Quest’estate tra il divieto di assembrarsi e il timore di lasciarsi andare a rapporti sessuali con persone sconosciute, si presenta dilemma: con chi possiamo fare sesso?
Avete mai considerato l’opzione “con cosa”?
Se è vero che i sex toy non possono sostituire l’esperienza umana, possono almeno aiutarci a scoprire sensazioni imprevedibili e magari a farci venire voglia di utilizzarli anche con altre persone.
Il mercato offre una vasta gamma di prodotti. Dai più basici dildo ai più tecnologici vibratori utilizzabili anche da remoto tramite app. C’è l’imbarazzo della scelta, anche se trovare quello che fa al caso nostro potrebbe richiedere tempo e soldi, per questo Le Sex En Rose ha pubblicato il libro “Sex toys. Alla scoperta degli oggetti del piacere. Con istruzioni per l’uso” (Odoya, 2020), un manuale vero e proprio con digressioni storiche e informazioni utili per muoverci con disinvoltura nella scelta dei nostri oggetti di giochi sessuali.
Sono riuscita a intercettare Le Sex En Rose, ossia la coppia italiana sex positive più famosa e amata di Instagram, formata da Morena Nerri e Ivano Messinese, per farle qualche domanda proprio a proposito del loro primo libro.
Cosa vi ha spinto a parlare pubblicamente di sex toy e a recensirli sul vostro blog Le Sex en Rose?
Le recensioni dei sex toys sono qualcosa che esiste da diversi anni nella blogosfera, soprattutto nella parte americana dell’internet; i sex toy sono oggetti che fanno parte della nostra vita sessuale da poco dopo l’inizio della nostra relazione.
Dedicare una parte di blog a questo tipo di contenuti è stata una scelta quasi naturale, che ci permette di raggiungere due obiettivi: prima di tutto con le recensioni possiamo fornire quel tipo di indicazioni che non si possono trovare in nessun foglietto illustrativo. Nonostante l’esperienza di fruizione di un sex toy sia in gran parte soggettiva, c’è tutta una serie di informazioni che si possono acquisire durante l’utilizzo e veicolare in modo da orientare le persone verso un oggetto il più possibile adatto al loro corpo, alla loro anatomia, alla loro risposta sessuale. E poi i sex toy ci consentono di aprire una conversazione sulla sessualità approcciando diverse sfumature con leggerezza e talvolta ironia, avvicinando anche chi parte con delle resistenze nei confronti di questa tematica.
Quali sono state e quali sono le reazioni ai post del blog in cui raccontate i toy? Vi aspettavate tali reazioni o vi hanno spiazzato?
Più che spiazzato, alcune ci hanno sorpreso. Una parte di commenti arriva da persone che hanno già confidenza con i sex toy, e magari ne possiedono più di uno, che si confrontano con noi su aspetti specifici o ci fanno domande per conoscere i dettagli di un modello o di un brand. Ma i commenti che ci meravigliano sempre sono quelli che arrivano da persone che i sex toy non li ha mai visti e che magari non hanno intenzione di usarli, che però ci ringraziano perché attraverso il modo in cui ne parliamo si sentono incoraggiate a prendersi cura del proprio benessere sessuale lasciando da parte i sensi di colpa che derivano da una lunga narrazione negativa e repressiva della sessualità. Oppure quelli di chi decide di acquistare il primo sex toy della vita (e magari iniziare a esplorarsi per la prima volta), cosa che probabilmente non avrebbero fatto prima; parliamo anche di persone di 40, 50 anni che si sono sempre negate la ricerca del piacere e così raggiungono il loro primo orgasmo.
“Sex toys. Alla scoperta degli oggetti del piacere. Con istruzioni per l’uso” è un volume corposo, ricco di informazioni storiche e d’uso che vanno dalla tipologia di materiali che li compongono al modo migliore per pulirli e conservarli: mi raccontereste la genesi del volume?
L’idea iniziale era quella di un libro molto più snello che fornisse una panoramica sull’attuale offerta di sex toy. Quando Odoya ci ha proposto di scrivere questo libro si parlava di una raccolta di schede di approfondimento, ognuna dedicata a una tipologia di sex toy, in cui avremmo raccolto una serie di informazioni tecniche e oggettive corredate dal nostro feedback di tester elaborato attraverso la fruizione diretta degli oggetti che avremmo selezionato. Quando è arrivato il momento di fissare la struttura del libro abbiamo capito che potevamo fare molto di più e, invece di finire per confezionare un volume al servizio dell’industria di sex toy, abbiamo ripensato il progetto e deciso di servirci dei sex toy per smascherare e smantellare una serie di visioni stereotipate della sessualità umana e divulgare un messaggio sex positive che affermi nero su bianco il diritto al piacere di tutti i corpi e tutte le identità (con o senza sex toy). Ne è uscito un libro che sicuramente fornisce tutte le informazioni tecniche e manualistiche per scegliere, usare, conservare e trasportare i sex toy, integrate da un excursus storico che parte dalla preistoria. Ma contiene anche delle riflessioni sull’evoluzione in senso culturale e sociologico del fenomeno dei sex toy e sulla narrazione mainstream della masturbazione e della ricerca del piacere, che per noi è il punto centrale della sessualità umana.
