Ti chiederai: ma cosa c’entrano i politici italiani con me che tento disperatamente di vendere qualcosa sfruttando i social? Semplice: non c’entrano nulla, ma sono un esempio utile per capire come è possibile vendere con le sponsorizzate nel 2022. L’ordine scelto è totalmente funzionale alla spiegazione e non alla simpatia per uno o per l’altro partito.
IL METODO LETTA
Durante la seconda settimana di agosto (fino a prima di Ferragosto), il Partito Democratico di Enrico Letta ha investito ben 12.845 euro (in media 1.835 euro al giorno) in campagne sponsorizzate. Una cifra monstre, considerando la crisi finanziaria dei partiti. Cosa si trova in queste campagne? Stralci di programma di facile e veloce lettura sotto forma di proposte sintetiche, ma non mancano anche appelli polemici ai “tradimenti” di Carlo Calenda (potete leggere della vicenda qui).
Cosa ci insegna tutto questo? Il PD, nonostante i sondaggi lo diano come il secondo partito subito dietro Fratelli D’Italia di Giorgia Meloni, ha bisogno di recuperare per giocarsi qualche chances di vittoria nella complicata partita post-elettorale. Deve far valere le sue ragioni, ma anche rimarcare la sua coerenza rispetto a quella di altri.
Quindi, se tu vuoi vendere con le sponsorizzate un prodotto (o un servizio), devi prima fare un’analisi dei tuoi competitor sui social. Come si comportano? Come si posizionano sul mercato? Sono più forti e affermati di te? È chiaro che, se devi inseguire o provare a ricavarti uno spazio, saranno necessari investimenti più consistenti. La quantità paga? Non sempre: le campagne di sponsorizzazione dovranno essere calibrate con attenzione sul target e contenere gli elementi chiave che si vogliono far passare. Mettere in evidenza un post è decisamente out of the game: i contenuti vanno creati ad hoc.
IL METODO SALVINI
La Lega di Matteo Salvini si trova di fronte a un bivio: si trova nella coalizione che ha maggiori chances di vittoria, ma al momento non è il partito che verrà più votato all’interno della stessa. Come si muove sui social? Prendendo ad esempio lo stesso lasso temporale del PD, la Lega ha speso 4.475 euro, a cui vanno aggiunti altri 1.048 euro sulla sua fan page, per un totale di oltre 5.500 euro. Un’altra cifra di tutto rispetto, seconda solo a quella del PD nello scacchiere politico italiano. Le modalità di comunicazione sono quelle a cui il partito di Salvini ci ha abituato: slogan brevi, netti e di impatto, sia per sottolineare le linee guida politiche della Lega, sia contro gli avversari.
Cosa ci insegna tutto questo? Se parti da una posizione social già affermata, ti trovi davanti a due obiettivi: da una parte continuare a crescere e a consolidarti, dall’altra guardarti dai competitors che ti possono raggiungere e superare. Potresti quindi puntare a campagne che rimarcano i tuoi punti forti (anche rispetto alla concorrenza), cercando di consolidare le conversioni che ottieni dalle sponsorizzate. Metti in conto, anche in questo caso, di poter arrivare a spendere anche budget importanti (ovviamente proporzionati alla capacità economica e alla tipologia di prodotto). Voglio essere ancora più chiaro su questo: vendere con le sponsorizzate ha successo grazie a un’alchimia di fattori diversi. Devi avere un budget adeguato, certo, ma anche una strategia per spenderlo al momento giusto e nei modi giusti (tutto in una volta o poco per volta). E poi: obiettivi definiti, monitoraggio e una buona dose di creatività, per elaborare la campagna giusta senza cadere in messaggi triti e ritriti.
IL METODO MELONI
Siamo arrivati all’ultima situazione analizzata. Fratelli D’Italia è in testa nei sondaggi e nella coalizione data per possibile vincente. Come si comporta sui social? Con una strategia vecchia come il mondo: stare a vedere. A livello di sponsorizzate, sempre nello stesso arco di tempo preso in esame, il partito di Giorgia Meloni ha speso ben 98 euro, tra l’altro sulla fan page, nemmeno sulla pagina ufficiale del partito o della sua leader.
Una cifra degna degli investimenti in sponsorizzate della sagra della salsiccia, come mai? Sfruttando la sua posizione (al momento) preminente, la strategia è quella di gestire l’ordinario, puntando sui contenuti organici (quindi non a pagamento) e cercando di mantenere alto il tasso di fidelizzazione della propria community. Tutto in attesa delle ultime settimane di questa campagna elettorale lampo, nelle quali sicuramente l’aria si riscalderà e sarà necessario dar fuoco alle polveri anche sui social.
Cosa ci insegna tutto questo? Se ti senti soddisfatto dal tuo posizionamento sui social, non ti serve esagerare. A meno che tu non debba pianificare il lancio di qualcosa di importante, non è necessario investire sempre e comunque per gestire l’ordinario. Certo, le sponsorizzate aiutano, ma a volte è sufficiente anche un budget molto risicato per “tenere caldi” i propri contatti. Pensa alle campagne di retargeting in una community molto molto fidelizzata: saranno necessari pochi e semplici messaggi per ottenere l’effetto voluto.
E tu, da che parte stai? Parlo delle campagne sponsorizzate, ovviamente.
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