fbpx

Technology Pusher: i droni postini in Turchia

14 Ottobre 2021
1318 Visualizzazioni

Negli ultimi anni in Turchia un’idea pionieristica è diventata una tecnologia collaudata che ora trasporta gli acquisti online tramite l’uso di droni.

Da ormai diversi anni la Turchia è il paese che sta sperimentando quante più tecniche possibili per l’utilizzo di velivoli senza equipaggio nel trasporto merci. Lo sforzo di questa nazione sta nello sviluppo di sistemi che aprirebbero una “rotta di trasporto con droni cargo” tra le città principali.

Secondo il rapporto di TRT, un canale di breaking news radiotelevisivo, le rotte turche viaggiano oggi fra Istanbul, Ankara e Eskisehir. I droni volano fra centinaia di chilometri – solo fra Ankara e Istanbul sono 442 – e sono in grado di portare pacchi di diverse dimensioni: dai materiali acquistati tramite e-commerce fino ai medicinali o i beni di prima necessità.

Droni cargo: una nuova era per la logistica?

Cercando di trarre delle somme ancora approssimative, parrebbe di sì. La Turchia ha già lasciato dichiarazioni più o meno formali: il trasporto merci con droni sarà legato a regole assertive e imperative.

Le preoccupazioni descritte dai funzionari vanno da possibili intromissioni nello spazio aereo, alla terribile prospettiva del crollo di un drone sulla testa dei cittadini, fino all’eventuale (e comunque catastrofico) impatto di un drone con uno stormo di uccelli.

Come sono questi droni? Piuttosto impressionanti. Sono in grado di trasportare fino a 4 kg di oggetti, e dovranno volare sotto una certa altitudine per evitare i possibili disastri che abbiamo scritto prima, ma anche mantenere una certa altezza per evitare di andare a sbattere contro palazzi, edifici, pali della luce etc.

Fino a oggi non sono ancora stati definiti tracciati e specifiche di percorso, ma si presume che l’autonomia dei droni permetterà loro di percorrere grandi distanze e anche di tenere traccia (verosimilmente con una scatola nera) l’esperienza del volo.

La direzione generale dell’aviazione civile turca sta conducendo nottetempo un’indagine  sui droni cargo da utilizzare. Finora ha registrato oltre 50mila droni, con oltre 600mila piloti certificati e altre svariate migliaia che stanno conseguendo la certificazione proprio ora per poter iniziare a pieno regime non appena l’attività avrà finito di essere regolamentata.

Le altre città del mondo dove i droni consegna-pacchi stanno già funzionando

A Logan, in Australia, Wing, società di Alphabet (Google), ha completato 100mila consegne in due anni. Con un metro di apertura alare, lungo 1,3 metri e capacità di trasporto di 1,2 kg, i droni di Wing sono gli unici finora ad aver ottenuto dei risultati fuori dal comune.

Come funzionano i droni di Wing? Viaggiano a una velocità di 104,4 chilometri orari mentre si alzano fino a 45 metri d’altezza. La flotta è infatti gestita da un software che programma la rotta da seguire e analizza le condizioni di volo. Questi droni sono così precisi da prevedere anche le condizioni meteo e adeguarsi di conseguenza. I destinatari del pacco non devono far altro che selezionare la località tramite app, e il drone si abbassa per far calare il materiale direttamente davanti all’abitazione, tramite un cavo lungo 6-7 metri.

Cosa ne pensano i turchi?

Lasciamo l’emisfero australe e torniamo in Turchia. La popolazione (quantomeno quella delle grandi città) come ha accolto questa prospettiva futura? In larga parte, molto bene. La maggior parte dei residenti è a favore della consegna da parte dei droni. L’eventualità di sentire un ronzio continuo di sottofondo non sembra per ora la preoccupazione principale.

La parte più reticente a questa innovazione – al di là di quella che è riluttante al progresso e che non consideriamo perché detesta pure gli smartspeaker quindi figuriamoci i droni – è in realtà preoccupata di eventuali furti o smarrimenti.

Se io so che sta arrivando il mio pacco via drone, ma il vicino è più veloce di me e arraffa la mia proprietà? Chi glielo spiega al drone che il mio pacco è finito nelle mani sbagliate?

Purtroppo a questa ipotesi non ci sono ancora alternative. Si dovrebbe ricorrere al riconoscimento facciale o delle impronte digitali per il recepimento del pacco, ma si solleverebbero così tante questioni, precisazioni, puntualizzazioni e problematiche circa la privacy, che l’autorità turca non si pronuncia nemmeno.

In conclusione, su droni e sull’e-commerce

Il commercio online non ha davvero più segreti. Non sorprende nemmeno più. Fa parte dell’immaginario e della vita di tutti i giorni. Se non esiste su internet, non esiste proprio. Ma il trasporto tramite droni, quantomeno per i civili, è ancora un universo da esplorare e, sebbene gli sviluppi sono risultati sorprendenti per la tecnologia odierna, questa innovazione deve ancora dimostrare il suo valore su scala più ampia.

Leggi anche: