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Che cosa ha insegnato Piero Angela a noi giovani imprenditori

17 Agosto 2022
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Che cosa serve per essere comprensibili a chi non ha confidenza con la tecnologia? credo che possiamo, anzi dobbiamo, prendere da Piero Angela alcune lezioni.

Il suo approccio familiare, esemplificativo. Il tono di voce pacato e rassicurante, il racconto preciso del lavoro della ricerca e il rispetto per chi immagina e agisce per migliorare le prospettive umane. L’importanza di creare empatia con gli spettatori. Tutti aspetti che pochi altri hanno saputo applicare all’attività di divulgazione.

Quella di Piero Angela però non è soltanto una tecnica giornalistica virtuosa, credo sia anche un approccio utile a livello imprenditoriale, per chi si muove tra materie complesse come la tecnologia, la sua diffusione, la sua vendita.

Perché, anche se a livelli differenti, siamo sempre visti un po’ come “smanettoni”, o custodi di segreti imperscrutabili il cui successo si basa su un’attività che in pochi comprendono.

Mi sono fatto l’idea che almeno su tre punti dovremmo ricordare sempre l’efficacia dell’approccio di Piero Angela:

1)    Essere sempre un po’ fuori dagli schemi. Difficile pensare che lui lo fosse, ma lo era. Uno che molla l’università, non si laurea perché «i professori non sono bravi a spiegare» e su questa intuizione costruisce un format d’informazione che supera mezzo secolo è una persona capace di intuire un bisogno del pubblico. Ed è in grado di soddisfarlo contro una visione ingessata della cultura scientifica.

Quante volte ci capita di sperare di intercettare un bisogno comune per poter dare risposte con i nostri prodotti? Per la cronaca, poi, nell’arco della sua lunga vita, Piero Angela di lauree se n’è prese 12, ad honorem.

2)    Impegnarsi per un racconto onesto. La tecnologia, come la scienza, può essere usata per condizionare la vita delle persone nel bene e nel male. Male è, secondo me, quando diventa uno strumento per manipolare il pubblico, forzarlo a comprare in maniera sconsiderata, invadere la sua privacy, estorcergli dati sensibili.

La tecnologia, come la scienza non può essere mai un racconto “di parte”, deve mettere sempre in campo valutazioni oggettive, informazioni verificate e quella piccola dose di incertezza che ogni innovazione, per quanto geniale, porta con se.

3)    Usare un linguaggio semplice e comprensibile, senza eccessi di parole in inglese. Considerato che Piero Angela è stato cronista dello sbarco sulla Luna nel 1969, possiamo dire che ha spesso avuto di fronte un pubblico senza strumenti per comprendere bene la scienza.

A quei tempi nel nostro Paese era problematico anche padroneggiare la lingua italiana. Oggi viviamo un momento simile con la tecnologia. È in corso un’alfabetizzazione difficile che noi tutti tocchiamo con mano quando parliamo con colleghi e clienti. Le persone sono interessate a comprendere la tecnologia e quanto questa potrà cambiare la loro vita.

Ma noi, senza accorgercene, riempiamo le nostre conversazioni e le riunioni con le parole del marketing digitale, che sono tutte inglesi. In sostanza pretendiamo di raccontare prodigi difficili da comprendere usando una lingua straniera. È paradossale, perché sappiamo che un altro modo di presentare la tecnologia digitale esiste, ma non ci pensiamo quasi mai.

Sono soltanto tre spunti, immagino ce ne siano altri, sentitevi liberi di suggerirli nei commenti alla mia newsletter.

Buone ferie, o buon ritorno per chi è già di nuovo al lavoro.

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