Credo sia passato il giusto tempo per finalmente analizzare con lucidità il profilo Instagram di Achille Lauro. Dovremmo aver recuperato le ore di sonno perse e, alcuni di noi, anche gli anni persi di fronte alle apparizioni fantastiche, quasi surreali, di Lauro de Marinis, in arte Achille Lauro.
Visionario, luminare, screanzato, sciocco, buffone, indecoroso tanti i modi in cui l’abbiamo sentito chiamare.
Il profilo Instagram di Achille Lauro
Col senno di poi, l’unica cosa che mi sento di affermare con certezza è che sciocco non lo è affatto. Sí, perché Lauro sapeva quello che faceva e l’ha sempre saputo, dal primo gradino sceso sul parco dell’Ariston e chissà da quanto altro tempo prima. Basta infatti aprire la pagina Instagram del cantante per comprendere come il suo non sia stato un mero, disperato esibizionismo. Le performance sono state concepite per rimanere coerenti ad un messaggio unico che adesso andremo ad analizzare passo passo per tutti quelli che – come me fino a qualche giorno fa – non sono tra i suoi followers.
Ad ogni giornata di festival corrisponde una carta, simile a quelle dei tarocchi, che solo in contemporanea con l’esibizione verrà girata tramite delle gif e mostrata ai followers. Una campagna teasing perfetta!
Una foto del cantante in abiti di scena – postprodotta in maniera magistrale – ed il nome del personaggio che ha ispirato il look. San Francesco, Ziggi Stardust, Marchesa Casati, Elisabetta I Tudor.
Un frate che si sveste di tutti i suoi averi, l’alterego piú glam Glam Rock, una mecenate che dedicò tutta la sua vita all’arte fino a lasciarsi consumare, una sovrana impertinente pronta a tutto per amor del suo popolo. Tutti reinterpretati con il prezioso supporto di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ormai da cinque anni.
Cosa hanno in comune? L’essere delle figure discusse, che hanno segnato, ciascuno nel proprio ambito e nella propria epoca, dei momenti di forte rottura. Tutti personaggi, insomma, che se ne sono fregati, come recita la canzone presentata in gara.
In una lettera scritta a mano e poi condivisa sempre sul suo profilo Instagram ufficiale, Lauro sottolinea come in particolare il suo voler vestire abiti prevalentemente femminili è dettato dalla repulsione verso quella che definisce “l’aria densa di finto testosterone” in cui lui, come tutti noi millennial è cresciuto.
“Rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza” è questo che afferma di aver voluto fare. Achille Lauro ha scelto un palcoscenico così importante e dei modi così forti, ma la verità miei cari compagni Millennial è che tutti noi siamo cresciuti respirando quella stessa aria e tutti noi, nelle adeguate proporzioni – ma neanche troppo – dovremmo darci una svegliata e iniziare a fare qualcosa.
Perché è un po’ triste leggere di come Valentina Georgia Pegorer, intervistatrice al festival per Billboard e fidanzata di Boss Doms, chitarrista sempre al fianco di Lauro sul palco queste sere, riceva quotidianamente messaggi in cui le si chiede se ritenga consono che il padre di suo figlio porti i capelli blu, le unghia tinte e le labbra truccate. Messaggi a cui lei, quotidianamente, si trovi a rispondere che dovrebbero essere altri i valori che definiscono un buon genitore. L’amore, il rispetto, ad esempio?
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