2022 addio… ecco il 2023! Ma prima di stappare lo spumante a lume di candela a causa del caro bollette e mangiare panettone artigianale che costa come il tartufo bianco d’Alba a causa dell’inflazione, guardiamo un attimo indietro.
Questo 2022 ha fatto segnare diversi cambiamenti nel mondo social. Da nuove features a nuove interfacce, passando per le inevitabili polemiche su questa o quella piattaforma, ne abbiamo viste di cotte e di crude.
Di tutto quello che è successo, però, tre casi del 2022 dal mondo digitale meritano una riflessione. Ma dato che siamo su The Millennial, la riflessione non può essere ordinaria. Ecco allora che i tre casi verranno giudicati con metro “generazionale” e nello specifico con B (Boomer), M (Millennial) e Z (Gen Z). Il perché? Se ve lo chiedete siete già da B…
1. IL GRANDE PUNTO DI DOMANDA DEL METAVERSO
Già ad ottobre la questione Metaverso aveva imposto una riflessione. Il futuro dell’interconnettività sociale secondo Zuckerberg mostrava già segni di decadenza a un anno dall’annuncio, ma non si può dire che questo 2022 sia stato del tutto buttato.
Certo, a fronte degli investimenti colossali di Meta, si sono visti pochi risultati, specialmente sul piano pratico, ma qualcosa si è mosso. Al netto del gruppo capitanato dal buon Mark, moltissime aziende hanno cominciato a investire in maniera massiccia. A traino sono arrivati anche i fondi di investimento e a far la parte del leone sono state, ovviamente, le grandi aziende tecnologiche (come Microsoft), che possiedono chiaramente il maggiore know how per anticipare i tempi e aggredire il mercato.
Ma ci sono interi settori che stanno guardando con sempre maggiore interesse al Metaverso. Uno dei principali è sicuramente quello immobiliare, con la compravendita di terreni e spazi virtuali e un giro d’affari che, si stima, raggiungerà i 2,5 miliardi di dollari nel 2023. Altro settore è quello della moda, con sempre maggiori brand che seguono il doppio binario collezioni vere/virtuali, come ad esempio Gucci, Balenciaga e Burberry. Non possiamo poi non citare il settore gaming, vera leva trainante e strettamente connesso al mondo della blockchain. Già molti brand di questo settore si stanno attrezzando, mentre altri lo hanno fatto in tempi non sospetti con le Sand Box (avete presente Minecraft? Ecco, benvenuti nel metaverso). Anche il settore retail è molto interessato, con la prospettiva di un’esperienza immersiva per il cliente e, perché no, il raggiungimento di quella mixed reality che promette di rivoluzionare i punti vendita.
Chiaramente, la gran parte degli investimenti è ancora a livello di hardware e struttura, ma il 2023 potrebbe vedere i primi frutti concreti di tutta questa fatica. Il pubblico? Circa 350 milioni di utenti nel mondo (in gran parte nel settore gaming), ma sono numeri che oscillano. Per quanto riguarda la presenza generazionale, uno spaccato interessante è rappresentato dai dati italiani, che presentano analogie anche con diversi altri Paesi.
Il nostro giudizio: M con tendenza alla Z. I B hanno troppa paura che servano gli occhiali come per leggere.
2. TWITTER/MUSK: MATRIMONIO TURBOLENTO
Il 2022 è stato anche l’anno dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Inutile soffermarci sulle polemiche e sulle dispute che ne hanno accompagnato il cambio di proprietà e che abbiamo già trattato. Una riflessione, però, va fatta su quello che questa acquisizione comporta per il mondo social. Per la prima volta una piattaforma top viene acquisita da un miliardario… esuberante e intenzionato a farne un uso quanto più possibile personalizzato. Non siamo ai tempi dello Zuckerberg senza scrupoli di The Social Network, ma di una realtà fatta e finita che ha cambiato decisamente redini e prospettive. Con quasi 240 milioni di utenti attivi nel mondo (e oltre 40 milioni nei soli Stati Uniti), Twitter rappresenta un’importante vetrina in grado di cambiare gli equilibri dell’opinione pubblica.
