Emoscambio: per quelli che hanno sempre pensato si trattasse di trasfusioni

3 Ottobre 2017
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Una taffata salverà il mondo: era lo slogan di una strana “setta”. Mentre sbirciavi fuori dal finestrino e non capivi (o travisavi, o chiedevi a tuo cugino) la parola Emoscambio, là fuori qualcuno professava e praticava scienze orgasmiche e vendeva cinture di castità made in Sicily

Quando leggevamo la scritta Emoscambio non conoscevamo lo slogan Una taffata salverà il mondo? Chiunque sul finire degli anni Settanta fosse un fanciullo che si affacciava al mondo con il naso appiccicato al finestrino posteriore dell’auto di papà, se rovista nel cassetto dei suoi ricordi, tra la figura inquietante del Mago G e lo skyline notturno della Milano da bere, molto probabilmente ritroverebbe anche quella semplice quanto enigmatica scritta che, a quei tempi, faceva capolino un po’ ovunque: dai muri dei palazzi in costruzione ai viadotti autostradali. Il più delle volte accompagnata da un numero di telefono lasciava immancabilmente dietro di sé una scia di mistero.

A quei tempi non c’erano Google e Wikipedia a fornire risposta a tutte le nostre domande così, i più, si accontentarono della versione del cugino di turno che spiegava che Emoscambio era una parola derivante dal greco e di un numero da chiamare in caso di trasfusioni di sangue urgenti. A fronte di tale rassicurante delucidazione l’alone di mistero intorno alla scritta sbiadiva fino a scomparire, come poi fecero nel giro di pochi anni quelle stesse scritte sui muri.

Oggi, in overdose di informazioni, una réclame in stile retrò buttata in chat dall’amico burlone, può essere la scintilla che riaccende in noi la bramosia di sapere, quel fuoco che arde le nostre menti e che può essere spento soltanto alla fonte della conoscenza?


Beh se la reclame è quella della Virgo-Virginis S.p.A. di Palermo, il prodotto pubblicizzato è una bizzarra cintura di castità sinistramente simile ad una tagliola per piselli, la rivenditrice esclusiva per Italia, Svizzera, Francia, Portogallo e Spagna risponde al nome di IMMACOLATA SCOPANDA e se in quella reclame riconosciamo la scritta che tanto ci inquietava da piccini la risposta è sì.

Una prima ricerca veloce su Internet, oltre ad escludere la pista “trasfusioni”, ci porterebbe a pensare a questo fenomeno come ad una semplice bravata divenuta seriale, insomma a qualcosa di non molto differente da un “Viva la fica” qualsiasi.

Invece la realtà che si cela dietro alle scritte è se possibile ancora più spiazzante delle scritte stesse e, in fin dei conti, è ancora tutt’altro che chiara e probabilmente resterà tale.

Per prima cosa il numero telefonico: a differenza del numero che accompagna le più svariate offerte di prestazioni sessuali in ogni bagno di autogrill che si rispetti, era sempre lo stesso. Il recapito sarebbe stato quello di un’abitazione privata dove viveva un tale Vito Cosmaj, autore di alcuni trattati di fisiologia nonché, senza falsa modestia, di un Vangelo Secondo Vito Cosmaj. Il testo in questione vi sarebbe stato recapitato comodamente al domicilio previo versamento di almeno 10.000 lire a favore di un fantomatico Istituto Italiano di Fisiologia.

Scopo di questo istituto era il divulgare, a mezzo di volantini riccamente illustrati, la corretta posizione da tenersi durante l’accoppiamento: quella della copula naturale, tipica di tutti gli animali. Giacché far l’amore a letto nella posizione del “missionario” sarebbe stata non solo una perversione inaccettabile, ma anche una pratica sbagliata, innaturale, non fisiologica e, sostanzialmente, dannosa per la salute.
Il perno fondante di questa concezione era la cosiddetta Tecnologia dell’Amplesso Fisiologico, T.A.F. per gli amici. Tecnica in cui, senza tanti fronzoli (pratiche quali ogni forma di leccamento, succhiamento, o toccamento manuale da parte di entrambi i soggetti erano assolutamente non consentite), il maschio prende la femmina da dietro e la compenetra,naturalmente nell’orifizio CORRETTO. Praticare l’amplesso seguendo questa tecnica, ovverosia “taffare”, sarebbe stata la cura per ogni malattia…in parole povere un elogio della pecorina!

La serietà e la rigorosità delle teorie sostenute erano tali che sarebbe stato addirittura possibile conseguire presso lo stesso istituto una laurea, o meglio un “Addottorato”, previo il superamento di un esame con prova orale (a voce perché leccamento e succhiamento…) e pratica, da svolgersi ovviamente sotto lo sguardo attento degli esaminatori, riservata ai soli maschi, a ovvia eccezione dei religiosi. Il mancato superamento della prova era inesorabilmente punito con la bocciatura e l’espulsione dall’Istituto che, doverosamente, ricordava, non avrebbe procurato femmine da taffare agli esaminandi.

Oltre alle esaustive illustrazioni esplicative della T.A.F. nei volantini si poteva trovare il solito caleidoscopio di invettive rivolte alle più disparate istituzioni: politiche, scientifiche, accademiche e religiose, il tutto condito da citazioni farlocche e aforismi strampalati, da consigli dietetici improbabili, dagli immancabili UFO e da appelli alle forze armate dal sapore vagamente golpista.

Leggendoli a distanza di anni dalla loro stesura non si può non cogliere una sottile sfumatura ironica che fa sorgere spontanea una domanda: l’I.I.D.F. è fisicamente esistito? Oppure siamo di fronte ad un elaborato esercizio mediatico, o magari ad un ardito esperimento sociale? O più banalmente si tratta solo di una solenne presa per i fondelli (in tutti i sensi…) Insomma Vito Cosmaj ci è o ci fa?’ Quello che è certo è che non abbiamo più modo per chiederlo al diretto interessato in quanto purtroppo ci ha lasciato nella prima metà degli anni ’90, portando con sé la vera verità su ΣMOSCAMBIO.

Teo Rho

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