Alla sfilata Autunno Inverno 2018 presentata alla Fashion Week di New York, Alexander Wang fece parlare della sua collezione ispirata a Matrix, in quanto fu un vero e proprio messaggio rivolto a millennial e post millennial. Cos’è reale? Cos’è finzione?
Per la stagione Primavera Estate 2018, Wang ribatte su questo concetto ma mostrandocelo; come a darci una vera e propria lezione. Cosa sono i vestiti? Semplici indumenti che indossiamo per coprirci? No di certo. I vestiti hanno un’energia, una storia e una vita che non possiamo trascurare. Ecco il loro superpotere: comunicare con noi e con chi ci osserva.
La nuova campagna SS18, è stata scattata da Albert Watson, già noto per i suoi ritratti in bianco e nero di celebrity come Kate Moss, David Bowie e Tupac.
Watson ha fotograto (ovviamente in bianco e nero) gli abiti indossati da personaggi come Kaia Gerber, Zoë Kravitz e Behati Prinsloo. Sembrerebbero delle foto senza senso di indumenti indossati, ciancicati e appesi ma a fianco a ogni immagine vi è la descrizione dell’occasione in cui sono stati indossati. Et voilà, con un po’ d’immaginazione la mente vola a quel momento, a un’immagine e il messaggio è arrivato. Forse non a noi Under 30…
Ma cos’è questa? Una provocazione, un esperimento o un’innovazione? Noi la generazione social e digital abbiamo un’immaginazione così evoluta che forse non abbiamo davvero più bisogno di modelle, o meglio di spiegazioni e immagini che ci imbocchino. Se non per pigrizia…perché ammettiamolo: la foto della modella che ci mostra come sia e come stia davvero il vestito è una vecchia storia che non ci annoia mai perché ci semplifica le cose, soddisfa il nostro bisogno di tutto e subito e non può deludere le nostre aspettative. In fondo, in un mondo in costante conflitto con la realtà e la finzione, com’è usare l’immaginazione?
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