Ecco a noi la ricerca vocale, ovvero le assistenti tipo Siri che trasformano i corsi SEO in supercazzole prematurate
Stai spendendo tanti soldini per corsi SEO? La ricerca vocale, Siri, Alexa ecc. cambieranno tutta la SEO, e tu millennial caro non sarai pronto. Sveglia!
La ricerca vocale SEO sta arrivando. E dunque, smettiamola di parlare ancora di SEO (Search Engine Optimization) come di un oracolo oscuro che al pari di certi poemi epici decideva le sorti di tutto e tutti. In effetti è stato sempre un po’ così: chi lavora in questo mondo lo sa e, senza eufemismi, è schiavo della SEO e di ogni suo cambiamento, abbastanza frequente tra l’altro. Tutto deve essere ottimizzato per sua maestà la SEO: dal titolo al sottotitolo alle foto. Tutto. Ma anche chi pensa di aver raggiunto un buon livello da indovino algoritmico, oggi è in crisi.
Trovare in rete offerte di lavoro destinate a “ingegneri informatici con skill psicologici” è tutt’altro che una bizzarria. Già, con il proliferare delle ricerche vocali (i dati dicono che ormai il 20% delle ricerche è fatto di ricerca vocale) ci si aspettano nuovi stravolgimenti: Alexa, Siri e Google Now stanno pian piano sconfiggendo la nostra atavica difficoltà a parlare ad una macchina rendendola una cosa sempre più comune, comoda ed efficace. L’ingegnere psicologo diventa il mestiere del futuro. Forgerà il linguaggio della macchina e il suo carattere, i suoi modi.
Regola 1 della ricerca vocale
Utilizzare un linguaggio più colloquiale
La maggior parte di noi non scrive come parla (al massimo parla come mangia ?), soprattutto quando dobbiamo cercare qualcosa su internet. Se dobbiamo cercare quanto ha fatto il Milan contro l’Inter scriviamo “Milan ultima partita” o “Milan Inter Risultato” usando praticamente parole chiave e non una frase di senso compiuto. Invece con un qualsiasi assistente vocale si è portati ad usare il linguaggio naturale, magari urlando un po’ perché si crede che la macchina sia un po’ sorda anche se probabilmente sente meglio di noi.
Tempi duri per gli scrivani online
Quindi chi scrive per il web ora ha anche questa incognita da considerare, ovvero non basta più ragionare su come uno dovrebbe arrivare ad un determinato post tramite una ricerca, ma anche che frase userebbe per arrivarci. È vitale quindi cominciare a inserire nei propri pezzi frasi più colloquiali, anche abbassando il registro per andare incontro alle sfumature più colloquiali che saranno sempre più diffuse tra le ricerche.
Il mobile è il king
Guardatevi intorno, l’utente medio usa un device mobile per navigare su internet, i computer sono ormai usati solo negli uffici o dai professionisti. La fascia più giovane e la fascia più anziana degli utenti internet usano device mobile, forse solo i Millennial, quelli più vecchi diciamo, preferiscono ancora il computer, più che altro per nostalgia: abbiamo iniziato a navigare coi computer e ci pare brutto abbandonare il fedele compagno di tante navigate.
Effetto Siri
Ovviamente più la comprensione vocale diventa efficace più gli utenti son predisposti a cercare notizie parlando al proprio telefono. Quindi ottimizzazione per il mobile va ormai di pari passo con l’ottimizzazione per la ricerca vocale e le due cose diventeranno sempre più inseparabili. Il futuro è orale: i giovani attirati dall’effetto cool e i più anziani per mera comodità e vanità: non devo mettere gli occhiali per vedere le schermo.
La Coda Lunga SEO
Ovviamente quando si parla si tende ad utilizzare espressioni più sofisticate quindi oltre alle classiche, e molto generiche parole chiave, è importante introdurre anche parole chiave più complesse formate da 4 o 5 parole. Queste parole chiave dovrebbero essere una qualche frase descrittiva per cercare così di prevedere la frase pronunciata da chi cerca qualcosa di specifico.
Insomma la vita si complica ancora di più per chi produce contenuti… In attesa del momento in cui potremo anche noi dire: «Siri sono stanco, scrivimi un pezzo sulla ricerca vocale che io vado a ubriacarmi».
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