Addio selfie.
Poparazzi è una nuova app per la condivisione di foto. Ma non foto comuni. Come suggerisce il nome, il nuovo social network suggerisce di diventare “paparazzi” dei propri amici e, di conseguenza, essere paparazzati da loro.
Come funziona Poparazzi?
L’app vieta i selfie e rende addirittura impossibile l’uso della fotocamera frontale. Il profilo si può dunque arricchire solo grazie a foto della persona proprietaria fatte da altri. Il soggetto fotografato può al massimo decidere di rimuovere da sé le foto che non gli piacciono o nelle quali è uscito troppo male.
Ma Poparazzi non si ferma qui: le foto non hanno didascalie, non esistono i “like”, non si può commentare e soprattutto non è previsto un conteggio dei followers. Su Poparazzi si esiste come entità umane e non personaggi alla ricerca di fama.
É il social del momento
Poparazzi è stata lanciata il 24 maggio 2021 dai fratelli Austen e Alex Ma, californiani doc non ancora trentenni. Già due anni fa avevano provato a sfondare con TTYL (talk to you later), uno spazio digitale in cui gli utenti potevano parlare fra loro in gruppi più o meno numerosi. TTYL raccolse diversi milioni in finanziamenti, ma non sfondò mai per davvero. Poparazzi invece sembra aver raccolto già abbastanza iscrizioni da essere vista come l’app del momento, e continua a raccogliere adesioni proprio grazie alle sue modalità controcorrente.
Nei suoi primi giorni di vita Poparazzi è andata molto bene: è già la più scaricata nell’App Store statunitense e sta velocemente arrivando anche in Europa. Al momento è usufruibile solo dai dispositivi Apple ma il team sta lavorando giorno e notte per integrarla al playstore Android.
Poparazzi piace ai millennial
Perché Poparazzi piace ai millennial? Perché è anti ego. L’app si presenta come una sorta di Instagram senza celebrazioni, volta a preservare l’autenticità della persona. Per combattere i social riempiti di apparente perfezione, Poparazzi si schiera contro la gara per l’attenzione di cui Instagram è invece la promotrice ufficiale. Quando postiamo foto di noi stessi online cerchiamo comprensibilmente di condividere i momenti più belli e interessanti, quelli in cui appariamo belli e felici. Questa nuova app vuole invece essere un luogo in grado di eliminare la ricerca della perfezione alienante degli ultimi anni.
L’approccio egoriferito di molte piattaforme (a cui segue un naturale iper sviluppo delle fotocamere frontali degli smartphone) è stato più volte criticato anche dagli influencer che vogliono invece un’immagine più genuina del proprio Io-Social. In questo modo, Poparazzi presenza senza dubbio un approccio innovativo e pionieristico.
Poparazzi potrebbe cambiare il mondo dei social?
Oltre all’impronta futuristica lanciata da fotografie scattate per alimentare la curiosità altrui, Poparazzi si dota indubbiamente di tratti peculiari e interessanti. Un social che nasce non per mostrarsi ma semplicemente per “esistere” è decisamente un’idea che ancora non aveva avuto nessuno e che porterà a modificare il modo in cui noi stessi immaginiamo la nostra vita online. Basti pensare all’idea di eliminare il concetto di follower: non c’è più una separazione fra personaggio e platea, ma chiunque può essere qualcuno o decidere di essere semplicemente nessuno.
Puntuali come un treno in Giappone, non mancano perplessità e dubbi. Con buone probabilità, i fautori di Poparazzi si ritroveranno fra le mani un ecosistema di critiche e hater incattiviti dalla questione privacy. Non è difficile immaginare contesti e situazioni complicate che potrebbero emergere in conseguenza al fatto che qualcuno faccia una foto ad altri senza il loro permesso e consenso. Sono tante le piccolezze che Poparazzi dovrà sistemare prima di lanciarsi nel business dei social network ma, intanto, ha già superato il milione di iscritti.
Foto in copertina: @david_baxendale
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