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La “disastrosa” sfilata di Avavav: i capi si sfaldano e mostrano la vulnerabilità del mondo della moda

3 Marzo 2023
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Qual è la cosa peggiore che può succedere ai vestiti di una modella di capi di lusso? Avavav lo ha immaginato con la sua sfilata messa in scena per la Fashion Week 2023.

Gli spettatori si sono trovati a guardare i vestiti che si sfaldavano lentamente dai corpi di modelle e modelli, che, con serietà e stoicismo, cercavano di arrestare l’inevitabile distruzione dell’abito, sistemando alla bell’e meglio i pezzi di stoffa in caduta libera.

Un altro “disastro” per Avavav dopo le rovinose (finte) scivolate delle modelle durante la sfilata della scorsa stagione. La Creative Director Beate Karlsson ha fatto dell’ironia un marchio di fabbrica del brand. «Non possiamo competere con i grandi marchi in termini di produzione», aveva spiegato a Vogue Italia in merito alla sfilata SS23, «ma possiamo creare rumore quanto fanno loro».

Il digital show di Avavav che fa parlare di sé

Iniziamo dicendo che la tanto chiacchierata sfilata di Avavav non si è tenuta in un luogo fisico. Chi era presente durante le riprese ha visto numerosi fili che strappavano via i pezzi di stoffa. Quindi no, Avavav non ha creato vestiti in grado di auto-distruggersi. I capi si sono infatti progressivamente sfasciati dal corpo delle modelle grazie a un paziente lavoro di post-produzione. Il risultato è stato un digital show ironico e grottesco, con delle modelle serissime che aggiustavano, per quanto possibile, gli indumenti che avevano indosso, cercando con movimenti graziosi di mettere argine all’inevitabile.

Tacchi spezzati che hanno costretto le modelle a sfilare in maniera impacciata, vestiti strappati in tutte le maniere possibili, top e gonne che scivolavano giù senza pietà: questi sono stati gli elementi che hanno caratterizzato lo showcase intitolato Fake it till you break it di Avavav. Come ciliegina sulla torta, la caduta del background scenografico, che ha mostrato gli addetti ai lavori al di là della quinta ormai a terra.

Perché i vestiti di Avavav si sono distrutti?

Come già accaduto la scorsa stagione, il piccolo brand con sede a Firenze ha voluto far parlare di sé puntando sulla viralità. Molti hanno commentato lo show chiedendosi quale fosse il significato nascosto dietro lo sfaldarsi degli abiti. Ad esempio, c’è chi ha immaginato si trattasse di una critica al fast fashion e ai suoi capi di effimera durata. Ci ha pensato Beate Karlsson a sciogliere ogni dubbio, dichiarando di voler esplorare il concetto di vergogna nel contesto dell’artigianalità. La sfilata voleva dunque mostrare la vulnerabilità e la paura dell’imperfezione che si genera nei contesti di lusso.

«Mi sono chiesta: perché il lusso è così serio? È forse perché ci sforziamo di essere perfetti? La cattiva qualità può essere comunque lussuosa?», ha spiegato Beate Karlsson in un comunicato stampa. La sfilata di Avavav vuole dunque sfidare il terrore dell’imperfezione che permea il mondo del lusso. «C’è qualcosa di molto interessante nella vergogna e in ciò che accade quando siamo vulnerabili», ha infatti aggiunto la direttrice artistica. Da qui l’idea dei vestiti che si distruggono: «Mi sono chiesta: qual è la cosa più imbarazzante che può capitare a una casa di moda?»

Avavav: il brand di lusso basato su ironia e sostenibilità

Avavav è un marchio di lusso sostenibile che ha sede a Firenze. Fondato nel 2017 da Linda e Adam Friberg, il brand si pone come obbiettivo quello di ridurre gli sprechi nel mondo della moda utilizzando tessuti di scarto per le proprie produzioni. Avavav è poi passato alla direzione creativa di Beate Karlsson, che ne ha aumentato la popolarità grazie all’originalità delle sue idee. Tra i capi più discussi, gli stivali “mostruosi” a forma di piede e quelli iperrealistici a forma di zampa di animale.

Si tratta di un brand giovane e innovativo, la cui crescita è stata incrementata dalle trovate virali della Creative Director. Si tratta anche di un marchio sostenibile, grazie al suo utilizzo di tessuti di scarto di altri marchi di fascia alta. Ironia, sostenibilità e irriverenza sono dunque gli aspetti che rendono incredibilmente promettente questo brand giovane ma combattivo, pronto a conquistare il mercato della moda di lusso.

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