fbpx

Perché tradiamo? È uno sbattimento!

10 Agosto 2020
3079 Visualizzazioni

Con l’estate ci vengono i bollori e ci arrapiamo che manco i bonobo, dai quali noi millennial dovremmo prendere esempio (non solo a livello sessuale!), anziché andare verso l’estinzione come i panda.

 

Ce lo ha detto anche Camilla Tombetti che a questo giro i tradimenti subiranno un’impennata a causa della reclusione forzata per via del Coronavirus. Gli italiani e le italiane parlano di trasgressione, io la chiamo deficienza. Sì, perché tradire è sinonimo di (almeno una) mancanza: lealtà prima di tutto.

 

Perché si tradisce?

La gente vuole trasgredire regole che nessuno le ha imposto, il massimo dell’assurdità! Conosciamo una persona (mi raccomando UNA!) che ci piace, la cosa è reciproca, iniziamo una relazione dove molto probabilmente non si mette in discussione il fatto che si possa provare interesse anche per altre persone, figuriamoci frequentarle, farci sesso e – why not?! – innamorarsene, e poi – a un certo punto – la relazione nella quale nessuno ci ha imposto di stare a queste condizioni, inizia a diventare stretta, talvolta soffocante e cominciamo a desiderare e sognare altre esperienze. Oppure ci troviamo tutto sommato bene, ma ci manca (ve lo avevo detto!) qualcosa.

Scappatelle estive…ma scappatelle da cosa?

Abbiamo l’abitudine di pensare che l’estate porti con sé la voglia di spensieratezza, di libertà e di sesso focoso, specialmente con persone a malapena conosciute (vicine di lettino in spiaggia? Matchate su una app di incontri? Incontrate in discoteca senza poterci ballare assieme?). Riponiamo in questa stagione una serie di aspettative, come se fosse l’unico momento dell’anno in cui poter esprimere i nostri desideri, anche sessuali, e smarcarci dalla frustrazione dei mesi precedenti. L’estate per molte persone significa “ferie”, ossia quella finestra di libertà assaporata a piccole dosi durante il resto dell’anno. Un ponte qui, un week end lungo là, in un’inesorabile sequela di attività routinarie che ci affliggono sempre di più.

 

Non è l’estate, è che facciamo oggettivamente una vita di merda!

 

Lavoriamo come somari cercando di sopravvivere alla moltitudine di spese: affitto, mutuo, bollette, tasse, spese mediche, bolli, assicurazioni, abbonamenti. Quello che spendiamo per piacere lo definiamo “extra!”. Extra?! Ci facciamo il culo almeno 8 ore al giorno per stipendi da fame e andare a bere qualcosa fuori o fare un viaggio sarebbero “extra”?!

Ci vincoliamo in relazioni monogame che spesso e volentieri ci soffocano e ci fanno sentire ingabbiati e infelici, almeno parzialmente, e non perché non amiamo più o proviamo attrazione per chi ci sta accanto, ma perché vorremmo che quell’unica persona contenesse in sé tutti i nostri desideri e speranze e ci desse soddisfazione, senza chiederci se provi lo stesso inappagamento per le medesime ragioni.

Come rivoluzionare il concetto di coppia

Mi sembra evidente che sia necessaria una sovversione relazionale per arrivare a un riassetto sociale e quindi anche lavorativo.

Altro che tradimenti sotto l’ombrellone: se il ‘68 ha avviato un discorso, adesso tocca a noi farcene carico e mettere in pratica quelle istanze.

Millennial e generazione Z: uniamoci!

Tradire significa ricorrere a sotterfugi, mentire, venire meno a un patto implicito di fiducia in una spirale di bugie e incognite che francamente sono uno sbattimento.

Ma chi ce lo fa fare di rischiare di dimenticare la versione dei fatti che abbiamo dato, di farci sgamare messaggi ambigui o esplicitamente fedifraghi, di dover prestare attenzione a oggetti e indumenti che potrebbero far trapelare il tradimento?!

Dai, non vale la pena.

Meglio essere single oppure guardare in faccia la realtà e mettere in discussione la propria relazione provando a confrontarsi sulla possibilità della coppia aperta o del poliamore.

Il lavoro è lungo e difficile, perché – oltre a mettere in crisi questioni complesse come gelosia e possesso – va a minare un ordinamento sociale, fondato sulla famiglia formata da due partner + eventuale prole.

 

Non vi sto dicendo che dobbiamo trasformare la nostra vita in un’orgia (che tutto sommato complessivamente sarebbe di gran lunga meglio di quella che conduciamo adesso). Ma di ripensare al modo in cui creiamo relazioni, alle regole implicite che ci diamo dando per scontato che debbano essere basate sull’esclusività, la proprietà e la continuità, come se al di fuori di tali presupposti ci fosse il Far West.

 

Lo facciamo perché conosciamo solo questo modo, perché l’impianto sociale nel quale viviamo è basato su questo. È come pensare che il sesso sia “un solo pene + una sola vagina” e tutto il resto sia strano, trasgressivo, indecente, a partire dal sesso anale. Vi è mai capitato di parlare di sesso con altre persone e di sentire usare espressioni come «lo abbiamo fatto “normale”» per riferirsi alla penetrazione vaginale sottintendendo che farlo anale fosse quindi “anormale”? A me sì, e anche spesso.

 

Verso un nuovo amore

Possiamo avere di meglio, ma dobbiamo volerlo davvero, dobbiamo complicarci la vita se la vogliamo semplificare e, no, non è una supercazzola e nemmeno una frase alla Osho, a cui preferisco contrapporre Mao Tsé-Tung e la sua celebre “La rivoluzione non è un pranzo di gala” (la frase continuava con un incitamento alla rivoluzione e annunciava la violenza della stessa. Magari proviamo a non spargere sangue, per favore!).

 

Tornerà l’autunno, arriverà l’inverno e ancora la primavera, prima di una nuova estate, e noi saremo persone nuove, pronte ad amarci e scopare senza dirci bugie, senza incorrere nell’ansia, nel tormento, nel dolore, nell’angoscia. L’adrenalina non sarà dovuta al fatto che abbiamo il cuore a mille per la cazzata che stiamo facendo ma per l’eccitazione di una nuova esperienza che ci aspetta, alla luce del sole.

Non saremo più cervi, con corna tali e tante da significare l’onta ricevuta, ma bonobo pronti a vivere in un nuovo mondo di sesso e amore liberi. Felici e liberamente arrapati!

Leggi anche: