Come trovare una telecamera nascosta prima di finire in un porno casalingo (o in un episodio di Black Mirror)
Perché sì, a dispetto del clima censorio, a causa delle microcamere occultate nei motel, nelle case in affitto o nei bagni universitari perderemo presto il 100% della nostra privacy
Lo scorso febbraio Shane Dawson, popolare youtuber americano, ha pubblicato un video che ha fatto cacare sotto molti dei suoi follower. Dimostrando, con una narrazione (che ambiva a essere) da thriller quanto sia facile piazzare diversi modelli di telecamera nascosta dentro una stanza – in questo caso di un motel.
Il video in sé non è niente di eccezionale, ma riprende un discorso molto interessante (e inquietante) circa la diffusione di microtelecamere senza la consapevolezza delle persone ritratte.
Nel 2019 ha fatto il giro del mondo la notizia di molti host di Airbnb che dislocano telecamere nascoste nei propri appartamenti senza dichiararle nelle informazioni della casa.
Airbnb dal suo canto afferma che sono consentite le telecamere in alcune aree della casa come cucina, sala da pranzo, salotto. Non in bagno e camera da letto, dove però alcuni ospiti le hanno trovate nascoste in oggetti apparentemente innocui puntate verso letto e doccia.
Host e ghost
Molti proprietari o gestori d’appartamenti si giustificano dicendo che si tratta di una necessità per evitare furti, manomissioni, danni o presenza di più persone rispetto a quelle prenotate.
La piattaforma avalla questa prassi perché renderebbe più semplice la gestione di eventuali controversie. Ma il fatto è che da quando la pratica della telecamera nascosta è stata sdoganata, sono aumentati i problemi, anche nella gestione delle controversie stesse da parte di Airbnb.
Il colosso dell’affitto via app rimborsa le persone vittime di violazione della privacy e banna gli host che hanno abusato della microcamera.
Resta il problema relativo ai contenuti: dove vanno a finire e qual è il vero scopo per il quale vengono raccolti?
In Sud Corea, a marzo dell’anno scorso, sono state scoperte ben 42 stanze in 30 diversi alloggi di 30 città nelle quali sono state spiate circa 1600 persone i cui video erano poi diffusi in streaming per un pubblico pagante.
La questione non riguarda soltanto lo spionaggio dei momenti intimi: la compagnia aerea Singapore Airlines ha posizionato delle telecamere appena sotto lo schermo presente sul retro dei sedili, tranquillizzando un passeggero dubbioso (non uno qualsiasi, ma un esperto di cybersicurezza e malware) sul fatto che fossero spente.
Ma la compagnia non aveva informato nelle sue condizioni di viaggio i passeggeri della presenza della telecamera nascosta e nessuno di loro pare avesse firmato un consenso informato. Un episodio analogo è accaduto con la American Airlines, a Sri Ray, un ingegnere esperto in tecnologia che ha individuato una telecamera puntata sul suo sedile.
Il ricatto psicologico della sicurezza
È piuttosto angosciante sapere che nei prossimi decenni potrebbe diventare normale essere spiati nei luoghi e nelle situazioni più disparate.
Anche se spesso siamo consapevoli di essere sotto controllo è partito un dibattito sacrosanto sul perché barattiamo le nostre riservatezza e libertà col mito della sicurezza, come se fossimo in una perenne guerra fredda.
In realtà dovremmo innanzitutto porre attenzione ai dispositivi che abbiamo a casa nostra, come per esempio smart tv, computer, smartphone, smartspeaker e tablet.
Ossia tutti quegli oggetti tecnologici che dispongono di una fotocamera o di un microfono e che potrebbero essere hackerati per spiarci.
Paura, eh?! Io sono andata in ansia guardando l’episodio Shut Up and Dance della terza stagione di Black Mirror in cui il protagonista è un ragazzino.
È controllato e minacciato tramite la fotocamera del suo laptop; da quella volta nascondo con del nastro adesivo scuro la fotocamera del pc e la scopro solo per fare videoconferenze.
