Anche l’intelligenza artificiale ha alcuni problemi con la disparità di genere
La disuguaglianza di genere è un problema sempre più evidente. Naturalmente, di riflesso alla realtà della società contemporanea, anche il mondo dell’intelligenza artificiale sta andando a sbattere contro questo scoglio.
Il divario fra i generi nell’intelligenza artificiale si costruisce su due livelli. Da un lato, l’ormai decennale penuria di tecnologi, scienziati e ricercatori di sesso femminile in ambito informatico. Nelle aziende che si occupano di AI il rapporto è 10:1, cioè una donna ogni dieci uomini.
Dall’altro lato, e forse anche un po’ consequenziale al primo problema, c’è anche il fatto che i modelli di calcolo e di apprendimento delle AI sono creati quasi esclusivamente da uomini.
Quando il pregiudizio di genere diventa un problema?
Premesso che i pregiudizi sono sempre un problema, è davvero innegabile che nel campo delle intelligenze artificiali i preconcetti vengono esasperati fin dall’inizio.
Il problema con l’intelligenza artificiale arriva quando quest’ultima è utilizzata per scremare i curriculum, o concedere un mutuo, o anche per valutare esami e test online. È chiaro che si potrebbe incorrere facilmente in distorsioni della valutazione.
Se all’intelligenza artificiale in questione è stato detto di selezionare solo i candidati che presentano una domanda impeccabile nel format richiesto, è possibile che la macchina non sia ancora in grado di valutare a 360° l’excursus della persona. Ad esempio, come dicevamo prima, nella richiesta di un mutuo si rischia di inciampare in banalità come “se il cliente è donna, ed è single, la domanda non viene accettata”.
Qualche palese discriminazione nel mondo dell’intelligenza artificiale
Ogni volta che si dispone un set di dati che si basano su effettive decisioni umane, esso include, volente o nolente, un pregiudizio.
L’esempio più eclatante è quello messo in luce dall’Università della Virginia. In uno studio approfondito sulle AI, gli studiosi hanno preso in esame la tendenza dei software di riconoscimento fotografico di associare immagine di persone ai fornelli con il sesso femminile. Questo, nel 100 per cento dei casi.
Inoltre, diversi ricercatori hanno scoperto come i servizi di riconoscimento facciale, sebbene abbiano fatto passi da gigante negli ultimi 5 anni, siano nettamente più accurati quando si tratta di identificare persone con la carnagione chiara piuttosto che scura.
Non è davvero una coincidenza che gli assistenti virtuali come Amazon Alexa o Siri siano pensati per imitare quanto più possibile un atteggiamento servile: senza voler sollevare una polemica sterile, è davvero un caso che la voce preimpostata sia sempre femminile? Può anche darsi che nell’effettivo la motivazione sia legata al fatto che la voce femminile è più melodiosa e accattivante di quella maschile. Ma davvero nessuno si è mai posto il dubbio?
Numeri e problemi in Italia
In Italia il problema si manifesta sotto più aspetti. In primo luogo, le studentesse iscritte alle lauree magistrali di Ingegneria, Meccanica ed Elettronica sono appena il 7 per cento del totale. Se la cava meglio Ingegneria informatica, con un 14 per cento. Più confortanti sono i dati nazionali che riguardano Biomedica (47 per cento di donne), il settore Edile (43 per cento) e il campo della Chimica (41 per cento).
In tutti e tre i casi, comunque, meno della metà degli studenti è di sesso femminile. Più in generale, se andiamo a guardare la media delle lauree triennali, troviamo nei corsi scientifici una sola studentessa ogni cinque iscritti.
Dall’anno accademico 2021-2022 esisterà anche un corso di Intelligenza Artificiale all’Università Statale di Milano.
In Europa il futuro dell’intelligenza artificiale passa dall’etica condivisa
Non è un segreto che la Commissione Europea sta già pensando a come ovviare al problema. Visto l’impatto delle intelligenze artificiali sulla vita delle persone, i percorsi di integrazione delle AI nelle aziende saranno accompagnati anche da webinar e corsi riguardo il tema di etica e privacy. Le linee guide da adottare saranno parità, sicurezza, trasparenza, dignità e protezione dei lavoratori contro le discriminazioni.
Le iniziative dalle donne per le donne
Nel mondo ci sono già diverse iniziative come WomenandTech oppure Technovationchallenge che offrono alle donne di tutto il pianeta l’opportunità di apprendere le competenze necessarie per essere imprenditrici nel campo della tecnologia. Ancora più al femminile, l’iniziativa Ai4All, una no profit che si dedica a progetti didattici per donne e minoranze sotto-rappresentate nel campo delle intelligenze artificiali.
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