L’abito non fa il monaco, ma le camicie fanno Carl Brave.
Scelte di tendenza, nota interessante, gusto eccentrico… Nulla di tutto questo. Come porta le camicie Brave è uno stile di vita dall’aria leggera, con un raffinato velo di mistero e una punta di ironia tutta romana.
Essere a proprio agio con ciò che si indossa e con la propria immagine pubblica è il primo passo per non inciampare in abiti troppo stretti e artefatti. Allora diciamo sì alle pieghe della camicia, alle maniche tirate su perché fa caldo e a quel “non so che” dall’aria vissuta.
Sarà il portamento da ex cestista, la passione per la scelta delle fantasie o il sound delle sue canzoni, ma le camicie su Brave sono tutta un’altra storia. Non lo vestono, non lo brandizzano, ma fanno parte del suo flow.
Per indagare i segreti del look di Brave abbiamo parlato con la sua stylist, Arianna Tersigni. Una coppia chic, un incontro tra passione, determinazione e buon occhio estetico.
Ciao Arianna, parlaci di te, come sei arrivata a intraprendere la carriera da fashion stylist?
Come spesso avviene nella vita, ci sono stati alcuni cambi di rotta che mi hanno portata a fare il lavoro più bello e appassionante che potessi sperare. Dopo la tesi in Architettura ho trascorso alcuni mesi a New York. Qui una mia cara amica mi ha chiesto di collaborare con lei per creare alcuni set fotografici. Durante uno shooting sono stata letteralmente affascinata dal lavoro dello stylist. Da lì è stato un continuo crescendo che mi ha fatta spostare per l’Italia, per poi tornare nella mia amatissima Roma, senza la quale non so stare.
Com’è iniziata la tua collaborazione con Carl Brave?
La collaborazione con Carlo è uno dei motivi più importanti che mi hanno riportata a Roma, ma ancor prima la nostra è una grandissima e lunga amicizia. Il nostro percorso lavorativo è cominciato a novembre del 2019 in vista del tour europeo e da allora, covid a parte, è iniziato un periodo pieno di esperienze indimenticabili.
Carl Brave è camicia e occhiali da sole, in un’intervista a Repubblica ha raccontato che agli inizi le camicie le creava da solo, scegliendo la stoffa e portandola a un sarto indiano. Qual è il secondo te il “qualcosa in più” che una stylist deve saper apportare all’immagine che un artista sta costruendo di sé?
Una stylist deve saper interpretare l’artista per poterlo aiutare ad esprimersi al meglio. Deve essere in grado di stimolarlo a declinare le sfaccettature della sua personalità e della sua sensibilità, senza mai forzarlo. Deve aiutare l’artista a trovare il look giusto che lo faccia apparire favoloso e contemporaneamente sentire sempre a proprio agio.
Quale ritieni sia la parte più complessa del tuo lavoro?
È necessario capire molto bene chi si ha davanti per poter costruire insieme una linea di stile che rispecchi davvero l’artista. La parte più complessa è ottenere la sua fiducia per poter osare un po’.
Brave in Getloud Session parla di come il suo obiettivo sia unire la parte più umana, il suonato, l’aspetto antico a un linguaggio attuale, ruvido, giovane e immediato. E allora chi meglio di Etro, dell’iconico Paisley, del binomio tra tradizione artigiana e linee contemporanee, con lo sguardo sul mondo e la sensibilità verso temi come la sostenibilità. Ci racconti questa scelta di stile, che sembra essergli cucita addosso?
Etro rappresenta in pieno numerose caratteristiche di Carlo: estroso, vitale, mai ripetitivo, elegante, allegro, forte, contemporaneo, questi sono solo alcuni degli aggettivi che potrei attribuirgli. Per non parlare delle fantasie, i colori, la manifattura, che sono senza dubbio caratteristiche che fanno la differenza, soprattutto perché rispecchiano Carl in modo ineccepibile. Questo lo si percepisce vedendolo indossare i capi.
Le immagini di Roma si accendono nelle parole di Brave. Quanto c’è di Roma nella scelta dei suoi look?
Nei testi di Carlo si accende Roma, come anche nel suo modo di fare e di esprimersi. In questo caso Roma non è nei look ma in chi li indossa.
Qual è il fattore comune tra lo stile di Carl Brave ex cestista e cantante?
La carriera da cestista è stata una vera e propria scuola di vita per Carlo. Penso che gli abbia insegnato a perseguire un obiettivo lavorando sempre al massimo, ad essere reattivo e pronto a cogliere le occasioni. Come in campo, così nella vita, gli ha insegnato il valore del gioco di squadra. Carl Brave è il riflesso o meglio l’evoluzione di Carlo Coraggio cestista.
Una stylist deve saper trovare il giusto equilibrio tra diverse parti in gioco. Cosa consigli a chi della nuova generazione vuole intraprendere la tua stessa strada come fashion stylist?
Alle nuove generazioni consiglio di fare tante esperienze, di rubare con gli occhi quanto più possibile e di trovare fonti di ispirazione. Non affezionarsi troppo a idee e modelli, ma lasciare voce alla creatività e allo stile personale.
Dunque, la sfida ora è solo nostra, cari millennial. Possiamo scegliere se affidarci al copia-incolla modaiolo o fondere la nostra storia, le passioni e i luoghi in abiti comodi, senza lasciare che siano loro a identificarci, ma che ci aiutino ad essere identificabili per ciò che siamo. E mentre aspettiamo la partenza del Coraggio Live Tour che vedrà l’artista in alcune tra le più suggestive location italiane, da Verona a Taormina, facciamo un grande in bocca al lupo a Carl Brave e Arianna Tersigni. Merci!
Foto: immagini tratte dal videoclip Makumba
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