Un videogioco al giorno toglie il medico di torno: la guerra al covid passa anche dai gamer

14 Febbraio 2021
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Un titolo volutamente esagerato, ma anche una mela al giorno non è la soluzione a tutti i mali. C’è un fondo di verità dietro a questo titolo e ti spiegherò perché questa scelta.

I videogiochi negli ultimi anni sono sempre più oggetto di interesse da parte del panorama scientifico. Sono un medium relativamente recente, con all’incirca 70 anni di storia alle spalle, ma che necessitano svariati approfondimenti, soprattutto a causa dei forti stereotipi che li circondano. Il campo medico è uno dei campi che sta approfondendo il potenziale dei videogiochi.

La medicina e i videogame

Uno degli esperimenti più riusciti ebbe luogo nel 2013 all’università di San Francisco grazie al Professor Adam Gazzley che elaborò un particolare gioco di guida atto a stimolare la memoria a breve termine e aumentare le capacità cognitive sotto stress nelle persone anziane. NeuroRacer – questo l’azzeccato nome del suo software – è un semplice gioco di guida: durante la sua esecuzione compaiono simboli colorati e sempre diversi sopra l’auto guidata dai pazienti che, con abilità via via crescenti, dovevano premere il tasto corrispondente per proseguire sulla carreggiata.

Lo studio andò così bene da indurre l’Università a usare il videogioco anche come strumento per individuare malattie degenerative della terza età.

I videogame al servizio dei medici

Qualche anno fa una grande spinta innovativa nel mondo videoludico venne data dall’avvento di dispositivi di riconoscimento come Playstation Move o Kinect di Xbox. Quest’ultimo, al centro dell’attenzione da anni nel mondo della robotica, nella sua evoluzione per Xbox One riesce a “vedere” anche i battiti cardiaci ed è, per la sua precisione e carica innovativa, protagonista in svariate sperimentazioni mediche in tutto il mondo, con obiettivi di miglioramento nei pazienti cardiopatici e con malattie del cuore in generale.

Un altro caso di hardware al servizio della medicina, che fece scalpore al tempo, riguarda alcuni medici chirurghi del Florida Hospital Celebration Health, con una sperimentazione del Dottor James Rosser (che si proclama nella sua biografia Chirurgo, Gamer, collezionista di fumetti e amante del cinema, insomma un nerd).

I medici che si allenano con i videogame

Il gruppo di specialisti “allenava” la mano con “Super Monkey Ball 2” per GameCube al fine di migliorare le proprie prestazioni negli interventi di laparoscopia, ovvero quelle operazioni dove bisogna guidare una sonda e gli strumenti chirurgici all’interno di un piccolo canale ottenuto senza “aprire” il paziente, esattamente lo stesso tipo di movimento necessario nel gioco firmato SEGA.

Ricordate la Wii? Ecco, la balance board della console Nintendo, secondo un innovativo studio sperimentale che vede protagonisti i dottori e i ricercatori dell’Università di Melbourne in Australia, avrebbe le stesse funzioni e funzionalità dei più moderni attrezzi medici utili a ristabilire la corretta postura ed equilibrio nei soggetti post-traumatici (ad esempio, chi ha subito un incidente e cerca di ristabilire il corretto uso delle gambe). Laddove una balance board costa meno di 100 euro, i dispositivi medici analoghi e costruiti con la stessa qualità lievitano fino a quasi 15.000 euro. La periferica Nintendo, secondo i test, non solo sarebbe più economica, ma addirittura più precisa e performante.

La guerra al covid passa anche dai gamer

Incredibile ma vero, anche i videogiocatori hanno potuto dare il loro contributo a inizio pandemia.

In Foldit, sviluppato all’Università di Washington nel 2008, i giocatori competono e collaborano per costruire proteine e amminoacidi. Prevedere come una proteina si ripieghi (dunque la sua struttura) è uno dei problemi aperti in biologia: dato che le proteine sono coinvolte in molte patologie, conoscere la loro struttura potrebbe contribuire significativamente alla cura. Nel gioco è visualizzata una rappresentazione grafica della struttura della proteina che l’utente può manipolare al fine di trovare la struttura più probabile.

Il videogame per la scienza, Foldit

Avvantaggiandosi dell’innata capacità dell’uomo di risolvere un rompicapo, sommata alla capacità di calcolo di un computer, “Foldit” è un gioco in cui tutti possono per contribuire alla ricerca scientifica. Nel 2010, alla fine di una competizione di 3 settimane, i giocatori con punteggi più alti hanno permesso ai ricercatori di identificare una rapida soluzione alla struttura cristallina di un virus delle scimmie collegato all’AIDS. La struttura aveva eluso i ricercatori per 10 anni; al contrario, le tecniche non lineari, cooperative e di risoluzione dei problemi usate da questi giocatori sembrano essere state esattamente le abilità necessarie alla risoluzione di questo problema.

Quando il vaccino era ancora lontano e si stava iniziando a studiare il virus e la sua proteina spike che permette di infettare l’uomo, Foldit dette il suo contributo, lanciando a Marzo 2020 un puzzle del coronavirus con l’obiettivo di trovare una proteina per neutralizzare il suo picco.

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