Come cambieranno i consumi dopo la pandemia del covid?
Nel 2021 saremo meno materiali e più connessi, merito del covid?
Sembra che il virus ci abbia costretti a voltare la testa e cambiare il nostro punto di vista su vari aspetti della vita. Certo l’ha fatto violentemente con un bello strattone, rischiando di spezzarci l’osso del collo ma c’è del buono. Stiamo cambiando il modo di consumare e ora lo facciamo con più consapevolezza.
Con il covid, i consumi sono più consapevoli?
Qualcuno può pensare che queste scelte coscienziose di consumo siano dovute ad aver ritrovato uno spirito di umanità nella sofferenza condivisa. Forse qualcosa ci ha fatto dire “Ei, guarda che il tuo telefono e il mio sono hanno lo stesso numero di megapixel se ci prendiamo il covid e il selfie lo facciamo nella tomba”. Non è così.
Non ha attinenza con la realtà. Perché l’ultimo apple watch può monitorare l’ossigenazione nel sangue e con una buona dote di affidabilità capire se hai il covid, lo smartwatch da 20 euro su Amazon non può.
I calciatori fanno i test di continuo, il cugino del sindaco fa il test per il covid appena vuole, i comuni mortali aspettano anche una settimana. Non siamo affatto tutti uguali davanti alla morte e il covid ce l’ha ricordato. Berlusconi è vivo mentre decine di nostri nonni sono deceduti.
Qui non do neanche merito ai soldi, anzi, è semplicemente la dimostrazione che i più deboli e i più fragili, quelli senza obiettivi, sono più vulnerabili ed entrambe le parole fanno spesso rima con poveri. Questo però è un altro capitolo della storia.
I consumi dopo il covid
Il punto è che abbiamo iniziato con le mascherine chirurgiche fatte in casa o in Italia, perché non potevamo aspettare che i cinesi tornassero a produrle, e a partire da quello in molti hanno riscoperto l’importanza delle cose fatte il più vicino possibile, il potere di una catena di distribuzione corta.
In parole povere abbiamo capito l’importanza delle connessioni, perché chi ti fa i pomodori se c’è una pandemia globale, è più importante di chi ti fa la tazza del latte di Game of Thrones con un meme sopra.
Soonkwan Hong, professore associato di marketing presso il Michigan Technological University College of Business e membro dell’Istituto di politica, etica e cultura, afferma che un cambiamento importante è già iniziato: un radicale cambiamento delle nostre abitudini di consumo. Abitudini di acquisto che prima sarebbero state irragionevoli, ora, sono state esaminate pensando ai bilanci delle famiglie e il cambiamento delle esigenze.
«Come consumatori, non sono così tante le persone che guardano al proprio consumo da angolazioni sociali, politiche e culturali», ha detto Hong. «Sono sicuro che molte persone hanno iniziato a valutare le loro vite da diverse angolazioni a causa della pandemia».
La natura facoltativa di certe scelte di consumo (tv costosa, smartphone, cuffie bluetooth ecc) è stata resa chiara poiché la pandemia ha spostato le priorità.
È tutto fuorché certo: come e cosa consumiamo sarà diverso dopo la pandemia.
Possiamo scegliere di acquistare i beni di cui abbiamo bisogno da aziende che li producono pensando al bene pubblico. I marchi che fanno finta di tenerci non avranno vita lunga ci auguriamo.
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