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Respiro yoga. Mimose e mestruazioni, regalate progresso

8 Marzo 2022
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Oggi è l’8 Marzo, la Festa della donna, quale migliore occasione per parlare di mestruazioni e del rapporto, spesso difficile, che si ha con il proprio corpo? Rapporto difficile anche per aver perso la cultura e la connessione ai ritmi della natura.

La relazione con il corpo è senza regole: lo si inizia a scoprire in tenera età, toccando, osservando, giocando. Lo si continua a conoscere tra odio e amore: ingrassiamo, dimagriamo; spuntano i peli e si accenna il seno (crescerà?); piedi piatti o ginocchio valgo? Scoliosi, cifosi o lordosi? Ci sentiamo dire: «Tranquilla, quando diventerai signorina tutto cambierà». Attesa.

Cosa esattamente cambierà? E soprattutto come? Il ciclo e i dolori; il ciclo e i brufoli; il ciclo e gli odori. Secondo questa logica perché essere impazienti di diventare “signorine”? La risposta dovrebbe essere: nessuna impazienza, solo consapevolezza della saggezza della natura che si manifesta in questo evento ciclico. Peccato che non sia proprio questo l’approccio all’argomento.

«Il mare è agitato, c’è vento. Guardo le onde dalla vetrata dello studio di yoga prima di accovacciarmi nella posizione del bambino. Mi siedo sui talloni e distendo il collo dei piedi sul tappetino; poggio lì anche la fronte e rilasso le braccia ai lati del corpo. Ad ogni espirazione cerco di rilasciare la tensione nella parte bassa della schiena: un toccasana per il primo giorno di ciclo mestruale».

Mi sento privilegiata, e non solo per la splendida vista. Qualche sera fa il Millennial Watch mi ha proposto un cortometraggio su Netflix: “Il ciclo del progresso”, reso disponibile anche su YouTube. Il nome in inglese è ancora più esplicativo e diretto: “Period. End of sentence”. L’argomento? La maledizione delle mestruazioni vissuta da una parte della popolazione femminile indiana.

«Inspirando sollevo il busto e, sempre seduta sui talloni, mobilito le dita piedi facendo aderire per bene alluce e mignolo al tappetino. Attivo i muscoli interni delle gambe immaginando di stringere un blocco, sollevo il bacino e diminuisco la curva lombare portando il coccige verso il basso. Poggio le mani sulla bassa schiena e porto il petto in avanti, mantengo le spalle basse, avvicino il mento allo sterno. Espiro e lentamente mi risiedo sui talloni».

Se anche qui, nei cosiddetti paesi sviluppati, quei cinque giorni al mese sono ancora per molti un tabù, non c’è da sorprendersi che in certi villaggi indiani le donne possano arrivare a vergognarsi di tale evento. A tal punto da non parlarne neanche in famiglia. A tal punto da abbandonare la scuola e nascondersi per non potersi cambiare in pubblico i panni usati come tampax. La maggior parte di queste donne neanche conosce la parola assorbente!

Ustrasana – Posizione del cammello

«Posiziono le mani sui talloni e inspiro sollevando il bacino, sempre facendo attenzione a non far collassare verso l’esterno le ginocchia. Attivo l’addome per proteggere la zona lombare. Protraggo lo sterno in avanti, le spalle sono in linea con i talloni, le braccia sono distese. Mi trovo in Ustrasana, la posizione del cammello, ottima per rilasciare la pressione degli organi riproduttivi femminili durante le mestruazioni».

Il documentario racconta l’iniziativa portata avanti dall’ONG “Action India” attraverso la testimonianza diretta di alcune donne che hanno iniziato a fabbricare e rivendere in totale autonomia degli assorbenti low cost utilizzando un macchinario fornito loro dall’organizzazione.

«Congiungo le mani al centro del petto e canto tre volte “OM”, poi assaporo il silenzio. Apro gli occhi e ringrazio: Namaste».

Mentre io sperimento le posizioni che mi permettono di alleviare i dolori mestruali e scrivo della relazione con il mio corpo, ci sono ragazze indiane che non ne hanno mai parlato apertamente. Dialoghiamo con il nostro corpo, amorevolmente, e trasmettiamo questo amore parlando con nipoti, sorelle e figlie. Siamo donne, il nostro ciclo è il ciclo della vita, della natura e dobbiamo onorarlo.

Il progresso della società dovrebbe essere correlato al grado di consapevolezza della relazione tra il ritmo del nostro corpo e della natura. La pratica sul tappetino è terminata, inizia quella nel mondo. Nel frattempo è uscito il sole.

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