Scusa Zuckerberg, posso guardare foto di donne nude vintage alla Triennale o è meglio di no?

21 Novembre 2017
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Oltre 200 photo trouvèe: 200 foto di donne nude, vintage. Che sia davvero l’ultima frontiera per battere la censura inquisitoria dei social network?

Il millennial dà di matto quando si parla di nudo. Il punto è: guardare foto di donne nude è, come sostiene Facebook, politicamente scorretto? Cosa esonera da questo dubbio fatale? La foto di donne nude vintage: e allora ecco migliaia di millennial affollare L’origine del mondo: erotismo e seduzione nella photo trouvée, in mostra fino a metà dicembre Triennale di Milano.

Donne nude, caspita! 200-donne-200 completamente senza veli. Scatti anonimi dei primi del 900, mutandoni e cellulite in libertà. Per fortuna. A chi sarà venuta l’idea? A un libertino senza paranoie, tale Pompeo Locatelli, ideatore di Alidem, galleria fotografica sui generis, lontanissima dall’intellighenzia di porcellana con i peli dipinti a mano, lontano dal radical chic imperante.

Un passo indietro: chi è Pompeo Locatelli? Intanto è un signore simpaticissimo che la sa lunghissima, sorriso contagioso e occhio furbo. È un commercialista e, in quanto tale durante Tangentopoli si parlava spesso di lui. Ma è anche e soprattutto un uomo intelligente e fuori dagli schemi. Crea dolci strepitosi che condivide solo con gli amici. E poi da qualche tempo ha deciso di comunicare al mondo la sua passionaccia per la photo trouvèe. Che vuol proprio dire trovata, sui mercatini o dentro vecchie cantine. Un collezionismo che a giudicare dalla quantità enorme di immagini sfiora, come spesso può accadere, il feticismo. Qualcuno ha detto che visitare la mostra è come entrare dentro una pornoteca multigenere: scarpe, tacchi, erotismo domestico, sesso in spiaggia, reggicalze, nylon eccetera come nel menù di Youporn.

Invece il messaggio della mostra è ben altro: riappropriamoci del nudo fotografico gentile, perché c’è stato un momento in cui chi guardava fotografava e non necessariamente toccava. Oggi i social evitano, rimuovono, suggeriscono di cambiare quell’immagine. Stiamo rinunciando al capezzolo come il ragazzo di campagna in città rimuove il salame casereccio. E questo per evitare paragoni più forti con l’Inquisizione.

Comunque. L’origine del mondo il cui nome è ispirato all’opera-scandalo di Gustave Courbet (1866), è una mostra che racconta di un lavoro pazzesco e anticonformista, in questi tempi di censure e autocensure. Esibizionismo e voyeurismo, pilastri dell’analisi freudiana, salteranno comunque fuori statene certi, nell’animo di qualsiasi millennial e chissà come anche il vecchio Zuck riuscirà, se ci riesce, a sublimarli. Mah, intanto godetevi la mostra.

L’origine del mondo: erotismo e seduzione nella photo trouvée – Collezione Alidem. Dal 15 novembre al 17 dicembre 2017 – Triennale di Milano

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