Giornata mondiale senza tabacco 2023: qual è la situazione delle spiagge italiane?

31 Maggio 2023
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Il 31 maggio è la Giornata mondiale senza tabacco istituita dall’Oms. Ma qual è la situazione delle spiaggie italiane? I numeri di TrueNumbers: presenti nel 21% dei casi, i mozziconi di sigaretta sono i rifiuti più diffusi e restano 10 anni nell’ambiente.

Il “buon proposito” per eccellenza è proprio l’astensione dal fumo. Ma ci stiamo riuscendo? In vista dell’estate possiamo sicuramente ambire a smettere di fumare, almeno in spiaggia. Per motivarci, ecco alcuni dati direttamente da Truenumbers.it.

I mozziconi impiegano almeno 10 anni per degradarsi del tutto. Le sigarette non solo uccidono 7 milioni di persone a causa del vizio del fumo (dati OMS), ma mozziconi e filtri sono diventati la prima causa di inquinamento sulle spiagge. Qual è la situazione dell’inquinamento sulle spiagge d’Italia?

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, mozziconi e filtri di sigarette rappresentano il 21% dei rifiuti raccolti sulle spiagge europee dal 2013 al 2019. La seconda tipologia di rifiuti sono invece i piccoli pezzi di plastica tra i 2,5 e i 50 centimetri, che rappresentano l’8% dei casi. Ma le spiagge europee sono inquinate anche da oggetti in poliestere (come i sacchetti) e dai cappucci in plastica che vengono utilizzati per i bicchieri (entrambi sono il 5% dei rifiuti raccolti).

Un tempo infinito: servono almeno 10 anni per la biodegradazione

Ma quanto ci mettono i resti delle sigarette fumate a biodegradarsi? Il National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia americana che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia, e il programma di ricerca The Woods Hole Sea Grant stimano che i mozziconi di sigaretta impiegano dieci anni per scomparire dalle spiagge. Per i sacchetti di plastica può essere necessario il doppio del tempo.

Mozziconi sulla spiaggia: i numeri

Secondo le stime del progetto di ricerca Cigarette Butt Pollution Project ogni anno nel mondo si fumano circa 5,6mila miliardi di sigarette (che si ipotizza possano diventare a 9mila miliardi nel 2025), e la quasi totalità (5mila miliardi) dei filtri è “dispersa nell’ambiente” (vale a dire gettata ovunque capiti), dove può diventare cibo per animali, come può avvenire con gli uccelli che hanno come proprio habitat proprio le spiagge e il mare.

I dati sui rifiuti nelle spiagge vengono raccolti grazie alle campagne di volontari che perlustrano le coste di Mar Baltico, Mar Nero, Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico nord-orientale, cercando di documentare ciò che trovano con l’app Marine LitterWatch dell’Agenzia europea dell’ambiente. Gli utenti sono in particolare organizzazioni non governative, associazioni della società civile e altre comunità che organizzano e facilitano il monitoraggio o la pulizia di eventi. A controllare i dati e “validarli” ci pensa l’Agenzia europea dell’ambiente.

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