Come affrontare il primo San Valentino dell’era NFT? È il momento dell’unboxing digitale

18 Gennaio 2022
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Lo chiediamo al millennial esperto di regali luxury Giorgio Finzi, fondatore di 4Gifter, leader dell’e-gifting, che spiega come si sta evolvendo il concetto di gift card.

Ogni startupper ha la sua annedottica. Giorgio Finzi, classe 1988, laureato alla Bocconi, dice che tutto è nato perché doveva consegnare un bel regalo in poco tempo a una persona che viveva a Parigi. E non riuscendoci, ha capito: non c’era nessuno a garantirgli quel servizio. 

Ci piace pensare a un pacchetto con una confezione elegante e luccicante, diretto a una persona speciale, o a un grande amore di stanza nella città più romantica. 

Ma quello che importa è che nel 2015 Giorgio ha fondato 4Gifters in compagnia di altri ragazzi cresciuti osservando le strategie dei grandi marchi filtrate da famiglie impegnate nel settore. C’è lui, c’è Francesco Carrozzini, fotografo di moda classe 1982 (la cui mamma si chiamava Franca Sozzani, autorità indiscussa del mondo Vogue), c’è  Alessandra Bruno da New York.

Ecco che, a dicembre del 2021, 4Gifters, dopo aver conquistato una leadership nel settore dell’e-gifting, ossia del regalo elettronico di lusso, e dopo esser diventata una partecipata di Ebay, ha chiuso un round di serie A con Sinergia Venture Fund per continuare la sua espansione internazionale.

Da sinistra: Giorgio Finzi, 33 anni, CEO e Founder e Giacomo Pichetto di Synergo Capital. Courtesy 4Gifters – Studio Ciappi

Ora, non si pensi che in questi sei anni i ragazzi di 4Gifters abbiano avuto la vita facile per la familiarità con il settore luxury. Nel 2015 nessuno nel mondo del lusso aveva una risposta sostenibile, o quantomeno originale, all’e-commerce del regalo. Che è essenziale se si pensa che vale il 40% di quel mercato (fonte: Altagamma). E dunque la squadra era vista con «una certa diffidenza» dice Giorgio. 

Un ostacolo uguale, democratico, per chiunque fondi una startup in Italia, no?

«Sì non bisogna pensarci sopra troppo, né demoralizzarsi, è normale e lo era ancor di più sei anni fa, trovare delle resistenze davanti a un gruppo di giovani con idee fino ad allora mai testate da parte dei brand».

Infatti a capire la potenza dell’idea non sono stati loro, ma un big tech dell’e-commerce del peso di Ebay.

«In qualche modo Ebay ci ha cercato ed è entrata in partecipazione con noi nel 2016 perché ha capito che la nostra forza era la tecnologia più che l’obiettivo b2c. Ovvero che non avevamo bisogno di dipendere dai brand e dai loro prodotti, ma avevamo un servizio pronto per loro».

Che servizio era?

«Un bottone»

Eh?

«Sì un bottone da incorporare nelle schede prodotto, un canale per isolare, impacchettare, e personalizzare il regalo, attraverso i fornitori da noi scelti per le confezioni. Un tool (di nome 4gift, ndr), già attivo anche negli Stati Uniti dal 2020. Per noi tutto diventava più semplice, non avremmo dovuto più preoccuparci di gestire il singolo prodotto perché il flusso fisico non sarebbe più passato da noi».

Facci un esempio

Sono sul sito di un grande brand di lusso, scelgo il regalo, ed ecco che con il nostro bottone lo invio. Non tracciamo nulla, ci serve solo una mail. L’unboxing è digitale, poi le persone che lo ricevono possono decidere colore, taglia e come trasformarlo in un regalo reale.

Ora che il problema del regalo parigino è risolto, sebbene in un modo che non ti aspettavi, qual è la nuova frontiera dell’e-gifting?

«Il regalo digitale apre prospettive entusiasmanti e i nostri partner lo guardano con grande interesse. La tecnologia degli NFT (non fungible token, ndr) garantisce tramite la blockchain che un regalo virtuale abbia un valore reale, che quindi non sarà da meno di un regalo fisico».

Anche se ne ha appena parlato perfino il Tg1, testata d’elezione dei tardo boomer, non credi che quello di NFT sia un concetto difficile da capire per i meno avvezzi all’e-shopping?

«Sì ma credo che i vantaggi dell’uso saranno immediatamente comprensibili»

Quali sono i vantaggi di un regalo che non puoi immediatamente toccare, mangiare, annusare o scartare sotto l’albero di Natale?

«Non sbaglio di tanto se dico che nove volte su 10 vorremmo cambiare un regalo ricevuto, no? Bene, con un regalo digitale ricevi una sorpresa che ha un valore vero e non solo simbolico. E hai la possibilità di cambiarlo senza andare comunque in negozio. Non metterò mai in discussione l’esistenza del regalo sotto l’albero».

Quei riti social che citi, l’unboxing e l’unwrapping, la moda di farsi i video mentre apriamo e scartiamo, fisicamente, i pacchi, non sono in pericolo?

«È una opportunità anche nel caso del regalo digitale. Alla quale si aggiunge anche la possibilità di fare vedere ai propri amici la reazione di chi riceve, incluse le prove per cambiarlo o cambiarne il colore».

Giorgio Finzi (da LinkedIn)

Fammi degli esempi concreti in cui un regalo virtuale può migliorare la vita.

«Hai lavorato fino a tardi e domani è San Valentino. Con gli e-gift risolvi il tuo problema in cinque minuti. Sei in quarantena e non vedrai la tua fidanzata per il suo compleanno. Un e-gift anche in 3D, è sempre una soluzione. Dirigi un’azienda e devi risolvere il problema dei regali di Natale a clienti e fornitori. Possibilmente risparmiando il tempo e il denaro delle consegne? Con il regalo digitale puoi fare davvero una bella figura».

Restiamo su San Valentino e il regalo digitale nella sua possibile evoluzione sul Metaverso. Ipotizziamo: compro un gioiello. Ci saranno persone accetteranno un anello virtuale che possono esibire solo in questo mondo parallelo?

«In quel caso forse l’importante è che tu spenda una cifra convertibile in un anello vero. Ma l’effetto sorpresa dovrebbe rimanere lo stesso. Quanto al Metaverso sono sicuro che ci sarà da divertirsi».

Hai studiato il target di questo regalo digitale? 

«È un prodotto che piace molto alla fascia che va dai 25 ai 35 anni. Forse perché sono quelli che lo capiscono meglio»

Quello è anche il pubblico che sogna di aprire una propria startup. Che cosa gli consigliamo?

«Di non scoraggiarsi per le valutazioni negative, ma anche di fare molti testi con gli amici. Se 100 amici ti rispondono che userebbero la tua idea, hai il dovere di andare avanti».

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