Social e figli, questo è il problema. Crescere è difficile, crescere nell’epoca dell’iper connettività e dei social media lo è ancora di più. Uno studio accademico condotto da un gruppo di professori di Oxford e Cambridge, e pubblicato su Nature Communications, ha confermato i sospetti e le paure di molti genitori: i social danneggiano la felicità dei ragazzi.
Instagram, Snapchat e TikTok catturano il regolare stress dell’adolescenza (gossip, amori, brufoli e tristezza) e lo amplificano in maniera esponenziale. I social sono una piazza pubblica, e questo significa solo una cosa: ogni errore può essere pubblicato, condiviso, e riguardato un’infinità di volte.
Ma qual è il nesso causa-effetto? I ragazzi sono più infelici perché passano tempo sui social, o sono infelici e quindi passano più tempo sui social?
Le risposte della ricerca
La dottoressa Amy Orben e i suoi colleghi hanno passato gli ultimi anni a raccogliere un ampio set di dati in tutto il Regno Unito, intervistando oltre 70 mila cittadini. I risultati hanno dimostrato come la felicità declini con l’avanzamento dell’età, ma anche quanto questo fenomeno avvenga più velocemente nella fascia di età dagli 11 ai 14 anni. La causa è stata individuata proprio nell’utilizzo intensivo dei social media. Dai dati è emerso che i bambini che usano più social hanno totalizzato un punteggio riguardo al senso di insoddisfazione molto alto, e i numeri peggiorano drasticamente nel caso delle ragazze. Nei casi più estremi alcune adolescenti hanno dichiarato di utilizzare i social in media 7 o più ore al giorno (sì, quasi quanto una giornata lavorativa).
Per capire meglio i risultati gli autori si sono spinti oltre, analizzando come l’insoddisfazione si traduce in utilizzo dei social, e come questi ultimi influiscono sulla gestione delle relazioni, la percezione del mondo e la felicità. L’immagine finale è quella di un cane che si morde la coda: l’utilizzo dei social porta all’insoddisfazione, che a sua volta porta a un maggiore utilizzo dei social media. E così via.
Infelici da sempre?
Sempre più ricerche stanno evidenziando come i social media abbiano profondi effetti negativi sugli adolescenti, in particolare sulle ragazze. L’uso dei social rappresenta un rischio reale per i giovani, tanto che la domanda sorge spontanea: quali i potenziali benefici dell’iper-connettività (ammesso che ce ne siano)? A cosa serve abbandonare i ragazzi davanti a uno smartphone senza controllo? Secondo la ricerca della dottoressa Amy Orben già a 11 anni, se lasciati senza una guida davanti a uno schermo, i ragazzi possono iniziare a percepire il mondo in maniera distorta, con gravi conseguenze per il loro sviluppo psico-fisico.
Infine, secondo un articolo pubblicato sul Washington Post, la salute mentale degli adolescenti era in declino già da tempo, la pandemia e il lockdown hanno (purtroppo) aggravato un processo già iniziato, in cui i social media costituivano una buona parte del problema.
Esistono delle soluzioni? Non tutto è perduto, in una realtà dove i social network sono una macchina macina miliardi, e sembrano essere l’unica cosa che conta davvero, si può fare ancora qualcosa: anzitutto dare ascolto alla ricerca, e affronta dei risultati iniziare a includere il problema della dipendenza da smartphone nel dibattito della salute pubblica. Ah sì, anche bloccare i social.