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Cos’è l’abitudine? La padrona che tratta il tuo cervello come un cane

21 Novembre 2017
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Cos’è l’abitudine? Una dittatura. Oltre il 40% delle azioni compiute da te non sono decisioni, non sono scelte consapevoli, ma abitudini. Puoi liberarti da questa schiavitù? Ma, soprattutto, lo vuoi davvero?

 

Sì, è capitato più di una volta che venissero commessi omicidi per abitudine e non per scelta e la corte statunitense dichiarasse l’imputato innocente.

Bene, ora che ho la tua attenzione e ti auguri, leggendo, di poter dimagrire per abitudine, o per lo meno uccidere il tuo ex senza andare in galera, possiamo andare avanti.

Questa non è una recensione di un libro, sono frasi a caso per convincere l’amico che tanto non leggerà mai quello che gli consigli di quanto sia interessante la lettura Il potere delle abitudini di Charles Duhigg. Oltre un milione di copie vendute, best seller e bla bla.

Ci sono abitudini stupide: vi allacciate prima la scarpa destra o la sinistra la mattina ad esempio? E ce ne sono altre che ti portano a fumare e a ingrassare.

Che cos’è l’abitudine? Sono ciò che massimamente detta e scandisce le nostre vite, sono ciò che le grandi aziende cercano di scoprire quando paghi al supermercato con il bancomat o la postepay, quando utilizzi la carta fedeltà per ricevere i punti fragola. Le stesse aziende che ti fanno trovare all’ingresso di tutti i supermercati del mondo la frutta e la verdura fresca così che tu più in là possa comprare più porcherie. Gli algoritmi di Facebook ed Instagram analizzano ogni volta che accedi ed interagisci proprio per poter definire le tue abitudini: conoscerle significa poterle alterare.

Capire cos’è l’abitudine è il primo passo per poterla sfruttare Non è facile, ma se ammaestri il tuo cervello con biscottini e strategie pavloviane, puoi riuscire a perdere qualche chilo. Sempre se le marche non capiscono prima come farti mangiare più patatine.

Il fatto è che quel bel cucciolone glabro del tuo cervello non distingue tra abitudini buone e abitudini cattive, tra il jogging il McDonald’s. E’ solo in cerca della tranquillità, di una cuccia calda in cui raggomitolare l’imprevedibile allungarsi dei giorni. È proprio dai nostri neuroni che parte tutto.

Le abitudini creano bisogni: è il cervello che ha il bisogno, non lo stomaco ad avere fame.

Questo è un punto chiave per capire cos’è l’abitudine. E’ come il dolce della domenica, tu sei sazio da un pezzo ma il tuo cervello lo richiede.

Il potere delle abitudini di Charles Duhigg mostra come queste siano divise in fasi. E cioè:

 

Segnale – Routine – Gratificazione

Vedo un hamburger – mangio – sono felice.

E voi mi direte grazie al…

Be’, dovete sapere che, per arrivare a formulare questo, il MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha dovuto fare ricerche costosissime, per anni.

Le abitudini scattano dopo un segnale semplice, se soddisfatti si ha una gratificazione.

Per modificare un’abitudine o crearne una bisogna individuare un input e capire la gratificazione. Modificheremo quindi l’abitudine ma cercando la stessa gratificazione.

Si può anche eliminare un’abitudine eliminando un input. Un  maggiore statunitense in servizio in Iraq ha evitato stanco delle proteste violente che accompagnavano ogni suo ritorno, a un certo punto ha vietato ai kebbabbari di vendere il cibo in piazza. Gli iracheni continuavano sì a radunarsi in centro, ma arrivati a sera invece di protestare tornavano a casa, affamati. Proprio modificando le abitudini vengono formati i militari di mezzo mondo.

Grazie alle abitudini gli alcolisti anonimi sono riusciti a far funzionare le loro tecniche: per cambiare un’abitudine minore dobbiamo prima poter accettare che ci possiede, ammettere la sua forza.

Ma le abitudini non sono solo fumo, alcool e chili di troppo.

Avete presente quando vi sembra che la musica che passa sia tutta uguale? Ecco, è proprio così.

La familiarità con quel suono ci permette di farci piacere una nuova canzone ed evitare di cambiare stazione. Le radio sanno bene cos’è l’abitudine e come funziona. L’unico trucco per farti ascoltare qualcosa di davvero diverso consiste nell’inserire tra canzoni a te familiari una traccia audio nuova. Lentamente la percepiremo come parte della famiglia. Ovviamente le radio non si eccedono in questo stratagemma, se non ci sono morti pressioni e investimenti delle case discografiche.

Proprio grazie alle abitudini sociali si è arrivati da Rosa Park’s che non si alza sull’autobus alle proteste non violente per i diritti dei neri e a Martin Luther King.

Per cambiare quindi non è necessario essere motivato, riempirti di frasi e stati motivazionali sul display, servirti di coach con corsi da millemila euro. E’ più facile essere organizzati. Ecco perché chi eccelle ha spesso dei tratti ossessivi, non dei motivatori dietro di lui.

“Se possiamo modificare le nostre abitudini allora dobbiamo farlo” scrive Charles Duhigg.

Per questo, dopo avere capito cos’è l’abitudine, ho deciso di andare in palestra, dedicare tempo alle lingue e alla lettura e premiarmi (gratificazione) con fritto e pizza una volta alla settimana e 2 cubetti di cioccolato ad ogni sessione di lettura. Risultato? Continuo a mangiare piadine e il cioccolato equosolidale è finito da un pezzo.

Mi auguro che voi siate lettori più attenti e troviate Il potere delle abitudini di Charles Duhigg utile oltre che incredibilmente interessante e ricco di storie, cosa che di sicuro è.

La recensione del Vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia:

 

Link per acquistare il libro in sconto:

https://www.ibs.it/potere-delle-abitudini-come-si-libro-charles-duhigg/e/9788850236909

https://www.lafeltrinelli.it/libri/charles-duhigg/potere-abitudini/9788850236909

https://www.amazon.it/potere-abitudini-formano-condizionano-cambiarle/dp/8850236905

 

Il sito di Charles Duhigg:

http://charlesduhigg.com

 

Il cioccolato fondente equosolidale per premiarsi:

http://www.altromercato.it/it_it/prodotti/mangia-e-bevi/cioccolato-e-dolcezze/tavolette/cioccolato-mascao-fondente-extra-85-bio.html

 

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