La sindrome di Peter Pan indica quello stato psichico che caratterizza persone adulte che non vogliono crescere, rifiutando di assumersi le responsabilità connesse all’età che hanno. Non si tratta di un disturbo vero e proprio, nel senso che non si fa diagnosi – se non in maniera informale – di questa sindrome. Eppure, sta condizionando la nostra generazione.
Chi non ne conosce di persone così? Sfido chiunque a non aver mai additato qualche amico o compagno/a di “soffrire” di questa sindrome.
Spesso capita poi di colpevolizzare gli uomini, ma da una ricerca condotta dalla Doxa, il sesso non è la discriminante: la sindrome Peter di Peter Pan nelle donne non è da meno e gli italiani, a prescindere dal sesso, smettono di sentirsi giovani solo dopo aver compiuto il sessantesimo anno di età!
La ricerca
Questa ricerca ha coinvolto quasi 32.000 persone, toccando 41 Paesi e quel che emerge è che, in media, è il compimento dei 40 anni che inizia a fare sentire le persone meno giovani. Ma attenzione, perché il sentirsi meno giovani non implica per forza il sentirsi vecchi.
A quanto pare si tratta di due momenti distinti e vi sono diversi anni di limbo che caratterizzano il passaggio che va dal sentirsi meno giovani all’iniziare ad accusare un po’ di vecchiaia. Quel che emerge è che le persone dichiarano quindi di sentirsi vecchie solo molti anni dopo aver smesso di sentirsi giovani.
Le differenze culturali anche in questo caso sono determinanti e la differenza più grande l’abbiamo forse con le Filippine, dove le persone smettono di sentirsi giovani al ventinovesimo anno di età.
Italia e Finlandia se la giocano invece a parimerito: sono i 70 anni ad aprirci gli occhi e a farci sentire vecchi.
Questione epocale?
È evidente che si tratti di una ridefinizione delle tappe evolutive che va di pari passo con il momento storico che stiamo vivendo, dove alcuni dati come speranza di vita, pensionamento, matrimonio e nascita del primo figlio si stanno riscrivendo.
Secondo i dati dell’Istat nel 2016 gli uomini si sono sposati in media a 37 anni, mentre le donne a 33: almeno tre anni in più rispetto a dodici anni prima. Va da sé: la differenza che c’è rispetto ai tempi dei nostri genitori, per non parlare di quelli dei nostri nonni.
Ma non sono solo queste le differenze di età che caratterizzano la nostra generazione. Perché stiamo iniziando a sentirci vecchi solo dopo i sessant’anni?
Proviamo ad ampliare il contesto a quelle tappe della vita cui oggi, da giovani Millennial, forse ancora non pensiamo.
Nel 2019 l’età di pensionamento sale a 67 anni e parrebbe rimanere stabile fino al 2022. Che comunque arriva tra soli tre anni.
Fino a che età dovremo lavorare, noi Millennial?
Ecco forse perché ad oggi possiamo permetterci di sentirci vecchi solo dopo i 70 anni, età che forse per noi Millennial slitterà ancora, chissà, magari agli 80.
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