Se vuoi essere felice vai in Finlandia, però poi non suicidarti
Il 1° aprile (che sia un pesce d’aprile?) all’Università Bocconi di Milano si parlerà della ricerca che ha portato la Finlandia in cima alla classifica della felicità
Alle Nazioni Unite è stata presentata la settima edizione dell’annuale World Happiness Report, con la classifica di 156 Paesi del mondo valutati in base alla percezione della felicità dei propri cittadini.
Secondo i risultati dello studio, realizzato con la Fondazione Ernesto Illy, è di nuovo la Finlandia il Paese più felice del mondo, mentre l’Italia è al 36esimo posto, in netta salita rispetto al 47esimo posto dello scorso anno: questo è quanto emerge dai dati raccolti dal 2016 al 2018 dalla società di consulenza e statistica Gallup.
Così il 1 aprile si terrà a Milano, è stato organizzato un evento in cui saranno approfonditi i temi nel report. Saranno presenti Jeffrey Sachs e gli altri autori del rapporto, Andrea Illy, presidente di Illycaffè, Gianmario Verona, Rettore della Bocconi, Letizia Moratti.
Andrea Illy, che da sempre considera la felicità importante sia da un punto di vista economico che di politiche aziendali, sottolinea come questa nuova edizione del rapporto, che esplora i legami tra felicità e comunità, uso della tecnologie a partecipazione al voto, arriva in un momento di «transizione verso una nuova era, dominata da un processo di deglobalizzazione di fondo. Questo genera un senso di incertezza. La felicità sociale è proprio per questo sempre più rilevante».
Scandinavia, felici da morire
Ma se nei cinque Paesi scandinavi (Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda) possono vantarsi di essere in vetta alla classifica della felicità, la domanda è: perché questi popoli sono così inclini al suicidio?
La Finlandia ha elaborato il sistema scolastico più all’avanguardia e la Svezia è un esempio di società laica, multiculturale, moderna e industriale invidiata da tutti. La Norvegia è ricchissima di petrolio e i proventi delle estrazioni sono in gran parte reinvestiti in cause etiche. In Islanda la parità di genere è normalità e gli uomini sono più longevi d’Europa.
Judith Woods del Telegraph ha scritto: «Vorremmo tutti essere scandinavi!». E lo vorrebbero essere i progressisti di tutto il pianeta: «Se volete il sogno americano, andate in Finlandia», ha detto il laburista inglese Ed Miliband.
Ma il giornalista Michael Booth ha definito gli scandinavi The Almost Nearly Perfect People: Un popolo quasi perfetto. Perché a sbirciare meglio in queste società nordeuropee si scopre un quadro meno edificante. Se questi scandinavi sono così felici, perché sono i più grandi consumatori al mondo di farmaci antidepressivi?
Se non ti suicidi ti freddo
I finlandesi hanno anche il primo tasso di omicidi pro capite d’Europa. Felicissimi e solissimi. In Svezia, in trent’anni, il numero medio di persone presenti ai funerali è passato da 49 a 24. In Svezia si muore soli più che altrove nel resto del mondo. Stoccolma è nota come “la capitale mondiale dei single”. Uno svedese su dieci se ne va al creatore senza parenti.
Tre appartamenti su cinque hanno un solo abitante. Le donne ricorrono di più all’autoinseminazione artificiale rispetto al resto del mondo. Arriva un kit a casa con il corriere e formano da sole una famiglia. Secondo People in the EU, una nuova pubblicazione di Eurostat, i danesi al 45 per cento vivono da soli, seguiti da un altro paese felice, la Finlandia.
Se la Finlandia ha il record di suicidi in Europa, in ogni caso la Svezia detiene quello di volontari dell’Isis e la Norvegia è sul podio come tasso di consumo di eroina.
Nessuno è ancora riuscito a spiegare il perché.
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