Nella vostra esperienza di blogger avete riscontrato se c’è una differenza tra come e perché Millennial e Generazione Z si approcciano al mondo dei sex toy e li usano (quando ne ammettono l’uso)?
La differenza, secondo noi, risiede innanzitutto nelle informazioni con cui queste generazioni sono cresciute. La Gen Z ha a disposizione una mole di contenuti che prima non esistevano, che sono in gran parte digitali e che raccontato, sviscerano, la sessualità umana da diversi punti di vista (pensiamo alle informazioni divulgate sul web sia da accademici che da blogger che da giornalisti, o alle serie tv che mostrano per la prima volta una sessualità meno stereotipata e meno normata, ma anche alla produzione della pornografia cosiddetta etica o indipendente o femminista). Generalizzando, possiamo dire che, come conseguenza, la Gen Z ha un approccio di maggiore apertura nei confronti della sessualità e dell’accettazione di tutto che la società considera ancora “alternativo”, “non convenzionale” (e purtroppo anche trasgressivo, deviante, immorale eccetera), sex toy compresi. In realtà, nonostante i contenuti siano potenzialmente a disposizione di chiunque, bisogna ancora andarseli a cercare e a selezionare visto che i canali in cui vengono divulgati non sono quasi mai quelli mainstream. È lì che si crea un divario all’interno della generazione, tra chi effettivamente ha la curiosità o gli strumenti culturali per trovare questi i contenuti e chi invece si nutre della stessa cultura di massa che ha cresciuto i Millennial e tutte le generazioni precedenti. E di questo divario parliamo anche nel libro.
Pensate che sul mercato prima o poi uscirà un oggetto del piacere in grado di soppiantare i rabbit e le wand? Un toy universale a-gender in grado di stimolare qualunque parte del corpo in modi diversi?
Sicuramente è in corso una ricerca di universalità, di sex toy che siano in grado di adattarsi a un numero sempre maggiore di corpi e anatomie differenti. Succede spesso di trovarsi a dover capire come adattarsi al sex toy per riuscire a usarlo con soddisfazione, ma in un mondo ideale le cose andrebbero esattamente al contrario, sarebbe il sex toy ad adattarsi, integrarsi e assecondare l’essere umano. Ci auguriamo quindi che i sex toy del futuro saranno evoluti sia in senso tecnologico che culturale, progettati tenendo conto della diversità umana e della moltitudine di esigenze di piacere. Bisogna anche dire che se i rabbit e le wand non hanno mai smesso di vendere bene non è solo grazie alla risonanza mediatica. Il rabbit incarna la promessa del “blended orgasm”, una somma di orgasmi simultanei generati dalla stimolazione contemporanea di diverse aree erogene (va detto anche che la maggior parte dei modelli non è progettata correttamente per raggiungere questo fine, ma quelli che ce la fanno contribuiscono a tramandare la reputazione del rabbit). I vibratori di tipo wand in generale (quelli che prima di essere sex toy erano dei massaggiatori per la schiena e il collo), sono invece strumenti molto versatili che grazie al manico possono raggiungere ed essere utilizzati su qualsiasi parte del corpo per generare piacere e benessere. Pur essendo noti per la stimolazione della clitoride e della vulva, le teste vibranti di questi oggetti possono essere utilizzate, per esempio, anche su pene, testicoli e perineo. In questo caso, forse, non è la tipologia di sex toy a dover essere soppiantata, ma la cultura di massa che fa fatica a considerare la possibilità che una persona dotata di pene possa servirsi di oggetto che non sia la propria mano per cercare il piacere.
Leggi anche:
Perché nei porno gli uomini sono rappresentati come automi stantuffatori?
Non abbiamo bisogno di sex influencer, ma di sex rebel
Dopo mesi di convivenza forzata, l’estate 2020 sarà tutta un tradimento
La nuda verità: che cos’è il naturismo e qual è il suo futuro
Godi? E allora grida! Perché gli uomini urlano allo stadio, ma a letto non fiatano
Pingback: Sex Toys. Alla Scoperta degli oggetti del piacere - estratto del libro -