruppo per vedere chi schizzava più lontano: a ripensarci sembra una leggenda metropolitana.

Loro si sfottevano sulla masturbazione, ne facevano argomento di discussione, noi ragazze niente. Le mie amiche si limitavano a riderci su mentre io ci soffrivo, mi mancava questo aspetto comunitario legato alla sfera sessuale e avrei voluto partecipare a quegli eventi di masturbazione collettiva, più per l’aspetto antropologico che altro, a essere sincera. Essendo l’unica che si interessava al sesso, mi ero fatta la nomea della porca.

Per capire come funziona la masturbazione femminile ho dovuto buttarmi sugli opuscoli medici

Mi piaceva leggere opuscoli medici che descrivevano il corpo umano e in particolare le zone genitali, mi perdevo in libri dove a una certa i personaggi ci davano dentro, o quantomeno speravo sempre che i personaggi ci dessero dentro, prima o poi. Ho consumato Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, rileggendo periodicamente i passaggi in cui Christiane raccontava sia le esperienze da puttana che i suoi rapporti con Detlef, il suo ragazzo tossicomane e marchettaro come lei. Ponevo domande che mettevano lievemente a disagio mia madre, provavo a parlarne con mia sorella, che all’epoca era restia ad affrontare l’argomento, allora tentavo con la cugina con la quale sono cresciuta, con le amiche e gli amici.

Il punto è che sembravo sempre quella più curiosa verso l’argomento, più dei ragazzi stessi, il che strideva. Nell’immaginario comune sono i maschi ad avere la libido a mille, forse i miei amici erano arrapati ma pudici, cosa che io non ero particolarmente. Pudica, intendo.

I miei interventi erano un susseguirsi inesorabile di doppi sensi, battute maliziose, frasi sboccate. Non sapevo come diamine contenere quel desiderio che non si esauriva toccandomi.

Ma le ragazze si masturbano… davvero? Pazzesco!

Un pomeriggio mi decisi e chiesi alle mie amiche se si toccassero, la risposta fu lapidaria: no, nessuna. Forse una ci aveva provato ma aveva lasciato perdere, perché le era sembrato strano. Ricordo che mentii, vergognandomi, non so se più per avere tradito me stessa o perché mi sentii diversa, inadeguata.

Di recente ho visto la diretta di una coppia che seguo con molto piacere sui social: si chiama Pupu Tong Tong, che vuol dire ordinario in cinese.

In sostanza diceva che nella nostra cultura la donna si masturba per conoscere sé stessa, mentre l’uomo per sfogarsi. Queste prospettive sono parziali, perché l’uomo si limita a menarsi l’uccello per svuotare i testicoli, negandosi la possibilità di sperimentare altro, per esempio la stimolazione anale e prostatica. Mentre sembra che le donne debbano masturbarsi per entrare in contatto col proprio inner-self, come direbbero gli anglofoni, quando magari avrebbero solo voglia di trastullarsi.

La dicotomia: uomo-bestia e donna-essere sacro è svantaggiosa per entrambi e, se mai dovessi scegliere, non avrei dubbi: bestia!

Il sesso per me non è un rito ascetico nel quale cercare di elevare la mia anima ma un baccanale e, se sono sola, l’orgia la faccio nella testa.

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