Sarò sincero: speravo di far passare più tempo dopo il primo episodio dell’osservatorio Musk. Il problema è che il nostro esuberante miliardario egomaniaco ne combina troppe e troppo spesso. Quindi, per evitare di dover scrivere papiri, ecco senza indugio l’episodio 2!
1. MUSK NEL MIRINO DELLA FTC PER TWITTER FILES E TWITTER BLUE
Dopo una lunga indagine della FTC (Federal Trade Commission) americana su Twitter, conclusasi nel 2022 con un patteggiamento e il pagamento di una multa di ben 150 milioni di dollari, la vicenda non si è affatto conclusa. La commissione ha infatti deciso di aprire una nuova indagine. I motivi sono le preoccupazioni per lo stato di sicurezza interna dell’azienda e le ultime decisioni prese da Musk nei confronti dei dipendenti. Il primo problema riguarda i cosiddetti Twitter Files, ovvero le dichiarazioni rilasciate dall’hacker Peiter Zatko, assunto e poi licenziato da Twitter, che avevano evidenziato gravi carenze relative alla cybersecurity.
In più, il faro della FTC è puntato anche sul “caso” Twitter Blue. La versione premium del social di Musk era stata lanciata a novembre del 2022, per poi venire sospesa appena 48 ore dopo a causa del proliferare di account verificati ma fake, che annunciavano l’insulina gratuita o facevano fare il dito medio a Super Mario. Dopo quell’avvio disastroso, Twitter aveva rilanciato il sistema il mese successivo, però a pagamento, con un lungo strascico di polemiche.
Questi due episodi, oltre a vicende come il licenziamento in massa dei dipendenti, i rapporti con la stampa e la controversa politica sugli Advertising, hanno causato l’avvio di questa nuova indagine della FTC. Finirà con un’altra multa salata? Difficile dirlo, intanto pare che Twitter non stia collaborando per niente all’indagine. La FTC ha dichiarato di aver mandato una dozzina di lettere al social, senza ricevere alcuna risposta. Speriamo che abbiano usato la PEC.
2. MUSK SFOTTE UN SUO DIPENDENTE DISABILE, POI LO LICENZIA
In tutti questi casini, il buon Elon si diverte a scrollare il Feed di Twitter, cercando potenziali minacce e delatori della sua nuova creatura. E uno lo ha trovato: Haraldur Thorleifsson, un dipendente di Twitter affetto da distrofia muscolare. Il poveraccio si era reso protagonista di un atto inqualificabile. Non riuscendo a collegarsi via computer al social da nove giorni e non avendo ricevuto alcuna risposta dalle risorse umane dell’azienda, si era risolto a scrivere su Twitter, chiedendo direttamente a Musk.
Ora, nel mondo reale (e in quello digitale “normale”), difficilmente uno si potrebbe aspettare una risposta, ma nel mondo dell’Osservatorio Musk sì! Ecco allora che il miliardario ha risposto a Thorleifsson, sbeffeggiandolo pubblicamente e mettendo in dubbio la sua malattia. Secondo il buon Elon, infatti, una persona con la distrofia muscolare che rivendica il non poter usare la tastiera non potrebbe nemmeno twittare. Senza scomodare il “Ah, è medico!” del mitico Augusto Zucchi in Tre uomini e una gamba, la vicenda è veramente grottesca. Deve essersene accorto anche Musk, perché nell’uragano di polemiche seguite al suo tweet, il miliardario ha corretto il tiro. La motivazione è stata quella di essersi basato su “cose che gli erano state dette e che non sono vere”.
A questo punto si può dedurre che Musk non abbia assunto un social media manager, ma un vero e proprio sicofante che, in puro stile medievale, gli sussurra all’orecchio cosa scrivere sui suoi editti. Incredibile davvero, ma intanto la notizia che fa meno ridere è che Thorleifsson ha ricevuto alla fine la sua risposta: è stato licenziato.
3. MUSKTOWN IN COSTRUZIONE?
Una recente notizia giunta all’Osservatorio Musk getta luce sui possibili futuri piani egomaniaci di Musk. Una serie di società collegate al miliardario, infatti, avrebbero acquistato vicino a Austin (Texas) terreni per circa 14 chilometri quadrati. A meno che non si tratti della sua nuova piscina, l’ipotesi più probabile è che Musk voglia creare una vera e propria città dove ospitare (e far lavorare) i suoi dipendenti. Un vero e proprio stato utopico o una specie di strategia commerciale? Al momento mancherebbe una richiesta ufficiale per creare una città nella contea (sì, in America puoi ancora fondare città come in Civilization), ma ci sono diversi indizi che portano in questa direzione.
Ad Austin, infatti, si trovano le sedi di alcune delle aziende più importanti di Musk, come SpaceX, Tesla e The Boring Company. Inoltre, lo stesso miliardario ha annunciato il 28 febbraio che la nuova gigafactory di Tesla verrà costruita vicino a Monterrey, in Messico, a sole 370 miglia da Austin. Secondo il Wall Street Journal, la città dovrebbe chiamarsi “Snailbrook”, in riferimento alla mascotte dell’azienda “The Boring Company” (quella che costruisce tunnel dove si formano code) che è, appunto, una lumaca. La città potrebbe anche essere l’occasione di testare nuovi sistemi abitativi per sostenere il suo progetto di sbarco su Marte. Dove non esistono stupide legislazioni su stipendi dei lavoratori, ambiente, volanti di Tesla che si staccano e dove potrà incontrare di nuovo Starman, il manichino sulla Tesla lanciato nel 2018. Sicuri che non fosse un suo dipendente sgradito?
Ora si accettano scommesse: quanto passerà fino al prossimo episodio dell’Osservatorio Musk?