Perché i millennial non riescono a entrare in confidenza con l’ecommerce da smartphone
Sembra un limite invalicabile, per quanto autoimposto: l’atto dell’acquisto per gli over 35 è solo ed esclusivamente da desktop o laptop. E non è una faccenda da poco per le aziende che vendono online.
Il problema potrebbe sembrare un non-problema, e sollevare il classico commento stile chissenefrega. Ma questo non è possibile quando ci si trova in un meeting aziendale e si devono commentare i dati di vendita. Ogni marketer sa bene quanto sia importante l’esperienza utente nella modalità di acquisto contemporaneo. E allora è inevitabile chiedersi perché i millennial (soprattutto gli over 35) facciano così fatica a sentirsi a proprio agio in uno shopping online fa telefono e sentano sempre il bisogno di sedersi al desk.
Ci ha ragionato sopra lo staff di Upworthy e ha anche cercato dati che spiegassero queste ragioni. Il primo punto è stato verificare se si tratta di una impressione o se è vero che questa è uno spartiacque tra i millennial e la Generazione Z. Lo è, chiaramente soprattutto nella vecchia Europa.
La conduttrice radiofonica britannica Jennie Longdon ha lanciato il tema con un post che è diventato immediatamente virale: nonostante siano perfettamente in grado di fare praticamente tutto dai telefoni, le persone di età superiore ai 30 anni non riescono a separarsi dall’uso del laptop, soprattutto per acquisti importanti come viaggi e abbigliamento di marca. Efficaci le sue parole su Tik Tok: «per acquisti di poco valore, vestiti, scarpe da tutti i giorni si può anche fare», dice su TikTok , «ma…un biglietto aereo? Questa è una missione da laptop!».
La conduttrice Longdon calca la mano sul disgusto che prova all’idea che al telefono, si possano comprare beni e oggetti di un certo valore. Poiché questi articoli possono essere davvero valutati soltanto su uno schermo più grande. È semplicemente qualcosa che un cervello millennial non può sopportare.
Ebbene, in suo aiuto, nel caso ce ne fosse bisogno ecco Fluid Commerce secondo il quale non è affatto una modalità obsoleta ma ben più saggia: il desktop medio infatti fornisce «oltre 3 volte più informazioni» dello schermo di uno smartphone, consentendo ulteriori ricerche. I laptop magari non offrono tante informazioni quanto un desktop, ma sicuramente molte più di un telefono. Ed è un’azione di buon senso desiderare quante più informazioni possibili prima di fare un acquisto che è in un certo modo anche un investimento.
Un piccolo sondaggio a margine si può fare con l’analisi dei commenti scritti sotto i post che trattano il tema:
«I grandi acquisti si fanno soltanto al computer perché non credo proprio che le app mobili mi mostrino davvero tutto quello che ho bisogno di sapere».
«Un acquisto importante richiede uno schermo Internet importante».
«Un buon metodo è informarsi sul telefono e ordinarlo dal computer».
Alcuni hanno persino condiviso storie dell’orrore in cui hanno provato le cose in un modo nuovo e si sono ritorte contro immediatamente.
Un commento in particolare sembra però più esplicativo e definitivo degli altri. Perché tutti abbiamo vissuto certe frustrazioni:
«Il problema è che l’esperienza di quando abbiamo cominciato a usare gli smartphone era davvero pessima, lenta e ingestibile, non abbiamo mai superato quel trauma»
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