L’uso giornalistico della piattaforma e la vitalità dei contenuti rappresentano il valore aggiunto ideale per delle ambizioni più politiche che economiche. Lo stesso Musk ha contraddetto le sue dichiarazioni iniziali di non belligeranza, mostrando il pugno duro nei confronti di dipendenti e utenti colpevoli di orrendi crimini, come voler vedere dove andava il suo aereo. Proprio negli ultimi giorni il magnate ha lanciato, a sorpresa, l’ennesimo sondaggio su Twitter: “Devo dimettermi?” Inutile dire che il 57% degli utenti ha votato per le sue dimissioni e Musk stesso ha dichiarato che rispetterà il verdetto.
Tornando agli utenti di Twitter, di cosa si occupano? Beh, anche qui gli interessi cambiano. L’informazione è ancora predominante, ma una recente analisi vede una realtà che cambia. Gli utenti sembrano sempre più interessati al nudo e alla pornografia, oltre che alle criptovalute, argomenti che allontanano gli investitori più tradizionali. Inoltre, le celebrities di ogni campo hanno abbandonato in massa la piattaforma, preferendo social più grafici (e più tranquilli), come Instagram e TikTok. Inoltre, diciamocelo, la predominanza del mercato statunitense non contribuisce ad alzare di molto il livello culturale della piattaforma…
Il nostro giudizio: M con tendenza alla B. La piattaforma è ancora utilizzata per la maggior parte da un’utenza giovane, ma il recente “cambio di regime” potrebbe allontanare diversi giovani, alla ricerca di piattaforme più libere, a favore di un’utenza più matura.
3. L’ANNO DI TIKTOK
Questo è forse il caso più ovvio e più importante dell’anno. Il 2022 è stato decisamente l’anno di TikTok, piattaforma che svetta nel grigiore e nella decadenza degli altri social come vero punto di riferimento dell’immediato futuro. I brand l’hanno capito da tempo e anche voi dovreste affrettarvi a farci un pensiero. Anche qui ci sarebbero molte cose da dire (e da ripetere), ma i dati esemplificano meglio di qualunque altra cosa questa cavalcata trionfale. Dall’inizio dell’anno TikTok ha superato il miliardo di utenti attivi mensili, avvicinandosi pericolosamente al miliardo e mezzo nelle previsioni più recenti. Dal 2018 al 2022 si parla di una crescita di quasi il 400%. La piattaforma, dalla sola Cina, è ora disponibile in 155 paesi e in 75 lingue.
L’utente medio di Twitter trascorre poco meno di un’ora al giorno scollando il feed della piattaforma, quasi la metà del tempo medio totale trascorso ogni giorno sui social. Il 90% degli utenti che hanno TikTok lo apre quotidianamente (Facebook si accontenta del 62%) e il tasso di coinvolgimento è del 5,30% (Instagram veleggia con l’1,10%). A cavallo tra 2021 e 2022, TikTok aveva già infranto diversi record. Il primo social media non appartenente alla galassia di Meta a raggiungere il traguardo di 3 miliardi di download. L’app più scaricata e l’app più popolare per iPhone nel 2021.
La cosa veramente inquietante è che i dati della Cina, dove TikTok esiste sotto forma del social Douyin, non vengono mai resi pubblici, ma si sa che la piattaforma è popolarissima tra i cinesi. L’utenza è ancora piuttosto giovane, con il 62% degli utenti compresi tra i 10 e i 29 anni e il 32,5% con meno di 19 anni. La percentuale degli utenti “senior” cresce però di pari passo con la popolarità della piattaforma e il 7,1% ha più di 50 anni.
Il nostro giudizio: ZM con tendenza alla B. Nonostante sia ancora il social di riferimento dei giovani, l’utenza B sta piano piano conquistando fette crescenti di utilizzo. Resta da vedere se TikTok continuerà la sua ascesa nel 2023 e, conseguentemente, anche l’aumento dell’età, oppure un nuovo social emergerà facendo migrare Millennial e Gen Z. Al momento, comunque, nulla sembra scalzare questa crescita, con buona pace di chi non vuole il Made In China.