Come trovare una telecamera nascosta
C’è un modo per ovviare agli effetti deteriori di una telecamera nascosta? Se pubblicamente non possiamo sottrarci agli occhi elettronici agli angoli delle strade, a quelli nei supermercati, sul posto di lavoro, possiamo però stare attenti quando affittiamo un appartamento o una camera.
Durante i nostri viaggi di piacere o lavoro ci sono alcuni trucchi per verificare che non ci siano telecamere nascoste. Uno di questi può essere spegnere le luci e oscurare il luogo da setacciare accendendo la torcia del cellulare per puntarla su qualunque superficie, compreso il soffitto.
La telecamera ha infatti uno schermo in vetro o materiale riflettente che riflette la luce. Questo è un passaggio semplice, seppure lungo, e che richiede molta attenzione, ma non sempre si rivela efficace.
Si può anche perlustrare tutta la casa o la stanza cercando di capire se quelli che vediamo sono innocui oggetti d’arredamento e di uso comune o nascondono l’insidia di una telecamera pronta a ritrarre tutte le nostre azioni.
Come dice Shane Dawson nel suo video: «Una telecamera può avere sembianze variegate: animali di peluche, sveglie, lampadine, USB, cornici, appendiabiti, prese di corrente, interruttori della luce, erogatori di fragranze attaccati alla corrente. E poi, orologi, penne, caffettiere, detersivi, bottiglie, specchi, rasoi, accendini, calcolatrici, TV, ventilatori, condizionatori d’aria, telecomandi, dadi, e rubinetti della doccia».
Monitorare tutto ciò che si muove nel WiFi
Un altro metodo è quello di verificare quanti e quali dispositivi siano connessi alla rete WiFi dell’abitazione e tramite una scansione con applicazioni come Fing o software come Nmap si ha la possibilità di trovare anche le telecamere eventualmente non dichiarate che trasferiscono le informazioni a distanza.
Alcune di queste sono dotate di schede di memoria, ma molto probabilmente sono collegate a cloud, a una rete controllata da chi ha predisposto la telecamera occulta. Che a sua volta potrebbe essere condivisa con altre persone, se non finire direttamente su siti illegali.
Se i proprietari di casa hanno creato una linea WiFi alla quale gli ospiti non hanno accesso, il metodo sopra riportato diventa inutile, pertanto è consigliabile utilizzare un rilevatore di radio frequenze.
Tutti i dispositivi senza fili emettono una frequenza radio – è ciò che permette a WiFi e Bluetooth di esistere – un rilevatore di radio frequenze può focalizzarsi su dispositivi che emettono questi segnali, mostrando dove si trovano in un appartamento o una camera.
Che cosa fare dopo l’amara scoperta?
Trovare una telecamera non è però la parte più complicata, perché resta sempre la decisione sul da farsi una volta scoperto l’inganno.
Disconnettere i dispositivi o recuperare eventuali schede di memoria potrebbe essere controproducente e considerato una manomissione con furto. Bisognerebbe quindi informare immediatamente i responsabili dell’alloggio.
Potremmo perfino contattare direttamente le forze dell’ordine. Fatto sta che nessuno ci garantisce se, quando e come potremo entrare in possesso delle immagini che ci ritraggono.
Anche se dovesse succedere, ciò non toglie che non saremo (stati) gli unici a vederle.
Fa più paura la violazione della privacy o l’essere resi ridicoli?
Anche posto che i proprietari non le usino per diffonderle, le nostre vicende intime o imbarazzanti (come fingersi Lady Gaga al Madison Square Garden e ripetere il suo discorso davanti allo specchio del bagno) saranno state ormai rese pubbliche, la nostra privacy violata con superficialità.
Non abbiamo modo di difenderci completamente da quello che ormai sembra un controllo pervasivo più o meno palese.
E dunque una delle soluzioni è trovare delle alternative creative, farsi furbi e prestare molta attenzione al mondo circostante, evitando per quanto possibile la paranoia e l’assillo del complotto.
Ma prima di tutto dovremmo richiedere a gran voce ai governi che facciano qualcosa di concreto per tutelarci davvero anziché controllarci con metodi coercitivi.
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