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Gli NFT renderanno sempre più miliardario il mondo del gaming

8 Aprile 2021
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Non-fungible tokens.

NFT. Se non ne avevate sentito parlare prima, sicuramente ne starete sentendo parlare adesso o ne sentirete parlare prossimamente, dato che negli ultimi mesi il mercato di questi token unici sta crescendo in maniera incredibile.

Ma cosa sono gli NFT?

Cosa sono gli NFT? Sono un modo per creare scarsità e unicità nell’arte digitale. Sono come una firma che autentica l’originalità di una certa opera. Ancora confusi? Provo a spiegarmi meglio con un esempio.

Siete al Museo di Arte Moderna di New York. Tra le varie opere esposte c’è la Notte Stellata, icona della pittura occidentale che raffigura un paesaggio notturno di SaintRèmy-de-Provence, poco prima che sorga il sole, realizzato dal pittore olandese Vincent van Gogh.

Il quadro è stupendo, quindi decidete di comprare una stampa dello stesso al negozio di souvenir del museo e, una volta a casa, lo appendete in soggiorno.

Ora voi, ogni volta che lo vorrete, avrete davanti il dipinto che vi ha colpito tanto, ma non possedete l’opera originale, per quanto la stampa che avete in soggiorno rappresenti esattamente lo stesso paesaggio. Se quindi decideste di venderla, sicuramente non racimolereste molto più rispetto a quanto speso da voi stessi al principio.

In questo caso, l’opera originale è l’NFT, mentre tutte le stampe sono solo copie, e quindi non dello stesso valore. Se in questo esempio il quadro è un oggetto materiale, nel caso degli NFT stiamo parlando di elementi digitali, autenticati attraverso la blockchain, ovvero una struttura dati condivisa e immutabile.

La blockchain è un registro digital

La blockchain è definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più modificabile né eliminabile, a meno di invalidare l’intera struttura.

Quindi possiamo provare a semplificare il concetto dicendo che gli NFT sono dei marchi di autenticità per le opere digitali, degli autografi digitali insomma. Quello che si va ad acquistare quindi, quando si compra un NFT, è la proprietà di un oggetto presente nella rete e che è a disposizione di tutti.

Come possono applicarsi gli NFT al mondo del gaming?

Partiamo da una loro applicazione già avvenuta e neanche tanto recentemente.
Nel 2017 sulla piattaforma Ethereum (la cui blockchain è la più utilizzata nel mondo degli NFT) venne rilasciato il gioco di carte digitale dei Cryptokitties, dove si acquistavano e allevavano gatti digitali la cui proprietà veniva scambiato tramite NFT. Il successo è stato enorme, tale da far raggiungere ad alcuni gattini digitali il valore di 170mila dollari.

E qui le cose si fanno interessanti. Un gioco che pochissimi conoscono ha creato un mercato del valore di migliaia di dollari. Pensiamo quindi all’esempio precedente con l’opera di Van Gogh: e se i giocatori avessero lo stesso tipo di proprietà su oggetti di gioco di estrema rarità o difficoltà da ottenere?

Affinché questo sistema abbia valore, i giocatori dovrebbero avere il pieno controllo dei loro NFT. E se infine applicassimo quest’idea a giochi di successo come Call of Duty, World of Warcraft, League of Legends, etc…?

I giochi sopracitati hanno già un mercato di item interni ai giochi stessi, ma quello che i giocatori ottengono sono solo copie di oggetti che tutti gli utenti dei vari titoli possono ottenere, quindi nessuno di loro li possiede in esclusiva.

Videogame e NFT, la combinazione da miliardi di dollari

Pensiamo invece a qualcosa di estremamente limitato, legato a eventi e sfide di giochi. I vincitori di eventi in-game ottengono una ricompensa speciale per il loro risultato, un NFT unico che non verrà più rilasciato all’interno del gioco stesso.

Mi riferisco a Skin o armi uniche, rilasciati in premiere mondiali ed estremamente rari. Oppure la vendita di momenti video della vittoria di squadre di E-sports o di singoli pro-gamer e delle loro vittorie per far possedere ai giocatori un pezzo di storia del franchise (se vi suona strano, a febbraio la clip di una schiacciata pazzesca di LeBron James è stata venduta a 208mila dollari).

Solo grattando la superficie delle possibili applicazioni di questi token nel mondo del gaming si capisce il valore di un mercato che, secondo la mia modesta opinione, esploderà nei prossimi anni e raggiungerà il valore di miliardi di dollari.

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